Andrà in scena oggi 19 marzo, nell’ambito del festival Filosofico del Sannio, lo spettacolo “Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi e Astror Piazzolla”.
Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla musicisti di epoche e stili completamente diversi, uno maestro del barocco, l'altro (re)inventore del tango. Hanno musicato le Quattro stagioni. Due compositori separati nel tempo da due secoli e mezzo, nati entrambi in città di mare sotto il segno dei pesci. Due città separate da circa undicimila chilometri di distanza. Anche gli emisferi in cui si trovano sono diversi: quando a Venezia è estate, a Buenos Aires è inverno, e viceversa. Eppure il ciclo delle stagioni è sempre lo stesso: primavera, estate, autunno, inverno, di nuovo primavera…
Le quattro stagioni di Vivaldi furono pubblicate nel 1725 nella raccolta “Il cimento dell’Armonia e dell’Invenzione”; quattro concerti per violino che si collocano sicuramente fra i brani più noti nella storia della musica, concerti nei quali viene rappresentata la natura, sia nella dolcezza della visione arcadica che negli aspetti più inquietanti ed ostili.
Las cuatro Estaciones porteñas vengono scritte dal 1964 al 1970, originariamente composte da Piazzolla per il suo Quintetto, nel quale egli stesso suonava il bandoneon. L’aggettivo “porteñas” si riferisce al porto di Buenos Aires, nel quale nacque il tango. E di tango è impregnata la musica di Piazzolla, arricchita da elementi di musica colta europea e da ritmi jazz.
Quello che accomuna le Stagioni vivaldiane e le Cuatro estaciones porteñas di Astor Piazzolla è innanzitutto la curiosità nei confronti degli aspetti più disparati della vita umana. Troviamo in questi pezzi la stessa varietà di situazioni, la stessa attenzione ai piccoli particolari. Tutto viene espresso attraverso il linguaggio del tango, dotato di una gestualità e di una corporeità travolgenti. Questo lo rende il linguaggio più adatto a esprimere la vita di una città cosmopolita e dinamica come Buenos Aires, cui sono ispirati questi brani (porteño si chiamano appunto gli abitanti di quella città, e il nome evoca al contempo l'idea di un porto aperto sul mare). Buenos Aires è terra di passaggio e di mescolamento di popolazioni diverse. Il tango nasce proprio da questa miscela. All'inizio è una danza un po' rozza ballata dagli emigranti italiani, spesso fra soli uomini, solo in seguito si trasforma in una danza di seduzione, agile e scattante. Per Piazzolla il tango è un linguaggio universale capace di cogliere tutte le sfumature della vita umana.
Filosofia, danza e musica saranno le protagoniste di questo avvincente spettacolo che sottolinea l’amore e la bellezza della vita. La danza che accompagna le 4 stagioni di Vivaldi è caratterizzata da una linearità accademica, mista a citazioni di danza barocca. Entrambe le coreografie, rispecchiando gli intenti musicali, alternano momenti di struggente vivacità a momenti di tenerezza, momenti di tensione, come nel temporale dell’estate, all’inquietudine di ‘Verano’ di Piazzolla.
La Primavera ne segna l’inizio, con i colori ed i profumi... l’anticamera dell’estate dove prende il sopravvento il desiderio di libertà. L’autunno è il tempo di raccolta e riflessione, in cui si comprende il senso di ciò che è stato compiuto. L’inverno rappresenta il silenzio... la riflessione
nell’amore ... l’abbandono.ma ben presto ritorna a trionfare la Primavera e la rinascita della vita.
Le Coreografie sono curate abilmente da Carmen Castiello e liberamente ispirate all’Opera di Roland Petit ‘The Four Seasons’ del 1984. Corpo di ballo della Compagnia di Balletto di Carmen Castiello. La voce narrante è di Linda Ocone. Le musiche sono a cura del Maestro Debora Capitanio che dirige l’Ensamble Novecento con la partecipazione del Liceo coreutico Alfano di Salerno.
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