Liberi e Uguali che vede la leadership di Pietro Grasso, ha presentato i propri candidati nel Sannio.
Il partito politico Liberi e Uguali nel Sannio, ha tenuto la presentazione dei propri candidati. All’incontro con la stampa erano presenti Laura Racchi, Angelo De Marco, Gianluca Serafini e Amerigo Ciervo. Assente Alessandra Limata che, per problemi di salute, non ha potuto presenziare.
Il punto cruciale, dal quale nasce il partito, si basa sulla difesa della Costituzione, così come affermato dalla candidata Laura Racchi: “Il punto di partenza è la Costituzione. Si parte dall’art. 3, che parla di uguaglianza. Bisogna rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo di una persona, garantendo un’equa distribuzione del lavoro. C’è una grande difficoltà da parte dei giovani ad entrare nel mondo lavorativo, soprattutto se si considera una fascia di età importante, che va dai 35 ai 50 anni. Si tratta di persone che perdono il lavoro - sostiene la candidata – spesso, padri di famiglia che non sono facilmente ricollocabili. Anche se i dati Istat parlano di un incremento di 345000 posti di lavoro, siamo di fronte ad un elemento che va preso con le molle. Il Jobs act è stato un fallimento, perché si è reso più facile il licenziamento. E’ vero che i lavoratori vengono ricollocati, ma questo non significa una maggiore occupazione. Se l’obiettivo era quello di incrementare il lavoro a tempo indeterminato, questo non è stato fatto".
"Altro tema importante, sempre riferito all’art. 3 della Costituzione, è l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna. Io – afferma Laura Racchi – in qualità di donna, rispetto ad un uomo non mi sento uguale davanti alla legge. Spesso la donna è vista come oggetto, ed è un concetto che va modificato. C’è ancora molto da fare. Ad una donna che sostiene un colloquio di lavoro viene chiesto se ha figli, ad un uomo no. Se una donna vuole abortire, deve sperare di trovare un medico che non sia obiettore di coscienza. Se una donna non può avere figli, non può accedere alla fecondazione eterologa, ma deve farlo fuori dal proprio paese. Questa non è uguaglianza. C’è bisogno di risposte istituzionali che non siano tardive. Noi siamo per la difesa di tutti questi diritti”.
Un punto che sta molto a cuore a Gianluca Serafini è la riforma della Costituzione, perché “Ogni volta che in Italia si parla di riforme - sostiene Serafini - si va a peggiorare la condizione di vita dei cittadini e, di conseguenza, la stabilità del paese. Per avere dei cambiamenti c’è bisogno di una spinta che parta dal basso. C’è bisogno di mettere in campo forti misure che siano di contrasto alla povertà. Dobbiamo provare a costruire un modello in un momento storico in cui non esistono punti di riferimento”.
Amerigo Ciervo, invece, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo Classico P.Giannone di Benevento, avverte l’assenza di una casa comune, dove l’uguaglianza non sia solo formale, ma sostanziale "Bisogna attuare la Costituzione, non stravisarla. Il mio punto di riferimento è il Vangelo. Se lo si legge bene, si nota che c’è un programma politico. Mi rifaccio a ciò che diceva Socrate, il quale affermava che una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. In Italia solo 26 ragazzi su 100 si laureano. Qual è il vero problema? Siamo di fronte a ragazzi meno intelligenti di altri, o siamo andati indietro rispetto alle grandi aperture degli anni 70".
"Sono anni che io ho vissuto. Ricordo che c’è stata la legge sul divorzio, sull’aborto, la chiusura dei manicomi. Altro che anni di piombo. Sono stati anni di grande apertura. Io non vedo differenza tra un discorso di centro destra e il partito democratico. La scuola e la Sanità non sono aziende, mentre noi parliamo di crediti, di prestiti, di debito. La proposta dei quattro anni del Liceo è folle. I ragazzi devono avere la possibilità di crescere, di maturare, di aspettare. Bisogna fare presto per andare dove? La riforma delle scuole premia il reddito, non il merito. Premia quelli che hanno potuto avere una condizione di partenza migliore. La scuola è diventata lo specchio della società. Noi dobbiamo riappropriarci delle idee che ci sono state scippate. La parola riforma è stata sporcata. Riforma -conclude il professor Ciervo - significa migliorare la società, creare le condizioni per un maggiore numero di persone. Questa indignazione deve tradursi in una volontà capace di creare una vera Costituzione”.
Carmen Chiara Camarca
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