Una cittadella gestita dall'ong italiana Vis, nata nel 1986 e attiva in 40 paesi del mondo per dare rifugio agli sfollati di Leopoli.
Circa novecento persone hanno trovato una nuova casa nella cittadella modulare di Mariapolis, a Leopoli, nell'Ucraina occidentale. Scappati dalla guerra in corso nel loro paese, gli sfollati cercano qui di ricostruire la loro vita stravolta dal conflitto.
La cittadella è gestita dall'ong italiana Vis, nata nel 1986 e attiva in 40 paesi del mondo. In collaborazione con il governo polacco e l'amministrazione locale, la ong fornisce agli sfollati un alloggio sicuro e confortevole, oltre a cibo, vestiti, assistenza medica e psicologica.
Un microcosmo di speranza - All'interno della cittadella, si respira un'atmosfera di solidarietà e speranza. Le persone si aiutano a vicenda, cucinano insieme, organizzano attività per i bambini e cercano di mantenere vive le loro tradizioni.
"Qui ci sentiamo al sicuro e protetti", racconta una donna anziana originaria di Mariupol. "Abbiamo perso tutto, ma qui abbiamo trovato una nuova famiglia".
Un futuro incerto - Nonostante la difficile situazione, gli sfollati non perdono la speranza di poter tornare un giorno alle loro case. Nel frattempo, si impegnano a ricostruire la loro vita nella cittadella, imparando la lingua ucraina e cercando nuove opportunità di lavoro.
L'impegno di Vis - "Il nostro obiettivo è quello di aiutare gli sfollati a superare questo momento difficile e a riprendere in mano la loro vita", spiega un rappresentante di Vis. "Ci impegniamo a fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno per affrontare il futuro con speranza".
La cittadella di Mariapolis è un esempio di come la solidarietà e l'impegno di una ong italiana possano fare la differenza nella vita di chi ha perso tutto a causa della guerra.
Sul fronte mediorientale, intanto, proseguono le operazioni di altre ONG europee per portare aiuti umanitari ai civili. L'imbarcazione dell'ong Open Arms con a bordo 200 tonnellate di cibo, è ancora ferma nel porto di Larnaca a Cipro. Una volta salpata, la nave impiegherà tra i due e i tre giorni per raggiungere la Striscia di Gaza.
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