L’intolleranza al lattosio è l’incapacità di digerire lo zucchero lattosio a causa di una carenza dell’enzima digestivo lattasi; ciò comporta diarrea e crampi addominali. “Intolleranza” alimentare significa non tollerare alcuni alimenti perché non si riesce a digerirli.
L’intolleranza al lattosio è molto comune, infatti, tranne per le popolazioni di origine nordeuropea, la maggior parte degli adulti sani non riesce a digerire significative quantità di lattosio ed è pertanto normalmente “intollerante al lattosio”; il consumo di latte o di latticini può causare sintomi, fra cui gonfiore e crampi allo stomaco, diarrea, flatulenza e nausea. Il trattamento include evitare i latticini o prendere una compressa di lattasi.
L’allergia al latte vaccino è differente dall’intolleranza al lattosio. I soggetti con allergia al latte vaccino sono in grado di digerire il latte correttamente, ma le proteine presenti nel latte scatenano una reazione allergica.
Tutti i neonati possiedono nell’intestino la lattasi, l’enzima che consente loro di digerire il latte materno. Quasi tutti producono meno lattasi crescendo. Quando la quantità di lattasi non è più sufficiente, iniziano a comparire sintomi di intolleranza al lattosio dopo l’assunzione di latticini. Fanno tuttavia eccezione i soggetti di famiglie dell’Europa settentrionale. Molte persone di questa regione sono in grado di digerire i latticini per tutta la vita.
I livelli di lattasi sono elevati nei neonati e questo consente loro di digerire il latte. Tuttavia, nella maggior parte dei gruppi etnici (l’80% della popolazione di razza nera e degli ispanici, oltre il 90% degli asiatici), i livelli di lattasi si riducono dopo lo svezzamento. Tale diminuzione implica che negli anni successivi e anche in età adulta, questi gruppi etnici non sono in grado di digerire elevate quantità di lattosio. Tuttavia, l’80-85% delle popolazioni di razza bianca del nordovest europeo produce lattasi per tutta la vita ed è pertanto in grado di digerire il latte e i prodotti caseari da adulti. Pertanto, per la composizione etnica della popolazione degli Stati Uniti, è probabile che circa 30-50 milioni di statunitensi siano intolleranti al lattosio. È interessante notare che questa “intolleranza” sia in realtà la norma per oltre il 75% della popolazione mondiale.
Una temporanea intolleranza al lattosio può svilupparsi quando un disturbo, come un’infezione intestinale, danneggia la mucosa dell’intestino tenue. Quando i soggetti si riprendono da questi disturbi, sono in grado di digerire nuovamente il lattosio.
Possono anche presentarsi intolleranze ad altri zuccheri, ma sono relativamente rare. Ad esempio, una carenza dell’enzima sucrasi impedisce il metabolismo del saccarosio e il suo assorbimento nel torrente ematico, mentre una carenza degli enzimi maltasi e isomaltasi impedisce il metabolismo e l’assorbimento dello zucchero maltosio nel torrente ematico.
I soggetti con intolleranza al lattosio di solito non riescono a tollerare il latte e altri prodotti caseari, che contengono lattosio. Gli adulti sviluppano solitamente i sintomi solo dopo aver consumato 250-375 millilitri di latte. Alcuni soggetti riconoscono in epoca precoce che il latte e altri prodotti caseari causano disturbi gastrointestinali e, consciamente o inconsciamente, evitano tali alimenti.
Un bambino intollerante al lattosio ha diarrea e può non aumentare di peso se il latte fa parte della dieta. Un adulto può presentare meteorismo e crampi addominali, diarrea acquosa, flatulenza, nausea, rumori intestinali auscultabili (borborigmi) e un urgente bisogno di evacuare tra 30 minuti e 2 ore dopo l’assunzione di alimenti contenenti lattosio. In alcuni soggetti, una grave diarrea può impedire l’appropriato assorbimento delle sostanze nutritive, poiché queste sono espulse dall’organismo troppo rapidamente. L’intolleranza al lattosio può iniziare dopo un trauma o un intervento chirurgico all’intestino o altri problemi intestinali.
I sintomi che derivano dall’intolleranza al lattosio sono di solito lievi. Al contrario, i sintomi che derivano dal malassorbimento in caso di celiachia, sprue tropicale e infezioni dell’intestino sono più gravi.
Il medico sospetta l’intolleranza al lattosio quando un soggetto presenta sintomi dopo aver consumato prodotti caseari. Se un periodo di prova con una dieta priva di prodotti caseari di 3-4 settimane elimina i sintomi, e questi ultimi compaiono di nuovo quando il soggetto consuma prodotti caseari, la diagnosi è confermata.
Test specifici sono raramente necessari, ma, in alcuni pazienti, i medici confermano la diagnosi con un test del respiro all’idrogeno, ovvero un test di 4 ore, che prevede il consumo di una piccola quantità misurata di lattosio. Prima e dopo il consumo di lattosio, si misura la quantità di gas idrogeno nel respiro del paziente ad intervalli di 1 ora, poiché i batteri intestinali producono idrogeno quando digeriscono lattosio non assorbito. Se la quantità di idrogeno nel respiro aumenta significativamente dopo il consumo di lattosio, il paziente è intollerante al lattosio.
Il test di tolleranza al lattosio è un esame alternativo, meno sensibile, che oggi si esegue raramente. Dopo il consumo di una quantità misurata di lattosio, i medici monitorano i sintomi del paziente e ne misurano i livelli di glucosio nel sangue più volte. I soggetti che riescono a digerire il lattosio non sviluppano sintomi e i livelli di zucchero nel sangue aumentano. Chi non riesce a digerire il lattosio sviluppa diarrea, meteorismo addominale e fastidio nell’arco di 20-30 minuti e il livello di glucosio nel sangue non aumenta.
L’intolleranza al lattosio si può controllare attraverso la dieta evitando i cibi contenenti lattosio, soprattutto i prodotti caseari. Lo yogurt è spesso tollerato perché contiene naturalmente lattasi prodotta da Lactobacilli. Il formaggio contiene quantità di lattosio inferiori rispetto al latte ed è spesso tollerato, in base alla quantità assunta, mentre sul mercato sono presenti sia latte che altri alimenti senza lattosio.
I soggetti che devono evitare i prodotti caseari devono assumere integratori di calcio per prevenirne la carenza. Gli integratori di enzima lattasi sono disponibili senza prescrizione medica e possono essere assunti quando si mangiano o bevono prodotti contenenti lattosio.
Atenodoro R. Ruiz, Jr., MD, The Medical City, Pasig City, Philippines - Articolo pubblicato da ilQuaderno.it - Manuali MSD, per gentile concessione
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