Risoluzione per arginare le esportazioni di greggio su navi non tracciabili e obsolete: una sfida alla sicurezza e alle sanzioni internazionali.
Giovedì scorso, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione volta a contrastare il fenomeno della cosiddetta "flotta fantasma" russa, un sistema di navi obsolete e non tracciabili che Mosca utilizza per esportare petrolio aggirando le sanzioni internazionali imposte dall’Unione Europea e dal G7. L’appello rivolto alla Commissione Europea punta a rafforzare le misure contro questa pratica, che rappresenta una minaccia non solo per l'efficacia delle sanzioni, ma anche per la sicurezza marittima e l'ambiente.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea e il G7 hanno adottato sanzioni per ridurre i flussi di denaro verso la Russia, inclusi limiti stringenti alle esportazioni di petrolio. Il blocco occidentale ha introdotto tetti ai prezzi del greggio e restrizioni sull’utilizzo di infrastrutture finanziarie e marittime. Tuttavia, per continuare a vendere il proprio petrolio a mercati come Cina, India e altri Paesi non allineati alle sanzioni, la Russia ha fatto ricorso a strategie elusive, tra cui il potenziamento di una rete di navi vetuste e difficili da tracciare.
Questa "flotta fantasma" si compone di vecchie petroliere che operano al di fuori delle tradizionali rotte marittime e senza sistemi di identificazione attivi. Molte di queste navi appartengono a compagnie di comodo con sede in paradisi fiscali e si avvalgono di metodi rischiosi, come il trasferimento di carichi in alto mare per mascherare l’origine del greggio.
Secondo gli eurodeputati, la pratica rappresenta una sfida duplice. Da un lato, mina le sanzioni economiche, che mirano a limitare i proventi derivanti dalle esportazioni di energia, una delle principali fonti di finanziamento per l'invasione russa dell’Ucraina. Dall’altro, crea gravi rischi per la sicurezza marittima e ambientale.
Le navi utilizzate nella flotta fantasma sono spesso obsolete e in pessime condizioni, aumentando la probabilità di incidenti, sversamenti di petrolio e altre emergenze ecologiche. Inoltre, l’assenza di tracciamento impedisce alle autorità di intervenire tempestivamente in caso di problemi, aumentando il potenziale impatto disastroso per gli ecosistemi marini e costieri.
La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea di adottare misure più incisive per bloccare questa pratica. Tra le proposte avanzate figurano:
1. Miglioramento della tracciabilità delle navi - Rafforzare i sistemi di monitoraggio marittimo per identificare le petroliere che operano senza trasponder attivi o che utilizzano pratiche di occultamento, come l'oscuramento intenzionale dei segnali AIS (Automatic Identification System).
2. Sanzioni secondarie - Introdurre penalizzazioni per gli armatori, le compagnie assicurative e gli intermediari finanziari che facilitano le operazioni di esportazione del greggio russo attraverso queste navi fantasma.
3. Rafforzamento delle infrastrutture di ispezione - Garantire controlli più severi nei porti europei per le navi sospette e aumentare la cooperazione con organizzazioni marittime internazionali.
4. Sensibilizzazione globale - Collaborare con Paesi terzi per scoraggiare l'acquisto di petrolio trasportato su navi non conformi alle norme di sicurezza e tracciabilità.
La risoluzione non è vincolante, ma rappresenta un chiaro segnale politico sulla determinazione dell’Unione Europea a rafforzare la pressione economica sulla Russia. L’appello del Parlamento arriva in un momento in cui Mosca ha intensificato il ricorso a pratiche elusive per mantenere il proprio peso nel mercato globale del petrolio.
Secondo alcune stime, la flotta fantasma russa è cresciuta notevolmente negli ultimi mesi, raggiungendo centinaia di navi. Molte di queste sono state acquistate da operatori non trasparenti, mentre altre sono navi dismesse da flotte occidentali e reintrodotte in servizio senza gli adeguati standard di manutenzione.
Gli analisti marittimi sottolineano che contrastare il fenomeno della flotta fantasma richiede una strategia coordinata a livello internazionale. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che l’adozione di misure più severe potrebbe avere conseguenze indesiderate, come l’innalzamento dei costi assicurativi per l’intero settore marittimo o il rischio di sanzioni accidentali a operatori legittimi.
La lotta contro la flotta fantasma russa è una questione cruciale per preservare la credibilità delle sanzioni internazionali e per tutelare la sicurezza globale. Se Bruxelles accoglierà le richieste dell’Europarlamento, il successo di queste misure dipenderà dalla capacità dell’UE di coinvolgere altri attori globali, come l’Organizzazione Marittima Internazionale e i Paesi importatori di petrolio russo.
Sebbene le sanzioni abbiano già dimostrato un impatto significativo sull’economia russa, l’efficacia a lungo termine dipenderà dalla risolutezza con cui l’UE e i suoi alleati affronteranno le tattiche elusive di Mosca.
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