Il tema dello straniero é il fil rouge che lega trasversalmente gran parte dei titoli in gara per la 73esima edizione del Premio Strega. La serata di presentazione degli autori finalisti condotta dalla giornalista de La7, Tiziana Panella.
La pioggia battente ha impedito ai dodici finalisti della 73esima edizione del Premio Strega di godere dello scenario maestoso dell’arco di Traiano, ma non della partecipazione attenta e dell’entusiasmo della platea, che ha richiamato presso il teatro S. Marco nella serata del 12 aprile personalità del mondo culturale e politico della città, cittadini e giovani “giurati”: studenti delle scuole secondarie della città, cui pure spetterà di esprimere la propria preferenza attraverso una breve recensione su piattaforma online.
Presenti alla manifestazione esponenti dei promotori del premio che, com’è noto, è patrocinato dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e dalla Alberti - la casa beneventana produttrice del noto liquore Strega da cui il premio prende il nome - dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con BPER Banca.
E’ saltata immediatamente all’occhio la preponderante presenza di quote rosa: tra gli autori ben sette le scrittrici: Paola Cereda (Quella metà di noi, Perrone) il cui libro è stato proposto da Elisabetta Mondello, Benedetta Cibrario (Il rumore del mondo, Mondadori); proposto da Giorgio Ficara; Claudia Durastanti (La straniera, La nave di Teseo), proposto da Furio Colombo; Marina Mander (L’età straniera, Marsilio, proposto da Benedetta Tobagi; Eleonora Marangoni (Lux, Neri Pozza), proposto da Sandra Petrignani; Cristina Marconi (Città irreale, Ponte alle Grazie), proposto da Masolino D’Amico; Nadia Terranova (Addio fantasmi, Einaudi Stile libero) proposto da Pierluigi Battista; a fronte dei cinque scrittori: Valerio Aiolli (Nero ananas, Voland), proposto da Luca Formenton; Mauro Covacich (Di chi è questo cuore, La nave di Teseo)proposto da Loredana Lipperini); Pier Paolo Giannubilo,Il risolutore, Rizzoli), proposto da Ferruccio Parazzoli; Marco Missiroli (Fedeltà, Einaudi) proposto da Sandro Veronesi;, Antonio Scurati (M. Il figlio del secolo, Bompiani) proposto da Francesco Piccolo.
Dalle interviste condotte dall’animatrice dell’evento, Tiziana Panella, volto noto de La7, è emerso un fil rouge che ha legato la più parte delle opere; un tema che per alcuni si palesa già dal titolo, per altri è legato alla biografia (molti autori vivono all’estero o vi hanno vissuto per molti anni), per altri ancora è il tema diretto o trasversale del proprio libro, ed è il sentirsi stranieri in terra altrui o in terra propria o la percezione di estraneità a se stessi.
C’è chi lega l’accezione di straniero alla condizione di ricerca interiore (Durastanti, La straniera); chi arriva a bullizzare l’amico , che percepisce come estraneo fino a quando riesce ad avvertirne la presenza dentro di sè, a sentire che l’altro è parte del proprio cuore (Covacich, Di chi è questo cuore); chi crede che sia illusorio quanto inutile pensare di cogliere l’entità dello straniero racchiudendola in un’etichetta (Mander, L’età straniera); chi pensa che casa siano non i muri ma i rapporti interpersonali che si riesce a costruire (Marconi, Città irreale); chi ritiene difficile tessere relazioni perché definisce la sua generazione una “generazione disgregata” dagli eventi storici e socio-economici ( Missiroli, Fedeltà).
E c’è molto della storia attuale, della Brexit e del “palpabile senso di avversione che si respira oggi in Inghilterra”. Lo afferma Benedetta Cibrario (Il rumore del mondo) che vive a Londra ormai da tempo. Il suo libro è frutto di ricerche sulle migrazioni nell’Ottocento, quando gli italiani apparivano ben accetti in una società coesa, aperta a quella che Paola Cereda definisce “ pluralità culturale” in”Quella metà di noi”.
C’è chi trova la luce in ogni luogo in cui si sofferma (Marangoni, Lux), chi come Antonio Scurati sente la responsabilità di far conoscere alle nuove generazioni la storia del fascismo per scongiurarne il ritorno (Scurati, M. Il figlio del secolo). La pensa allo stesso modo Valerio Aiolli che in “Nero ananas” ricostruisce gli anni dell’eversione nera, su cui l’autore dice non sia stata fatta ancora piena luce. A riportarci ai tanti scomparsi, cui non sempre è possibile dare un nome è Nadia Terranova in “Addio fantasmi”: l’autrice teme che del loro ricordo si possa restare ostaggio. Infine P.P Giannubilo definisce il suo libro, “Il risolutore” una biofiction, con una formula ed un’architettura insolite.
Tra la presentazione di un libro e l’altro il sindaco Mastella, invitato sul palco, si è detto disponibile ad accettare la sfida per Benevento quale sede del premio Strega Europeo. Giovanni Solimene, presidente della Fondazione Bellonci, si è detto favorevole, pur riservandosi di fare opportune valutazioni in merito prima di esprimersi positivamente al riguardo. Una buona notizia ha potuto darla, invece, Rossella Del Prete, assessore al patrimonio culturale di Benevento: l’apertura di una sezione della biblioteca comunale dedicata ai Premi Strega. Una raccolta cui potrà accedere la cittadinanza tutta.
La serata si conclude a Benevento con una foto di gruppo degli autori, ma proseguirà con ulteriore selezione della cinquina dei finalisti, che avrà luogo come di consueto a Roma, nel Tempio di Adriano- Camera di Commercio. La seconda votazione e la proclamazione del vincitore si svolgeranno giovedì 4 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia , seguito in diretta su Rai 3.
Sonia Caputo
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