Pare che Fabrizio De André avesse avuto più volte l'occasione di vedere di persona Georges Brassens, di cui è stato grande ammiratore. Preferì sempre evitare di incontrarlo per non restarne deluso nel conoscerne il suo lato di uomo e non d'artista.
Ieri ho avuto conferma della validità di questa regola perché conoscendo i componenti della Rua Catalana ne ho riscontrato l'eccezione.
Nel nostro panorama musicale sono un gruppo le cui sonorità li pongono su un piano compositivo e interpretativo totalmente differente dal resto.
Soffermarsi sull'ascolto fa comprendere che non inseguono gli attuali stereotipi e modelli commerciali musicali.
Parlare con loro fa capire che la loro musica è espressione reale della loro indipendenza di pensiero.
Hanno iniziato in una delle tante stanze per studenti fuori sede. Oggi sono al loro terzo album.
Godetevi la video intervista e non mancherete d'essere fra gli spettatori del loro prossimo concerto.
Soffermarsi sull'ascolto dei brani della Rua Catalana fa comprendere che non inseguono gli attuali stereotipi e modelli commerciali musicali.
Parlare con loro fa capire che la loro musica è espressione reale della loro indipendenza di pensiero.
Alfredo Martinelli
Dedicato agli artisti:
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