Caso 'I Sanniti', domani le richieste di rinvio a giudizio. Altrabenevento elenca i fatti salienti della vicenda
Gabriele Corona
Domani il Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, comunicherà la sua decisione in merito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Antonio Clemente, per Maurizio Zamparini ed altri 13 tra politici, amministratori, funzionari e tecnici pubblici e privati, accusati di vari reati connessi alla apertura del Centro Commerciale “ I Sanniti”. In merito a questa vicenda il presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona, ha inviato in redazione un comunicato stampa che ricorda le varie tappe della questione: “Ad aprile scorso - ha affermato Corona - quando la contestazione dei reati fu notificata agli interessati, il primo a reagire fu Clemente Mastella che fece subito sapere a mezzo stampa di non aver mai incontrato di persona l’imprenditore friulano e denunciò il presunto teorema accusatorio del Pubblico Ministero, Antonio Clemente”. Secondo Corona Mastella avrebbe denunciato tali teoremi anche per contestare le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, quelle di De Magistris e poi anche quelle dei magistrati napoletani, “sostenendo di essersi fatto qualche nemico per il suo ruolo di ministro”. Subito dopo Corona si sofferma sul fatto che Mastella avrebbe avuto una sfuriata anche presso la magistratura beneventana sulla questione riguardante la manifestazione “Quattro notti”: “Mastella - ha sostenuto Corona - la scorsa settimana ha chiesto di rendere spontanee dichiarazioni al GUP, in una seduta non aperta al pubblico. L’ex ministro ha di nuovo precisato di non avere personalmente incontrato Zamparini a settembre 2006”. Per il presidente di Altrabenevento, però, Mastella non avrebbe commentato in alcun modo la visita che l’imprenditore friulano avrebbe fatto a casa sua il 13 settembre di quell’anno”. “La ragione di quell’incontro con la signora Sandra Lonardo – scrive Corona - l’ha spiegata recentemente alla stampa siciliana lo stesso Zamparini” che avrebbe riferito di essersi rivolto ai vertici politi dell’Udeur per lamentare il comportamento del sindaco Fausto Pepe “che in quel momento non voleva fargli aprire il centro commerciale”. Secondo Corona, il giorno prima, il 12 settembre 2006, Zamparini si sarebbe incontrato di mattina con l’assessore all’Urbanistica Aldo Damiano ed insieme avrebbero effettuato “senza l’ausilio di alcun tecnico comunale” un sopralluogo le cui valutazioni finali per Corona, avrebbero portato la Giunta ad autorizzare l’apertura dell’ipermercato. “Dopo qualche ora dal sopralluogo – scrive ancora Corona - pervenne però al Comune l’esposto delle associazioni ambientaliste che denunciavano, tra le altre cose, la mancata realizzazione del parcheggio previsto sul tetto dell’edificio”. Tale segnalazione, secondo Corona, dimostrerebbe “l’intenzione di Zamparini di asservire al centro Commerciale l’area di sosta realizzata nell’area destinata a parco fluviale”.
“Lo stesso giorno – prosegue poi la nota di Altrabenevento - i lavori al centro commerciale furono bloccati perché i tecnici della Vigilanza Edilizia riscontrarono che sul tetto il parcheggio non si poteva fare perché c’erano 76 lucernari e aperture per impianti di aereazione, con tubi e canaline che impedivano il passaggio di eventuali autoveicoli che comunque non avrebbero potuto accedervi per mancanza della rampa”. Secondo corona, la stessa verifica sarebbe stata fatta dai tecnici nel febbraio 2006 “e per questo il cantiere del centro commerciale fu sequestrato dalla Procura della Repubblica e poi restituito a Zamparini dal tribunale del riesame che aveva accolto la tesi dell’imprenditore e cioè che quel parcheggio si poteva comunque costruire in seguito”.
“Il resto è storia nota: gli amministratori comunali di Benevento approvarono la delibera 150 e autorizzarono Zamparini ad aprile il Centro Commerciale”. Il tutto, però, secondo Corona, “in cambio di impegni finora non mantenuti, anche per responsabilità del Comune, con un danno alla città di sei milioni di euro per la mancata realizzazione e cessione di strade e parco fluviale”.
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