Rapporto "Economie Regionali". Banca d'Italia: "Alluvione ha frenato crescita nel Sannio"
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L'alluvione di ottobre ha arrestato la crescita nel Sannio dopo anni di crisi, i dati e l'involuzione hanno fatto si che calassero anche i dati regionali. Questo e molto altro nel rapporto sulle “Economia Regionali” della Banca d’Italia.
Il 2015 come spartiacque per l’economia della Regione Campania, è quanto emerge dal rapporto annuale sulle “Economia Regionali” stilata dalla Banca d’Italia. Secondo l’Istituto di credito nazionale infatti, “nel si è arrestata la prolungata fase di flessione dell’attività economica che aveva caratterizzato l’economia campana a partire dal 2008. Secondo le stime di Prometeia, nel 2015 il prodotto regionale in termini reali è lievemente aumentato (0,3 per cento), sostenuto oltre che dalla ripresa della domanda estera anche da una contenuta espansione dei consumi e degli investimenti”.
A frenare però la crescita, soprattutto nella Provincia di Benevento, ci ha pensato l’alluvione. “Sul finire del 2015 e nei primi mesi dell’anno in corso alcuni indicatori hanno tuttavia segnalato un’attenuazione della crescita, in connessione con l’acuirsi dell’incertezza sui mercati internazionali. L’economia campana ha risentito, sebbene in misura contenuta, anche degli effetti dell’alluvione che ha colpito la provincia di Benevento nell’autunno del 2015”.
A tirare la ripresa secondo la Banca d’Italia, “le componenti produttive che hanno mostrato maggiore vitalità a partire dall’avvio della crisi si sono concentrate nei settori ad alta tecnologia e, soprattutto, in quello agro-alimentare”.Cresciute proprio per il comparto agro-alimentare anche le esportazioni “principalmente verso i paesi della UE”, mentre, “tra gli altri settori di specializzazione regionale, l’espansione delle vendite estere si è attenuata nel comparto della moda, risentendo del calo dell’export verso la Russia e l’Asia orientale. Le esportazioni complessive verso i paesi extra UE, al netto del forte calo delle vendite di aeromobili negli Stati Uniti, sono aumentate”.
Nel 2015 è aumentata in Campania anche l’occupazione, “dopo un biennio di flessione” ed “il tasso di disoccupazione si è ridotto, per effetto anche della flessione del numero di persone in cerca di occupazione”. Nel report però emerge che rimane molto elevato, “il tasso di disoccupazione giovanile, a cui contribuisce anche una diffusione dell’istruzione universitaria inferiore alla media italiana. In Campania il numero di giovani che si iscrivono all’università è più basso e, tra questi, è più alto il tasso di abbandono. Il divario nell’istruzione terziaria rispetto al resto del Paese si è acuito a partire dall’avvio della crisi, risentendo anche del più forte calo delle immatricolazioni”.
I consumi però, hanno ripreso a crescere, anche se “rimane elevata l’incidenza delle famiglie che possono essere definite povere o socialmente escluse”. Secondo Unioncamere-Campania invece “della ripresa dei consumi hanno tuttavia beneficiato solo gli esercizi con almeno 20 addetti. Tra gli altri comparti dei servizi si conferma l’andamento positivo del turismo e dei trasporti, aerei e marittimi”.
Per quanto riguarda il Sannio invece, ad incidere sulla crescita, come detto in precedenza ci ha pensato l’alluvione che il 14 ed il 20 ottobre scorso ha messo in ginocchio provincia di Benevento, provocando danni ingenitssimi. Il Pil della provincia di Benevento, nel 2013 era pari al 4,5 per cento di quello regionale (15.863 euro pro capite), “inferiore di oltre 6 punti percentuali rispetto alla media regionale e di circa 40 rispetto a quella nazionale”.
Secondo la Banca d’Italia, “nel 2015 gli occupati in provincia di Benevento erano circa 72.000 (il 4,6 per cento del totale regionale). Il comparto primario e quello delle costruzioni, il settore agricolo è composto principalmente da cooperative e da aziende di piccole dimensioni”. Proprio nel 2015 dunque, il dato del primo trimestre – rispetto al 2014 – faceva segnare segni di ripresa dopo una crisi che mordeva le caviglie ormai da troppo tempo. In crescita erano anche le esportazioni (18.7%), “l’occupazione cresceva più della media regionale; le ore autorizzate di Cassa integrazione si erano ridotte del 54,9 per cento”.
“Con l’alluvione – si legge nel report – la ripresa si è arrestata, le vendite destinate ai mercati esteri sono diminuite del 6,9 per cento: si sono dimezzate quelle dell’industria agroalimentare (dall’8,7 per cento della precedente parte dell’anno), sono calate quelle di prodotti agricoli (-13,8, dal 23,1), risentendo dei danni alla filiera agro-alimentare. La spesa dei turisti stranieri si è ridotta di un quarto. L’occupazione è crollata nei comparti industriale e, soprattutto, agricolo. Le ore di Cassa integrazione autorizzate sono aumentate del 10,4 per cento”.
I danni provocati dall’alluvione sono stati definiti ingentissimi ma secondo il Dipartimento della Protezione civile, “i comuni campani interessati dalla calamità sono stati 77, quasi tutti della provincia di Benevento. Sono stati accertati danni per un totale di 1.234 milioni così ripartiti: 758 al patrimonio pubblico (ponti, strade, edifici, fognature, etc.), 74 a quello edilizio privato, 281 alle attività produttive non-agricole (stabilimenti, impianti, macchinari e scorte per le quasi 1.700 imprese coinvolte) e, secondo l’ultima rilevazione disponibile condotta dalla Regione Campania, 121 milioni a quelle agricole”.
Probabilmente però il danno stimato è tuttavia inferiore a quello provocato anche perché andrebbero conteggiati anche i danni subiti da quelle aziende che non sono state colpite direttamente dall’alluvione ma, “hanno subito un’interruzione dell’attività produttiva, in alcuni casi per un periodo molto protratto, e hanno sostenuto, tra gli altri, costi di rimozione e smaltimento dei fanghi alluvionali, esclusi dalla rilevazione della Protezione Civile”.
Inutile dire, inoltre, che per quanto riguarda l’agricoltura, secondo la Regione Campania “circa un quarto delle imprese agricole attive ha segnalato danni. Su 90.000 ettari coltivati in provincia di Benevento, quelli colpiti sono stati circa 15.000. Quasi la metà del danno agricolo è riferibile alla superficie a vigneto: 1.200 ettari distrutti, il resto danneggiati. L’estensione delle aree potrebbe essere maggiore considerato che la normativa prevede che le imprese possano segnalare solo danni alla capacità produttiva e solo nel caso in cui il loro valore ne ecceda il 30 per cento”.
Fino ad ora, i fondi stanziati sono appena 39 milioni, 38 dei quali stanziati dal Governo altri provenienti dalla Regione, sbarrata la strada per l’accesso al Fondo europeo di solidarietà, “il valore complessivo dei danni accertati, pur ragguagliandosi a oltre un quarto del PIL provinciale, è risultato leggermente inferiore all’1,5 per cento di quello regionale” . Nel Patto per la Campania invece i fondi previsti sono 32 milioni “decontribuzione sugli investimenti, per i soggetti danneggiati dall’alluvione del Sannio, individuando le fonti di finanziamento nei fondi del Piano di azione e coesione 2007-2013 e in quelli destinati alle calamità dalla Legge di Stabilità per il 2016”. Altri 2.8 milioni sono stati finanziati grazie alla L. 102/2004 ed al Programma di sviluppo rurale 2014-2020, “interventi infrastrutturali e opere di bonifica montana in provincia”.
Michele Palmieri