Fortore, sindaci uniti contro la crisi: 'Pensiamo alla gente comune mentre la Regione ci isola e pensa ai tagli'
Marinaleda è un "pueblo" dell'Andalusia, la regione più martoriata dalla crisi economica spagnola. Tremila abitanti, prospettive industriali poche, lontana dalle traiettorie della Costa del Sol e dei benefici del mare. A Marinaleda abitano in tremila dicevamo eppure i disoccupati sono zero. Miracolo? Non proprio. Da 32 anni a reggere le sorti del paesino andaluso c'è Juan Manuel Sanchez Gordillo, divenuto oramai un simbolo mediatico della lotta iberica contro l'austerità. Utopia o no, a Marinaleda esiste una cooperativa agricola messa su dall'Ayuntamiento (Municipio): tutti gli abitanti guadagnano 45 euro al giorno, con un lavoro pratico, l'unica vera ricchezza del territorio. Raccontata così sembra una storiella semplice semplice, eppure esiste.
E da noi, come affrontano la crisi le comunità più piccole?
Girare a fine agosto per le rabberciate stradine interne della Val Fortore è comunque piacevole: c'è il sole di metà mattina alto, c'è qualche pietra sull'asfalto ma si cammina che è un piacere. In estate, per chi non è di queste zone, sembra quasi di vivere in una sorta di isola felice: tra qualche settimana però si tornerà alla normalità, con gli ultimi emigranti pronti a ripartire per le città del nord che sono la loro nuova casa da tempo, e così faranno gli studenti che raggiungeranno le città universitarie. Questa vallata si svuoterà e resteranno i soliti noti a custodirla ed abitarla con le noie di tutti i giorni, quando la nebbia occuperà buona parte della Val Fortore e la visibilità diventerà ostica, così come tutto il resto, mentre giungono dalla Provincia di Benevento e, sopratutto, dalla Regione Campania, notizie di tagli, riduzioni, rimodulazioni e nuovi disservizi: "La questione Fortore è un problema atavico mai realmente affrontato - sostiene Giuseppe Addabbo, giovanissimo sindaco di Molinara, eletto da pochi mesi alla guida del laborioso comune fortorino - dobbiamo fare i conti con bilanci disastrati, siamo costretti a riassettarli continuamente mentre avanza la desertificazione naturale ed umana di questa parte di entroterra sannita". Addabbo a Molinara, come Gizzi a Montefalcone, Sangregorio a S.Bartolomeo in Galdo, Iarossi a Castelvenere, Spina a Ginestra degli Schiavoni, Morcone a Castelfranco, fino ad arrivare ai "colleghi" dell'Alto Tammaro. I sindaci della Valle del Fortore si scoprono uniti dalle stesse esigenze e provano a darsi sostegno: "Dobbiamo pensare alla gente comune mentre la Regione Campania pensa ai tagli e ad isolarci". Se Benevento soffre la mancanza d'attenzione dell'ente regionale, figuriamoci gli amministratori di questi comuni che devono lottare quotidianamente per evitare la perdita di una guardia medica, di un pullman extraurbano, di un'ambulanza, di una scuola. Battaglie quotidiane, da affiancare alle vertenze lavorative (la grana forestali che pesa come un macigno sull'economia dei comuni dell'entroterra), alla salvaguardia del territorio con la nuova minaccia delle ricerche petrolifere ed all'arduo compito di rivitalizzare un'economia locale che è in prognosi riservata e che si batte il petto dopo un decennio di "vacche grasse" sprecato. Un territorio dal potenziale enorme per qualità agroalimentari ed energetiche, dove i conti non tornano e dove è difficile mettere su anche una sola cooperativa. Altro che Marinaleda.
CRONACHE MONTANE E CIRCOSTANZE NON FAVOREVOLI
Difficile programmare in questo territorio, ma organizzare un rilancio è quanto mai doveroso, facendo sempre i conti con i problemi di ordinaria amministrazione. Ogni comune ha una sua vocazione: S.Marco dei Cavoti è forse quello che se la passa meglio, con un rilancio industriale dopo la tragica fine del distretto tessile ed un discreto turismo rurale. S.Bartolomeo in Galdo mantiene il ruolo di "capitale" del Fortore ma deve fare i conti con una progressiva desertificazione sopratutto commerciale: si resta ancorati a quel lembo di strada che si chiama "Amborchia" e che collega il comune con i centri molisani e foggiani, si prova a tirare la volata per l'apertura del Psaut, dopo il fallimento del grande ospedale del Fortore. Bisogna inoltre difendere il liceo, minacciato più volte di chiusura ed ora simbolo del diritto al trasporto pubblico locale con gli studenti, i professori ed i sindaci in guardia a non farsi scippare il pullman che collega i comuni limitrofi. Nessuna alternativa se lo si perde. A Castelfranco in Miscano e S.Giorgio La Molara si punta sulla zootecnia con la produzione del latte e della carne marchigiana, ma le cooperative stentato a mettersi d'accordo e a lavorare in sinergia. A Montefalcone si prova ad investire sui progetti di energia rinnovabile tenendo d'occhio il bilancio e facendo sinergia con la piccola Ginestra degli Schiavoni per non perdere la scuola. Si fa di necessità virtù e la maggior parte dei sindaci ha compreso che non è più il momento di raccontare favole ai cittadini.
GIZZI: 'REGIONE LATITANTE, UNIAMO LE LOTTE E RISOLVIAMO I DISAGI'
La 90bis, pochi chilometri prima di Buonalbergo, propone una deviazione, si entra nel territorio di S.Giorgio La Molara e si prosegue fin sul lago Mignatta: è ancora agosto ed il bel tempo invoglia chi ha la possibilità di passare qualche ora all'aria aperta. Qualche tornante da drizzare e cavalcando la Provinciale si procede tra le pale eoliche: oggi c'è poco vento e sono quasi tutte ferme ma è veramente un'eccezione e chi abita da queste parti lo sa molto bene. A Montefalcone Valfortore c'è una bella quiete, decisamente un'altra faccia rispetto a febbraio quando ci arrampicammo fino a qui durante l'emergenza neve. A guidare le sorti di Montefalcone c'è Assunta Carmela Gizzi, salita alla ribalta delle cronache locali per il suo impegno nel garantire il trasporto pubblico continuamente minacciato: "Abbiamo inviato una nota al presidente Cimitile e all'assessorato ai trasporti provinciale lo scorso 22 agosto - si affretta a comunicarci mentre entriamo nella sua stanza al Municipio di piazza Medaglie d'Oro - bisogna capire se questo servizio resterà di competenza dell'Etac o passerà ad altra ditta di trasporti". La Gizzi vuole fare le cose in fretta ed ha ragione ad insistere: "Tra qualche giorno riaprono le scuole - ha continuato - ed io non vorrei dare neppure un giorno di disagio ai nostri studenti. Ero preoccupata dal silenzio delle ultime settimane ma proprio nelle ultime ore ho avuto rassicurazioni al riguardo". Quello del trasporto pubblico locale è un problema da risolvere al più presto: un territorio con una viabilità precaria non può permettersi anche i tagli dei pullman che garantiscono lo spostamento degli studenti nelle scuole superiori: "Gli Enti devono conoscere meglio il territorio - ha rilanciato il primo cittadino di Montefalcone - non sono concepibili i tagli fatti in percentuale. E' chiaro che le zone interne, con questo tipo di politica, verranno penalizzate sempre". A Gizzi va dato atto di guidare questa battaglia ma non si prende i meriti: "Le contrapposizioni personali e politiche ora non servono - ha aggiunto - dobbiamo lavorare in sinergia, come comprensorio perché il territorio è uno ed i servizi servono a tutti". Nessun tipo di campanilismo insomma: "Se la Regione Campania non ci assiste allora dobbiamo darci una mossa noi, con i fatti. Sul trasporto pubblico ci sentiamo tutti coinvolti e ci consultiamo di continuo con la Provincia di Benevento. Mi dispiace molto però che l'assessore regionale Sergio Vertrella non si sia mai confrontato di persona con noi. La sua latitanza è ingiustificata, siamo noi a dover tener conto della nostra gente". Si assume le responsabilità il sindaco, così come fece durante l'emergenza neve: ci consegna un opuscolo, fresco di stampa, con i risultati dell'amministrazione dal 2009 al 2012. Quando racconto alla Gizzi la storia del sindaco andaluso di Marinaleda, ci fa un cenno e rilancia: "In tre anni abbiamo sottoscritto trenta contratti di lavoro mediante la cooperativa sociale, più due posti a tempo indeterminato part-time di agenti di Polizia Municipale. Agli anziani garantiamo gratis il servizio di fisioterapia domiciliare e non abbiamo aumentato nessuna tassa, spese oculate, sperperi zero e lavori pubblici". Ma in un comune di nemmeno duemila anime dove è forte la vocazione dell'eolico, il beneficio è minimo: "Quello dell'eolico è un discorso complesso - ha puntualizzato - questo comune con il project financing si è dato da fare ma effettivamente in passato si poteva sfruttare molto meglio questa grande potenzialità". Poi un passaggio sui forestali: "E' un vero dramma - ha chiosato - se si pensa che molti di questi lavoratori in difficoltà risiedono nel nostro comune. E' una fetta di economia che si ferma e questo non fa bene chiaramente alle altre attività commerciali del luogo ed a questo si aggiungono le difficoltà delle famiglie che devono fare a meno di uno stipendio fisso. Anche in questo caso la Regione Campania è sempre stata troppo evanescente".
ADDABBO: 'I FONDI DELL'AGRICOLTURA AGLI AGRICOLTORI. SULL'EOLICO RESPONSABILITA' POLITICA'
E' tarda mattina quando raggiungiamo il Municipio di Molinara: nella sua stanza al piano terra ci attende il neo sindaco Giuseppe Addabbo. Una vittoria che spicca la sua: una lista civica che ha messo in riga le sigle dei partiti. Da Addabbo ci si attende tanto ed il giovane sindaco lo sa, ma prima deve fare i conti con la realtà. Per Addabbo è una questione di mentalità: "La colpa è della remissività delle istituzioni locali, della mancanza di idee, della cultura del posto fisso che ha tolto e bruciato tante altre potenzialità e possibilità in una zona ad alta vocazione agricola che negli ultimi trenta anni ha emarginato proprio l'agricoltura". Addabbo oltre ad essere sindaco ed amministratore è anche un coltivatore diretto e spiega le sue ragioni: "A differenza di altre zone come Umbria, Marche ed Emilia qui manca la cultura della cooperazione. Se si escludono isolate esperienze come quelle della carne marchigiana, questa è la realtà ed è un grave limite perché non fa intravedere nessuna crescita a breve termine". Un cambio di mentalità è difficile: "C'è individualismo sfrenato, in tutti i campi, ma maggiormente nel comparto agricolo. Ma il settore che può rilanciare queste zone è proprio questo". Un rilancio dell'economia che deve partire da un settore concreto e radicato sul territorio: "Le istituzioni devono incentivare associazioni di categoria ed enti regionali con le coltivazioni giuste da portare in questo territorio. Una filiera dal basso che però non deve andare a vantaggio solo dei soliti noti: ci sono tanti investimenti in agricoltura, ma questi si disperdono tra Università e studi di fattibilità. Il discorso è molto chiaro: se ci sono fondi da destinare all'agricoltura bisogna darli agli agricoltori! Le istituzioni devono fare studi a costo zero". Un rovesciamento dei fondi insomma. Poi un giudizio severo sulla politica dell'eolico sul territorio: "Una grande occasione che è passata sotto gli occhi degli amministratori che si sono fatti trovare impreparati. La reazione è stata blanda, è stato svenduto il territorio e non è stato ricavato nulla per i cittadini dei nostri comuni. Non sputo sopra sui posti di lavoro che le aziende eoliche hanno portato, ma di fronte ai loro guadagni milionari quello che danno è ben poco". Poi un monito che suona come una presa d'atto: "Non ci illudiamo che è possibile risolvere il problema dei nostri paesi con le favole: il futuro è la produzione reale, per cui vanno avvantaggiati i settori agricoli, dell'artigianato, dell'industria, agrituristico". Per un territorio assetato di rilancio tutto parte da una viabilità decorosa: "La Fortorina? Una presa in giro. Prometto, assieme ad altri sindaci, battaglia. La Fortorina doveva avere un altro percorso, la politica ha portato la strada ad avere un percorso che non rispecchia quello naturale".
C'è un brano di Gianni Lindo Ferretti, "Cronaca Montana" che in una strofa recita così: "Certo le circostanze non sono favorevoli". E quando mai.
Gaetano Vessichelli
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
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