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5/2/2025 :: 15:39:37

Tensione in Aula: Nordio e Piantedosi riferiscono sulla liberazione di Almasri. Assente Meloni

Governo Meloni (Foto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT)
Governo Meloni (Foto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT)

Scontro politico e istituzionale sulla vicenda del generale libico: applausi dal centrodestra, proteste dalle opposizioni.

Clima rovente oggi alla Camera dei Deputati, dove il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, entrambi indagati, hanno riferito sulla controversa liberazione del generale libico Osama Almasri. L’assenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha acceso ulteriormente il dibattito, scatenando critiche feroci dalle opposizioni.

Il caso Almasri ha sollevato un vero e proprio terremoto politico. Il generale libico, accusato di torture e crimini efferati, è stato rimpatriato in Libia grazie a una decisione governativa che ora viene duramente contestata. La scelta di consentire la sua liberazione ha sollevato interrogativi sulla posizione dell’Italia in materia di diritti umani e sulla sua credibilità internazionale.

 Nordio attacca la magistratura, centrodestra in applausi

Nel suo intervento, Nordio ha difeso l’operato del governo, sostenendo che la decisione fosse legittima e basata su valutazioni tecniche. Tuttavia, il Guardasigilli ha poi alzato il tiro, criticando la magistratura e accusandola di interferenze politiche. Le sue parole hanno scatenato reazioni opposte: applausi dalle fila del centrodestra, mentre le opposizioni hanno reagito con fischi e urla di protesta.

La tensione ha raggiunto il culmine quando Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra) ha mostrato in Aula la foto di una bambina, presumibilmente vittima delle torture inflitte da Almasri. "Nordio che dice?" ha chiesto provocatoriamente Fratoianni, sfidando il ministro a rispondere sull’impatto umano della vicenda.

Schlein attacca: "Meloni spieghi all'Italia, non ai suoi follower"

A pesare più di ogni altra cosa è stata l’assenza della presidente del Consiglio. Giorgia Meloni ha finora affrontato la vicenda solo attraverso dichiarazioni e dirette social, evitando il confronto parlamentare. Una scelta che la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha definito "inaccettabile".

"Meloni non può pensare di cavarsela con video e dirette social. Non deve spiegare ai suoi followers, ma all'Italia", ha affermato Schlein, puntando il dito contro un governo che, a suo dire, ha "sfregiato la credibilità internazionale del Paese" con la decisione di rimandare in patria un noto torturatore.

Dello stesso avviso Maria Elena Boschi (Italia Viva), che ha rincarato la dose: "Meloni ha avuto paura di Almasri", lasciando intendere che la presidente del Consiglio abbia preferito evitare l’Aula per non esporsi su una vicenda tanto spinosa.

Conte: "Meloni assente per viltà. L'Italia porto franco per i criminali"

L’attacco più duro è arrivato dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha definito l’assenza di Meloni "un atto di grande viltà". Secondo l’ex premier, la presidente del Consiglio avrebbe fornito ben tre versioni diverse sulla liberazione di Almasri, per poi sottrarsi al confronto in Parlamento.

"Ormai siamo diventati un porto franco, un Paese dei balocchi per i criminali", ha accusato Conte, denunciando un’Italia sempre più priva di credibilità sul piano internazionale. Il leader pentastellato ha poi definito Nordio "il giudice assolutore di Almasri", sottintendendo che il ministro della Giustizia abbia agito più da difensore dell’accusato che da garante della legalità.

 Un caso destinato a lasciare il segno

La vicenda Almasri segna un nuovo punto di frattura tra governo e opposizioni. Da una parte, il centrodestra difende la scelta del rimpatrio e attacca la magistratura; dall’altra, le opposizioni denunciano un grave danno all’immagine dell’Italia e accusano il governo di fuggire dalle proprie responsabilità.

L’assenza di Meloni non farà che alimentare polemiche nei prossimi giorni. Il rischio per la presidente del Consiglio è che il caso non si chiuda qui e che la sua strategia comunicativa, basata su dichiarazioni a distanza, non basti a placare lo scontro politico.



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