il quaderno benevento
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5/4/2014 :: 10:30:45

Caffé Filosofia, nuovo incontro a San Giorgio del Sannio



Fra i tavoli del Caffè ‘Monet’ di San Giorgio del Sannio si è tenuto, nella serata di venerdì 4 aprile, un nuovo incontro di “Caffè Filosofia”; l’iniziativa realizzatasi per iniziativa dei docenti dell’istituto “Virgilio” dello stesso centro, Eusapia Tarricone, Rino Ianaro e Anna Cavuoto, ha avuto come tema ;” Il governo del mondo fra politica ed economia”. Numerosi i presenti, in modo significativo allievi del “Virgilio”, ma anche adulti e avventori del locale, tutti coinvolti nel confronto intorno al tema proposto, incuriositi dal tema in oggetto, ma anche desiderosi di intervenire nel dibattito offrendo il loro punto di vista. Fuori dalle aule scolastiche e dal severo esercizio cattedratico, la filosofia è tornata tra la gente con lo scopo di far comprendere che il pensiero filosofico non è che l’espressione della vita quotidiana, dei dubbi e delle scelte che guidano la nostra vita in ogni attimo della nostra esistenza. I più giovani presenti hanno riferito con semplicità di non aver mai posto attenzione al tema del rapporto fra politica ed economia, certi che i loro genitori possano gestire al loro posto il problema, ma hanno anche riferito che pur non conoscendo i meccanismi di tale rapporto, ne sono comunque rimasti incuriositi. E’ stato poi sollevato da altri, il tema del potere delle banche e della possibilità di liberarsi dal potere economico facendo diventare pubblici i loro beni, ma scartata questa possibilità, sebbene già suggerita nel XIX secolo da Karl Marx, ci si è chiesto se il pubblico può sostituire l’economia privata con pari esito. E se i nostri problemi nascessero dalla nostra appartenenza all’Unione europea e dall’adesione all’euro? Chiede qualcuno. L’economia troppo spesso si è trasformata in una dittatura nella quale l’angoscia dello spread ha troppo spesso condizionato la politica e le sue scelte, risponde un altro, cosa che ha defraudato la politica dal suo ruolo originario, prona come essa è alla logica del consenso popolare e dell’accaparramento del voto. Quanto c’è di affidabile nelle valutazioni fatte dalle agenzie di rating , chiede qualcuno? Chi sta dietro le loro valutazioni? La stessa Bce è una banca di diritto pubblico, ma gli azionisti seguono le decisioni dei privati, precisano i docenti presenti, tuttavia ricordano che l’Europa rappresenta un’opportunità a cui non può rinunciare nessuno ed in special modo i giovani. Esiste una dittatura della economia tedesca che spesso è inaccettabile, argomenta un presente, e tuttavia noi supinamente accettiamo tutto in nome di un’unione europea spesso deludente, conclude. Uno dei docenti ricorda ai presenti il messaggio altissimo ed europeistico del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed il suo sogno di una unificazione europea politica e militare ed il ruolo dell’Italia come paese fondatore del progetto europeo, un progetto di speranza soprattutto per le nuove generazioni. Viene ricordato poi che l’idea di uno stato che controlla l’economia è un’immagine ottocentesca, come l’idea che siano i grandi personaggi che guidano i grandi stati a fare scelte economiche per i loro paesi, in realtà queste ultime sono il frutto di scelte operate dai grandi istituti bancari e dal capitalismo globale che, all’ombra dell’anonimato, indirizzano la politica economica del mondo; conosciamo i nomi di grandi presidenti, ma non di quelli che guidano i grandi istituti bancari. Cosa faremmo però, argomenta un altro giovane, se non esistesse il grande capitalismo? Il nostro stile di vita dovrebbe necessariamente cambiare e saremmo costretti a rinunciare alle tante comodità cui ormai siamo abituati. Che il sistema bancario sia diventato ormai quasi tiranno della nostra vita è stato oggetto dell’ultimo libro di Walter Siti “Resistere non serve a niente”, ricorda uno dei docenti, e che l’incremento di capitale delle azioni sia, troppo spesso, strettamente connesso a manovre o speculazioni e giochi di borsa che poco hanno a che fare con il reale valore di merci e beni prodotti, è altrettanto lampante. Il filosofo Jonas ed il suo concetto di “responsabilità verso le generazioni future” impallidirebbe al cospetto delle regole del sistema economico attuale, afferma un presente. In una società come quella in cui viviamo che lamenta indici di disoccupazione altissimi, immigrazione tragica da paesi poveri o in guerra, ingiustizie sociali di genere o di razza ed una povertà crescente fra le classi sociali, l’attenzione della politica si consuma su temi come lo spread, il ricorso a ‘tecnici’ in ruoli politici, l’aumento della pressione fiscale o la pura visibilità mediatica per fini elettorali. Nel frattempo il debito pubblico, figlio di una cattiva gestione della politica e di interessi privati di gruppi di potere, tiranneggia le scelte politiche e la nostra vita quotidiana, proiettandoci in una situazione sociale difficile e di complicata soluzione, un mondo nel quale troviamo paesi ricchi che spesso comprano il debito di paesi poveri per speculare, senza scrupoli, sulle difficoltà di tanti, viene ricordati da più parti.
Complicato mondo dunque, si conclude di comune accordo, in cui l’imperativo morale e categorico di Kant, che impone per noi il bene privato e sociale, è solo un pallido ricordo in una realtà guidata unicamente dal danaro e dagli interessi privati di pochi.
Eusapia Tarricone



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