Uffici postali di 'frontiera': Le frazioni sannite perdono le loro piccole comodità
A partire dal 1° dicembre saranno circa mille gli uffici postali su tutto il territorio nazionale ad essere tagliati, nell’ambito di una politica volta alla riorganizzazione ed alla razionalizzazione delle spese. Poco più di una decina di giorni e lo scenario per una dozzina di uffici postali del Sannio, potrebbe cambiare radicalmente: si tratta di presìdi piccoli, tutti localizzati in frazioni, ma forse proprio per questo motivo ancora più utili all'utenza. Civitella Licino (Cusano Mutri), Decorata (Colle Sannita) e piazza S.Bernardino a Morcone sono quelli più lontani dal comune capoluogo. Poi ci sono quelli della Valle Caudina come Faggiano (S.Agata dei Goti), Cirignano (Montesarchio) o Beltiglio di Ceppaloni; infine sembrano avere il destino segnato tanti uffici postali nell'hinterland beneventano come Pastene e Bagnara (S.Angelo a Cupolo), Monterocchetta (S.Nicola Manfredi) oppure quelli dell'area sangiorgese come S.Giovanni oppure Cubante di Calvi. C'è poi da aggiungere il singolare caso dell'Ufficio Postale del comune più piccolo del Sannio, Ginestra degli Schiavoni, dove è stata scongiurata la chiusura ma ci sarà la riduzione del servizio: in pratica lo sportello sarà chiuso per buona parte della settimana. Strutture più o meno storiche (quella di Monterocchetta ad esempio è attiva da oltre trenta anni) o "uniche" come quella di Ginestra degli Schiavoni appunto, che servono da anni l'utenza di queste piccole frazioni, nella maggioranza dei casi abitate da pensionati o da persone non automunite. Un piccolo esercito che ha in dotazione, oltre al direttore, uno o due dipendenti: in termini di spending review tutto fa brodo. Poste Italiane ha già espresso la sua posizione ai sindaci che sono in disaccordo con questa decisione: la soluzione è quella di dotare i municipi di servizi sostitutivi. Lunedì 26 novembre, se non ci saranno novità, il lavoro di queste piccole realtà è destinato a cessare.
EFFICIENTE E INDISPENSABILE: LA PROTESTA DELLA FRAZIONE FAGGIANO
Tra gli uffici che chiuderanno i battenti, c'è quello della frazione Faggiano di S. Agata dei Goti, una delle zone più popolose del paese caudino, con oltre 3600 persone. Resteranno invece, l’ufficio dell’altra frazione, quella di Bagnoli, oltre a quello del centro cittadino. Secondo Poste Italiane, la frazione di Faggiano ha una distanza ridotta dal centro di S. Agata (circa 4.5 km), anche se accoglie l’utenza di cittadini che vivono nelle contrade limitrofe. Per questa ragione, infatti, ad esempio, gli abitanti di Laiano che attualmente usufruiscono dell’Ufficio di Faggiano, andranno a Frasso Telesino, comune da cui distano solo 2 Km, come quelli di San Silvestro che si serviranno dell’ufficio della vicina Dugenta (circa 2 km di distanza). Si salva l’ufficio di Bagnoli perché distante circa 7 km dal centro cittadino. Le spiegazioni di Poste Italiane, però non convincono gli utenti dell’ufficio che generalmente usufruiscono dei suoi servizi. “E’ assurdo togliere l’Ufficio Postale a Faggiano. Qui c’è tutto: il market per la spesa, il medico di famiglia, la posta, la scuola, a due passi l’ospedale. Sarebbe ingiusto toglierci un servizio che funziona così bene – ha commentato una mamma 35enne. – Per me è comodo scendere a piedi la mattina; diverso sarebbe se dovessi prendere la macchina ed arrivare fino a S. Agata. Qualche tempo fa si parlava di mettere anche una farmacia: anche quella sarebbe molto utile per chi vive da queste parti”. I commenti della gente sono stati praticamente unanimi: non comprendono come mai un ufficio che funziona (anche meglio di quello di S. Agata, ha commentato senza mezzi termini qualcuno) debba essere soppresso. “Io sono pensionato, non guido più: come farò a prendere la pensione? E se mio figlio non potrà accompagnarmi?” – ha commenta un anziano del luogo che considera l’andata all’ufficio postale anche come modo per muoversi un po’, incontrare qualcuno, fare due chiacchiere. “Quando salta un servizio è sempre un disagio – ha sottolineato una lavoratrice 50enne - . L’ufficio qui è comodo soprattutto perché è efficiente. Molto meglio di S. Agata centro dove c’è sempre troppa fila e pochi sportelli aperti. Sarà un disagio per tanti dover arrivare nel centro cittadino”. Lapidario un altro anziano. “Sta fallendo tutto ormai: adesso ci tolgono anche l’ufficio postale. Ci hanno detto che avrebbero messo la farmacia, ma stiamo ancora aspettando. La realtà – ha sottolineato con cognizione di causa e lucidità – è che ormai l’Italia è sull’orlo del fallimento. Pian piano stiamo perdendo tutto e non ce ne accorgiamo neanche. Noi viviamo in campagna e ci accontentiamo di poco, ma abbiamo bisogno almeno dell’essenziale. Anche l’ospedale ‘de’ Liguori’ qui vicino è un fallimento: non funziona bene. Credo che a breve perderemo anche quello”.
MONTEROCCHETTA E PASTENE, UFFICI STORICI: 'VENGONO DA BENEVENTO PER FARE PRIMA'
Monterocchetta, frazione di S.Nicola Manfredi, oltre 500 metri d'altitudine per meno di 250 abitanti. Mezzogiorno di novembre, piove, poca gente per strada: nella via principale c'è un bar ed un tabacchi. Chiedo dell'esistenza dello sportello di Poste Italiane ad un passante, mi confida senza metti termini: "Guarda che c'è fila". Vero. Si tratta di un locale molto piccolo, collocato in una stradina laterale: la gente è in fila, fino all'uscio della porta, una decina di pensionati occupano le sedie dell'ufficio. Il dipendente al lavoro preferisce non rispondere alle nostre domande, ci pensano gli utenti a protestare: "Su queste colline negli ultimi anni hanno tolto tutto - ha sostenuto con vigore un'anziana in attesa del suo turno - questo è l'ultimo segno di civiltà, poi il niente. Lo vogliono chiudere? E' qui da trenta anni, forse di più, per noi pensionati non è una comodità ma una necessità". C'è un signore in fila che ammette: "Purtroppo c'è poco da protestare, da qualche parte bisogna tagliare. Certo, mi dispiace molto che ne faccia le spese questo ufficio che è sempre molto efficiente. Io, ad esempio, non abito in zona, sono di Benevento ma preferisco venire qui, faccio molto prima". Un altro pensionato, con il libretto in mano in attesa del suo turno, rincara la dose: "Il danno non è solo per noi di Monterocchetta - tiene a precisare - ma anche per tutte le altre frazioni limitrofe come Toccanisi o S.Marco ai Monti. Siamo alle solite". Poi una riflessione: "Vero che l'ufficio postale di S.Angelo a Cupolo è a cinque minuti di auto, è un po' come se a Benevento ti sposti da un quartiere all'altro. Allora perchè non tolgono un ufficio in città e tengono in vita questo che per noi è indispensabile?". Da Monterocchetta scendiamo più giù, a Pastene, piccola frazione di S.Angelo a Cupolo finita nelle cronache locali a primavera per il crollo inaspettato di un palazzo nobiliare. La fila all'ufficio postale è irrisorio rispetto a quello di Monterocchetta, vuoi per l'orario, vuoi per la vicinanza alla città: all'uscita dello sportello ci fermiamo a discutere con una coppia: "Capisco i tagli, ma perchè eliminare un servizio che funziona? Questo Paese è veramente strano, si tagliano gli enti virtuosi e restano in piedi quelli inconcludenti. Viviamo qui anche perchè abbiamo la possibilità di usufruire di un servizio pubblico senza stressarci: se ci tolgono anche questo, cosa resta di vantaggioso qui? Sono preoccupati anche tanti beneventani che preferiscono venire a Pastene anzichè sfidare le file degli sportelli postali in città". A Ginestra degli Schiavoni, nella valle del Fortore, le Poste resteranno aperte ma non più tutti i giorni lavorativi della settimana: "Una decisione assurda - ha commentato amaro il sindaco Zaccaria Spina - abbiamo scongiurato la soppressione ma non ci basta. Nelle prossime ore incontrerò i vertici provinciali di Poste Italiane per ripristinare totalmente il servizio. Un vero danno agli utenti in un paese dove non ci sono istituti bancari: come faranno i pensionati?".
Nella Melenzio
Gaetano Vessichelli
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