Il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci ha disposto la restituzione all’Arcidiocesi di Benevento dei cinque amboni in marmo del 1311, opera di Nicola da Monteforte, scampati alla distruzione della Cattedrale dai ripetuti bombardamenti degli Alleati del 1943.
Gli amboni, esposti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale presso il Museo del Sannio, istituto culturale della Provincia, entreranno, dunque, a far parte del Museo Diocesano. Il Segretario generale della Provincia, Franco Nardone, è stato incaricato di formalizzare i necessari atti amministrativi.
Ricci ha chiuso dunque positivamente una vertenza di lunga data e che aveva avuto una svolta lo scorso 16 aprile, allorché il Presidente aveva assunto l’impegno di restituire i manufatti in marmo davanti ad una una delegazione della Conferenza Episcopale della Campania, riunita per la prima volta a Benevento, nel corso di una visita alla Rocca dei Rettori, sede istituzionale della Provincia.
La delegazione, guidata dall’Arcivescovo Metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca, presente anche l’Arcivescovo emerito mons. Andrea Mugione, aveva ufficialmente rinnovato la richiesta per il ritorno nel patrimonio della Cattedrale degli amboni del 1311.
L'ambone è una tribuna in marmo, pietra o legno, chiusa da tre lati da un parapetto, aperto su una scala nel quarto lato. Nelle chiese paleocristiane e romaniche si avevano due amboni ai lati dell'altare per la lettura, in quello di destra, generalmente più piccolo, dell'Epistola, in quello di sinistra, del Vangelo.L'ambone si differenzia dal pulpito, presente nelle chiese a partire dal XIV secolo circa, che era più alto e soprattutto, essendo destinato solo alla predicazione non era più considerato un momento organico della celebrazione liturgica, bensì un momento di istruzione del popolo, non si trovava nel presbiterio, bensì nella navata o all'esterno della chiesa, come nel duomo di Prato.
Com’è noto, i bombardamenti di settembre-ottobre 1943 contro la Città di Benevento, distrussero la Chiesa Cattedrale insieme a buona parte del centro storico. Tra le poche cose che si salvarono furono recuperati dalle macerie cinque amboni in marmo, realizzati nel 1311 e cioé: 1) “San Giovanni Evangelista”, scultura frammentaria; 2) “San Bartolomeo”, scultura frammentaria; 3) “Nicola da Monteforte ai piedi del crocifisso”, bassorilievo; 4) “Madonna con Bambino”, scultura frammentaria; 5) “San Gennaro”, scultura frammentaria composta da due elementi.
I manufatti, scampati alla rovina, furono portati, alla fine del conflitto, presso il Museo del Sannio e colà esposti al pubblico con l’intesa che sarebbero stati restituiti all’Autorità religiosa allorché fosse stato ripristinato il Museo diocesano presso la Cattedrale.
Tra gli altri, lo stesso Arcivescovo emerito mons. Mugione, nel 2015, ebbe a sottolineare a Ricci l’opportunità della restituzione dei beni, ricordando, tra l’altro, “che gli Organismi internazionali nei pronunciamenti in materia dei beni culturali raccomandano il principio della salvaguardia dell’unità della testimonianza storico-artistica e della sua ricollocazione nel contesto che l’ha originata”.
Ricci, dal canto suo, ha ricordato sulla questione degli amboni si sono svolti negli ultimi mesi, presso la Provincia, incontri di lavoro con la partecipazione del prof. mons. Mario Iadanza, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Cultura e i beni culturali, e dell’arch. Salvatore Buonomo, Soprintendente alle Belle Arti di Caserta e Benevento. Peraltro, Ricci nel maggio 2017 la Provincia concesse il prestito temporaneo degli amboni di Nicola da Monteforte per la Mostra in Roma, nelle Sale Terrene dei Musei Capitolini, dal titolo “L’arte negata in mostra. Recuperi, Ritrovamenti e Confronti”, promosso dalle Soprintendenze Capitoline per la cura di Vega de Martini, che consentì di portare all'attenzione del pubblico alcuni beni artistici che si ritenevano perduti e che, invece, erano stati recuperati grazie al lavoro degli archeologi e delle Forze dell'Ordine.
Ricci ha dichiarato, commentando l’assenso alla restituzione degli amboni: “esaminata la documentazione, ne risulta attestata l’appartenenza dei beni marmorei di Nicola da Monteforte al patrimonio della Chiesa Cattedrale. Era mio dovere, a fronte di tale incontestabile proprietà, contribuire alla ricostituzione dell’insigne patrimonio artistico-culturale della stessa Cattedrale di Benevento, costituente uno dei pilastri su cui si fonda la identità storico-artistico-culturale della Città e del Sannio tutto. Sono certo che questo ulteriore presidio culturale, che sarà fruibile dal pubblico nel Museo Diocesano, possa essere motivo di un ulteriore traino di interesse nei confronti della nostra collettività”.
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