Il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, non è una festa di parte, ma di tutti.
Ripercorriamo in questa breve cronologia gli eventi che portarono alla Liberazione, ma soprattutto ricordiamo cosa aveva significato il fascismo per la nostra Nazione.
Perché invece sia così divisiva, lo spiega egregiamente uno storico, il professore Alessandro Barbero.
Le forze partigiane e gli Alleati liberano Milano dal controllo nazista, segnando la fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia. La data diventa simbolo della Resistenza e della lotta per la libertà.
Inizia il movimento di Resistenza contro l'occupazione nazista e il regime fascista rimanente. I partigiani combattano per la liberazione dell'Italia e la restaurazione della democrazia. Gruppi partigiani si organizzano per combattere contro l'occupazione nazista e il governo fascista collaborazionista della Repubblica Sociale Italiana (RSI). In tutto il paese i partigiani combattono contro le forze nazifasciste occupanti, contribuendo alla liberazione delle città e delle zone rurali.
L'Italia annuncia la sua resa agli Alleati, firmando l'armistizio di Cassibile, annunciando la sua uscita dalla guerra al fianco dell'Asse. Le forze tedesche occupano il paese che è così diviso tra una zona occupata dai nazisti e una controllata dagli Alleati.
Il regime fascista entra in crisi a causa delle sconfitte militari e delle crescenti tensioni interne.
Il Gran Consiglio del Fascismo vota per rimuovere Mussolini dalla carica di capo del governo. Il re lo arresta e lo sostituisce con il maresciallo Pietro Badoglio, segnando l'inizio del crollo del regime fascista.
Le principali campagne militari italiane furono:
L'Italia firma il Patto d'Acciaio con la Germania nazista, creando un'alleanza militare con il Terzo Reich di Adolf Hitler.
Il regime fascista introduce le leggi razziali, che discriminano gli ebrei italiani e limitano i loro diritti civili, economici e sociali.
Le leggi razziali fasciste furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi emanati dal regime fascista italiano tra il 1938 e il 1945, con l'obiettivo di discriminare e perseguitare le persone di religione ebraica.
Ispirate dalle ideologie naziste antisemite, queste leggi si basavano sulla falsa teoria della superiorità della razza ariana su quella ebraica.
Le principali leggi razziali furono:
Comportavano:
Si stima che in Italia le persone vittime delle leggi razziali furono circa 60.000.
Tuttavia, il numero preciso è difficile da stabilire, a causa della complessità delle normative e della volontà del regime fascista di nascondere le reali dimensioni della persecuzione.
Le leggi razziali rappresentarono uno dei capitoli più bui della storia italiana e costituiscono una macchia indelebile sul regime fascista.
Ricordare e approfondire questi eventi è fondamentale per mantenere viva la memoria delle vittime e per contrastare ogni forma di intolleranza e discriminazione.
Mussolini appoggia attivamente il generale Francisco Franco nella guerra civile spagnola, inviando truppe fasciste in supporto ai nazionalisti spagnoli. Il corpo di spediione, composto da "volontari" fascisti (arrivarono sino a 60 mila con 4000 caduti sul campo), 12 bombardieri trimotori Savoia-Marchetti S.M.81. ed alcuni sommergibili.
L'Italia invade l'Etiopia per espandere il proprio impero coloniale. La guerra termina con la conquista italiana e l'annessione dell'Etiopia.
La guerra servì a Mussolini per rafforzare il suo consenso interno e per presentare l'Italia come una potenza imperiale in ascesa. La propaganda fascista enfatizzò la vittoria come una rivincita sulla sconfitta di Adwa del 1896 e come l'inizio di un nuovo "Impero Romano".
Avvicinamento alla Germania nazista. L'invasione dell'Etiopia, condannata dalla Società delle Nazioni, portò l'Italia all'isolamento internazionale e spinse Mussolini ad avvicinarsi alla Germania nazista, con la quale condivideva l'ostilità verso le democrazie occidentali e l'aspirazione a creare un nuovo ordine mondiale.
Preludio alla Seconda Guerra Mondiale. La guerra d'Etiopia fu un banco di prova per le forze armate italiane e per l'uso di nuove armi come i gas chimici.
Crimini di guerra e atrocità. La guerra d'Etiopia fu caratterizzata da numerosi crimini di guerra e atrocità, tra cui l'uso di armi chimiche contro la popolazione civile, l'esecuzione di prigionieri e il saccheggio di città e villaggi. Questi crimini ebbero un impatto devastante sulla popolazione etiope e danneggiarono gravemente l'immagine dell'Italia a livello internazionale.
Il regime fascista promulga le cosiddette "Leggi Fascistissime", che consolidano il potere di Mussolini e limitano le libertà individuali e politiche, sopprimendo l'opposizione e stabilendo una dittatura.
Le leggi fascistissime, note anche come leggi eccezionali del fascismo, furono una serie di atti normativi emanati tra il 1925 e il 1926 che segnarono l'inizio della trasformazione dell'Italia da uno stato liberale in un regime totalitario.
Promosse da Benito Mussolini e approvate dal parlamento italiano, queste leggi avevano l'obiettivo di consolidare il potere del Partito Nazionale Fascista (PNF) e di eliminare qualsiasi forma di opposizione al regime.
Le principali leggi fascistissime erano:
Le leggi fascistissime ebbero un impatto profondo sulla società italiana, eliminando le libertà civili e politiche e instaurando un clima di dittatura.
Esse rappresentarono un punto di svolta fondamentale nella storia d'Italia, segnando l'inizio di un periodo buio e oppressivo che sarebbe durato fino alla caduta del regime fascista nel 1945.
Oltre alle leggi sopracitate, nel 1928 fu approvata anche una modifica della legge elettorale per la Camera dei deputati, che introduceva una lista unica nazionale di 400 candidati scelti dal Gran Consiglio del Fascismo da sottoporre agli elettori per l'approvazione in blocco.
Le leggi fascistissime, nel loro complesso, rappresentarono un colpo di stato legislativo che trasformò l'Italia da una democrazia parlamentare in uno stato totalitario. Esse posero le basi per la repressione politica, l'esclusione delle minoranze e l'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale.
Ancora oggi, le leggi fascistissime rimangono un monito dei pericoli del totalitarismo e dell'importanza della difesa delle libertà democratiche.
Il 10 giugno 1924, il deputato socialista Giacomo Matteotti venne rapito e assassinato a Roma da una squadra di fascisti su ordine di Amerigo Dumini, con la complicità di esponenti di alto livello del regime, tra cui lo stesso Benito Mussolini.
Matteotti, figura di spicco del Partito Socialista Italiano, si era distinto per le sue denunce delle illegalità e dei brogli elettorali compiuti dai fascisti alle elezioni del 1924. Le sue critiche al regime e la sua richiesta di annullamento del risultato elettorale lo avevano reso un nemico numero uno per Mussolini.
L'omicidio di Matteotti ebbe un impatto devastante sull'Italia. Provocò una profonda crisi politica e sociale, che sfociò nella secessione dell'Aventino da parte dei partiti di opposizione e nella dittatura aperta di Mussolini.
La Marcia su Roma fu una manifestazione armata eversiva organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), guidata da Benito Mussolini, volta a prendere il potere con la forza. Si svolse dal 28 al 30 ottobre 1922.
Mussolini minacciò di prendere Roma con migliaia di fascisti armati, noti come "squadristi", per costringere il re Vittorio Emanuele III a nominarlo Primo Ministro. Invece di ordinare all'esercito di fermare la marcia, il re scelse di legittimare Mussolini nominandolo presidente del consiglio.
Questo evento segnò la fine del sistema liberale parlamentare in Italia e l'inizio della dittatura fascista.
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