Candidati in Citta'. Tibaldi: "Io in campo per liberare Benevento"
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Raffaele Tibaldi ai microfoni di Radio Città Benevento ha risposto alle domane dei giornalisti nella rubrica di approfondimento politico “Candidati in Città”.
Settimo ed ultimo appuntamento per “Candidati in Città”, la rubrica di approfondimento politico promossa da ilQuaderno.it e RCB. Ospite stamani ai microfoni di Radio Città Benevento è stato Raffaele Tibaldi, candidato sindaco per “Benevento Polo Civico”. Presenti in studio per le domande Mario La Monaca di RCB e Michele Palmieri de ilQuaderno.it.
L’intervista a Raffaele Tibaldi parte da una delle pagine più tristi degli ultimi anni e che rimarrà impressa nella mente dei tanti beneventani e dei tanti cittadini sanniti: l’alluvione del 15 ottobre scorso. “L’alluvione – dice Tibaldi – è uno dei tanti guai che ha colpito la città e l’ho trattata da un punto di vista politico ed è una delle tante ragioni per la quale ho deciso di candidarmi”.
La questione però è complessa ed allora il candidato sindaco di Benevento Polo Civico prova a spiegarsi partendo da lontano. “Abbiamo deciso di costituire un polo civico – afferma – perché i cittadini non credono più nei partiti. Ai tempi dell’Ulivo – continua – si invogliavano i cittadini affinché si riuscisse a costruire una filiera istituzionale. Ora, abbiamo il Presidente della Repubblica di estrazione PD, il Presidente del Consiglio che è PD, il sottosegretario De Caro che è PD, il Presidente della Regione che è PD, il sindaco che è PD ed il presidente della zona Asi che è PD ma in sette mesi non è stato fatto nulla a Ponte Valentino. Già l’individuazione del sito fu una forzatura ma accade che neanche la ‘filiera istituzionale’ riesce a risolvere i problemi”.
Ecco dunque spiegate le motivazioni per le quali Tibaldi ha deciso di scendere in campo. “L’alluvione alla base del mio ragionamento politico – dice – che mi ha indotto a scegliere una battaglia di libertà, abbiamo costituito il Polo Civico per rendere Benevento libera da chi l’ha affossata”.
La discussione poi si accampa sul piano politico e sul tentato dialogo di partenza con Gianfranco Ucci. “Divisi si corre peggio che divisi, l’unico che poteva prendere l’iniziativa ero io in ragione di tante cose e ci abbiamo provato. Ucci probabilmente però ha subito anche l’influenza di chi gli sta accanto e con il senno di poi sono contento di stare da solo perché se la mia è una battaglia di libertà avere dietro Viespoli poteva crearmi qualche problema”.
Molte le criticità individuate da Tibaldi che le ha addirittura “sarcasticamente” convogliate in una mappa. Tra queste c’è anche la situazione che riguarda il centro storico, e qui Tibaldi lancia la sua idea: “spostare il comune da via Annunziata a Palazzo Paolo V e ottenere dalla Curia il vecchio G.De Vita per renderlo fruibile ai ragazzi dell’Università. Il Corso così com’è è una criticità”.
Non manca da parte di Tibaldi una stoccata a Del Vecchio anche sull’annunciata candidatura di Benevento a Capitale italiana della Cultura 2018. “Il candidato sindaco del PD che è stato assessore alla Cultura per 10 anni consegna una città chiusa, Benevento è conosciuta come la città dei teatri, ne ha 7, e sono tutti chiusi”. Sull’Amts, “Il fallimento dell’Azienda probabilmente è un beneficio perché almeno i posti di lavoro rimangono lì. Infatti la sentenza garantisce i livelli occupazionali”.
Altro tema affrontato è quello della fuga dei giovani dalla città e dunque della desertificazione che colpisce anche il Sannio. Uno dei modi per combattere questo fenomeno secondo Tibaldi è l’Università. “Possibile che non riusciamo ad inserire l’Università nel tessuto sociale della città? Benevento è una città piccola, ben organizzata e predisposta ad accogliere gli studenti. Abbiamo solo difficoltà a promuovere sinergie tra pubblico e privato e questo deve farlo il sindaco”. Sulla mensa. “Ormai il problema è risolto, la scuola tra dieci giorni chiude ma sarà necessario ad agosto bandire un nuovo appalto”.
In caso di ballottaggio, Tibaldi appare convinto di vincere e non esclude “dialoghi” quantomeno colloqui con le altre forze in cambio. E poi conclude parlando dei temi caldi: prostituzione, povertà e reddito di cittadinanza. “C’è una città normale ed una città povera non si ridistribuisce la ricchezza ma il lavoro, l’assistenzialismo tout court è una cosa sbagliata. La prostituzione è una piaga ma se c’è l’offerta c’è anche la domanda ma va salvaguardata la dignità anche di queste persone come? Con un Comitato di Sicurezza. Non voglio fare lo sceriffo ma un minimo d’organizzazione si deve avere”.
Michele Palmieri