In dieci anni il tasso di occupazione è diminuito del 7%. A preoccupare è soprattutto l’elevata diminuzione del tasso di occupazione giovanile (- 18%). Situazione negativa per tutta la Campania, tranne Avellino. È la fotografia scattata dall'Istat, i cui dati sono stati diffusi oggi.
Secondo i dati Istat diffusi oggi, dal 2007 al 2017 l’occupazione a Benevento è scesa di 7 punti percentuali e quella giovanile di quasi 18, dati sicuramente non positivi per il capoluogo sannita che occupa il penultimo posto in Campania.
Analizzando le statistiche relative alla provincia di Benevento, emerge che attualmente il numero totale di occupati (15-64 anni) si attesta intorno al 41% contro il 30% degli occupati giovani (25-34 anni). In diminuzione soprattutto la quota di giovani occupati di sesso maschile (- 29, 6 % rispetto al 2007); bene, invece, per le donne occupate tra i 25 e i 34 anni che risultano essere maggiori degli uomini (35 % delle prime contro 30% dei secondi).
Bene anche Avellino, che con il 51% degli occupati sul totale della popolazione e numeri positivi rispetto al 2007 (+0, 6 %) è il capoluogo più dinamico della regione. Tuttavia l’occupazione giovanile pur raggiungendo il 52, 8 % è in calo (-6,2). Intermedia, invece, la quota di occupazione delle donne: 39% (per la fascia 15-64), 35, 8 (per la fascia 25-34).
Situazione non altrettanto positiva per il resto della Campania con Napoli e Caserta che presentano una bassa occupazione femminile (rispettivamente 26% e 28%), seppur una contenuta diminuzione dell’occupazione giovanile (- 3%) e Salerno con un aumento della disoccupazione giovanile troppo elevato (12%).
Anche l’Italia nel complesso non presenta una situazione particolarmente rosea: il tasso di disoccupazione a marzo rimane stabile all’ 11%, continuando a viaggiare sui livelli più bassi da settembre 2012. Scende, tuttavia, la disoccupazione giovanile (- 31%) anche se si riscontrano contratti di lavoro principalmente atipici e a tempo determinato.
La prima provincia in termini di occupazione è Bolzano che presenta un tasso di occupazione del 73%, seguita da Bologna (71, 8%) e Milano (69, 5%), tutte e tre sopra la media nazionale che si attesta intorno al 58%.
Le peggiori performance sono, invece, quelle di Palermo e Caltanissetta (38, 5%). Tra il 2007 e il 2017 solo 35 province (su 103) riportano valori positivi: Venezia (+ 4, 8%), Livorno (+4,4%), Pisa (+4,3%).
Da considerare, inoltre, i dati sulle donne: se è vero che nel decennio considerato la categoria meno colpita è stata proprio quella femminile, persiste, tuttavia, il gap con il tasso di occupazione maschile, al punto che attualmente si registra un calo nell’entrata del mercato del lavoro femminile di 19 mila unità.
Carmen Chiara Camarca
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
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