La Banca centrale europea ieri, 8 settembre, ha alzato i tassi di interesse di 0,75 punti.
E' arrivata la stretta monetaria da parte della BCE per tenere a bada l'inflazione. I tassi arrivano ora all'1,25%, è il più alto aumento della storia, per frenare l'aumento dei prezzi nell'area dell'Euro. La regolazione dei tassi è uno degli strumenti di politica monetaria a disposizione della Banca Centrale Europea che ha tra i suoi principali fini istituzionali proprio il contentimento dell'inflazione ("Manteniamo i prezzi stabili e il tuo denaro al sicuro" è il motto della BCE).
Il Consiglio direttivo della BCE si riunisce ogni sei settimane per prendere decisioni di politica monetaria, stabilendo cosa fare per mantenere l’inflazione al 2%.
"Il Consiglio direttivo" - ha diramato in una nota la BCE - "ha deciso oggi di innalzare di 75 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Questa importante misura anticipa la transizione dal livello attualmente molto accomodante dei tassi di interesse di riferimento a livelli che assicureranno un ritorno tempestivo dell’inflazione al nostro obiettivo del 2%. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa. Il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente la traiettoria della politica monetaria alla luce delle informazioni più recenti e dell’evolvere delle prospettive di inflazione. Anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale vengono definite di volta in volta a ogni riunione".
La BCE prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, poiché l’inflazione continua a essere troppo elevata e stima che si mantenga su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. Secondo le previsioni dell’Eurostat l’inflazione ha raggiunto il 9,1% ad agosto.
In prospettiva, gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull’inflazione, che quindi si porterebbe in media all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024.
Dopo la ripresa nella prima metà del 2022, i dati recenti indicano un notevole rallentamento dell'economia dell'area dell'euro. I prezzi molto elevati dell'energia riducono il potere d'acquisto dei redditi delle famiglie e le strozzature dal lato dell'offerta continuano a frenare l'attività economica. Le persistenti vulnerabilità causate dalla pandemia rappresentano ancora un rischio per la trasmissione ordinata della politica monetaria.
Pertanto la BCE conclude che "continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica, per contrastare i rischi a cui è soggetto il meccanismo di trasmissione in seguito alla pandemia".
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