Nell’ambito del progetto "Un Mondo di Suoni", programma regionale di eventi e iniziative; Karima, con il suo tour Voices, ha portato la sua splendida voce nel suggestivo Chiostro di San Francesco a Sant’Agata dei Goti.
Quella realizzata a Karima, diciamo che non stata la solita intervista - bensì - una sorta di chiacchierata; molto piacevole. Probabilmente, frutto della simpatia che riesce a mettere in ogni sua risposta. Non si può non iniziare dal ricordo di Amici, programma condotto da Maria De Filippi: "Stiamo parlando di una realtà diversa da quella attuale. Era un’altra Karima. Sono passati 12 anni, ero una ragazzina che si affacciava al mondo dello spettacolo; anche se in realtà venivo da 36 puntate di Domenica In. Quindi, con la tv avevo già una certa confidenza. Per me è stato un grande trampolino che ha lanciato il messaggio di una cantante ma, in realtà, era qualcosa che facevo già da diversi anni. Non è stato un traguardo, ma un passaggio importante della mia carriera musicale”.
Poi è arrivato il Festival di Sanremo: “Quello dell’Ariston è un palco che pesa molto. Anche se provi a non pensarci, il peso si avverte. In tutte e tre le sere che ero su quel palco avvertito una paura incredibile. Però, in compenso, c’è stata la bella soddisfazione di essere stata accompagnata dal maestro Burt Bacharach, che conobbi nel 2008 a Roma. Lui era in tour e la scintilla artistica nacque quando ascoltò Alfie; uno dei suoi grandi capolavori cantato da me. E’ una collaborazione che poi è continuata con un disco prodotto da lui a Los Angeles”.
“Ho avuto modo di conoscere altri grandi artisti come Mario Biondi, Simply Red e Anastacia. Purtroppo sono state apparizioni molto veloci. Ognuno, poi, ha la sua vita e le sue cose da fare. Si tratta di momenti brevi, che assapori solo un attimo. Con Bacharach, invece, c'è stata più continuità”.
Veniamo al tour che Karima sta portando in giro: “Si chiama Voices ed è un omaggio alle grandi voci del Jazz. I musicisti che mi accompagnano sono ragazzi eccezionali. Cresciuti, se vogliamo, attraverso questo mio passaggio dalla Toscana al Piemonte. Dopo 32 anni a Livorno, per questioni familiari, ho lasciato il mare per la montagna. In pratica c’è Fabio Giachino al pianoforte, Davide Liberti al basso e Ruben Bellavia alla batteria”.
Il ricco curriculum di Karima contiene anche la partecipazione a Tale e Quale: “E’ stata un’esperienza che ha stupito anche me. Nella mia vita non ho mai imitato nessuno. Mi sono messa in gioco ed è andata bene”.
A dare grandi soddisfazioni è arrivato anche il musical The Bodyguard, in onore di Whitney Houston: “Vero. Sono stata premiata anche come migliore attrice. Diciamo che molti stentano a credere che abbia fatto tutte queste cose. Far rivivere questa grande voce è stata una grande responsabilità, ma non l’ho vissuta come una rivalità. Stiamo parlando di una grande artista che non esiste più e non possiamo fare altro che portare avanti, nella maniera più rispettosa possibile, il suo nome in giro per il mondo”.
L’ambiente della musica non è così facile come può apparire da fuori: “Spesso si sceglie far musica per apparire, avere successo e fare soldi. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la vera passione. Bisogna ascoltarsi e capire da dove nasce la passione per la musica. Da fuori sembrano rose e fiori, ma non è così. In generale, comunque, il mondo del lavoro richiede molto coraggio".
Karima, comunque, ha ancora un sogno nel cassetto, anche se il suo disco più bello l’ha già inciso: “Il mio sogno nel cassetto è quello di poter collaborare con Stevie Wonder. Diciamo che ho fatto già tante belle cose. Ho coronato il sogno di diventare mamma. Qualcuno mi ha detto che questo è stato il disco più bello. E' così”.
Claudio Donato
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
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