Presentato ad un anno esatto dall'alluvione, presso la Cittadella della Carità, il dossier Caritas "sommersi dalla crisi, riemersi dal fango".
È stato presentato stamani nel primo anniversario dell’alluvione che ha messo in ginocchio il Sannio, il dossier della Caritas di Benevento e della diocesi di Cerreto Sannita – Telese e Sant’Agata de’Goti,"sommersi dalla crisi, riemersi dal fango". Un documento che non si ferma a quei giorni drammatici che regala uno spaccato sociale e dunque uno sguardo su quella che era la realtà prima dell’esondazione dei fiumi sanniti.
La maggior parte degli assisiti Caritas sul piano sociale sono italiani o provenienti dalla Comunità Europea (68%) di cui il 39% è coniugata ed il 49% del totale ha figli. Non si tratta solo di anziani soli, di pensioni che a malapena permettono la sopravvivenza, no. A chiedere aiuto sono over 30 – tra i 35 ed i 54 anni – quelli che la crisi ha colpito di più, non solo perché nel 21,6% dei casi l’età aumenta fino a raggiungere la forbice che va tra i 45 ed i 54 anni. Sono tanti, tantissimi dal 2011 ad oggi, così come i progetti nati dopo l’alluvione: “Bartimeo” con il sostegno diretto alle famiglie, “Lista Nozze” che è servita a sensibilizzare tutti i rivenditori d elettrodomestici che hanno applicato degli sconti a chi dove acquistare nuovamente ciò che aveva perso, “Mercatino della Solidarietà”dedicato a chi voleva donare arredi alle famiglie colpite dall’alluvione, “Betlemme” che è servito a dare un tetto agli sfollati, chi poteva infatti ha messo a disposizione le proprie abitazioni. I fondi raccolti dalla Caritas sono stati 388.879,98€, quelli spesi a dicembre dello scorso anno invece, sono stati 334.033,00€.
Certo quello fatto dalla Caritas è solo una goccia nell’oceano infatti da sola, ha potuto soddisfare solo l’8% degli aiuti per le 161 famiglie e aziende colpite recensite. Alla presentazione erano presenti l’arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca, il direttore Caritas del capoluogo don Nicola De Blasio, il direttore Caritas di Cerreto don Alfonso Calvano, il sindaco Clemente Mastella, il suo vice Erminia Mazzoni e l’assessore alle Politiche Sociali, al Volontariato ed all’Associazionismo Sociale Patrizia Maio.
Ne è nato un dibattito franco con don Nicola che ha ribadito del ruolo del “lavorare in rete e in comunione” che, “è l’unica soluzione per trovare la via del riscatto per questo territorio. Il report che presentiamo oggi – ha aggiunto – è quello che noi ogni anno stiliamo sulle povertà. L’alluvione ha aumentato in una zona interna come quella del Sannio, che si fonda sul terziario e l’agricoltura, gli effetti di una crisi endemica a livello mondiale, mettendo in ginocchio anche quelle poche aziende che insistono sul territorio. La risposta c’è stata – ha continuato – ed è stata di rinascita portata avanti da tanti giovani che si sono rimboccati le maniche. Il bilancio è che gli unici interventi fatti sulle famiglie, anche a causa della burocrazia, sono stati quelli della Caritas. Stiamo cercando di aiutare i giovani a ripartire con delle cooperative, attivato il microcredito per creare opportunità in questa terra che non va abbandonata”.
Più tecnici invece gli interventi di Erminia Mazzoni e Clemente Mastella. “Questa giornata va vissuta con spirito positivo – ha detto il vicesindaco – ed invita tutta la città a riemergere dal fango, a ripulire le coscienze, ad aggiustare il tiro delle nostre decisioni. Mi trovo in difficoltà quando devo rispondere ad un giovane che ha investito in questa città, dopo che la furia dell’acqua gli ha portato via tutto, e magari si ritrova oggi indebitato e senza lavoro. Che gli dico: forse nel 2017 ti daremo aiuto? Che deve fare? Cessare l’attività d’impresa? Quando Mastella dice: «Non è stato fatto nulla» - aggiunge la Mazzoni – è chiaramente una provocazione. Possibile che in un anno abbiamo fatto solo la ricognizione?”. E giù via, vengono citati i dati di Bakitalia che sancisce il periodo di recessione per il territorio sannita, mentre viene annunciato per lunedì l’attivazione di uno sportello dedicato ai cittadini.
Ma è il primo cittadino ad alzare il tiro. “Sono diffidente – dice – siamo un territorio ancora a rischio, serve il drenaggio e la pulizia dei fiumi”. Clemente Mastella critica l’assenza dei media, e la sottovalutazione del fenomeno, la normativa che consegna alle aziende risarcimenti per un massimo 450 mila euro “e quelle che hanno subito danni milionari? Oggi quelle aziende sono fuori mercato con qualche garanzia invece tutto questo non si sarebbe verificato. Non dobbiamo dimenticarci che quando parliamo di produzione, dobbiamo tenere anche presente l’accessibilità a questi luoghi. Anche in questo caso la situazione è drammatica”.
L’ex ministro critica ancora la “sproporzione tra il volontariato ed il labirinto burocratico delle Istituzioni”, il mancato accesso ai fondi europei. Qui il discorso è complicato. Il Fondo di solidarietà dell'UE è stato costituito con l'obiettivo specifico di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri e ai paesi in via di adesione colpiti da gravi catastrofi naturali. Per essere ammissibili a ricevere assistenza si devono soddisfare però due condizioni principali: in primo luogo la catastrofe deve aver causato un danno diretto che superi una determinata soglia a livello nazionale o regionale. Nel caso dell'Italia le soglie che si applicavano nel 2015 erano pari a 3,2 miliardi di euro a livello nazionale (per una cosiddetta grande catastrofe) ovvero, nel caso di una catastrofe dalle conseguenze più contenute a dimensione regionale, danni per un importo superiore all'1,5% del prodotto interno lordo regionale a livello NUTS 2( La classificazione NUTS -classificazione comune delle unità territoriali per la statistica - è un sistema gerarchico usato per suddividere il territorio economico dell'UE ai fini delle statistiche regionali europee, delle analisi socioeconomiche delle regioni e dell'inquadramento delle politiche regionali dell'UE).
A parlare anche il commissario Giuseppe Grimaldi. “Tre giorni dopo la mia nomina, una ragazza mi fermò davanti l’Arco di Traiano e mi racconto della sua auto che aveva comprato da poco e da pagare in 48 rate. Auto che non ritrovava più. Non le ho saputo rispondere. Quello che posso dirvi – aggiunge – è che dopo Sarno il sistema di Protezione Civile è cambiato. Inoltre è logico che un evento eccezionale porta con se delle conseguenze. Oggi stiamo mettendo in atto delle ordinanze di Protezione Civile ‘tampone’ per cercare di ripristinare quello che si può. Ci siamo dati da fare: il piano era pronto in 24 giorni, la ricognizione in 75. Anche sul tema della viabilità 8 ponti su 14 li stiamo rifacendo, abbiamo avuto delle priorità(scuole, depuratori, ponti,ndr) il danno stimato è di 700milioni per il comparto pubblico. In realtà – sottolinea – io ho dovuto ragionare si 39 milioni, ma 21 sono stati spesi per le somme urgenze. Anche sulla consegna delle schede per la ricognizione, ho vessato le amministrazioni per un anno ma anche qui da 675 schede iniziali ce ne siamo ritrovate 171 (1/3) un dato che non mi spiego. Di certo non si esce dall’emergenza in 12 mesi”.
Mons. Felice Accrocca invece dice, “venendo ho visto un territorio che porta ancora i segni del disastro. Dovremmo chiederci se siamo o meno in linea con la tabella di marcia del ripristino. Tanta gente parlando di quei giorni mi diceva ‘se non c’era la Caritas’. In quei giorni il volontariato ha fatto da coagulo, di unità per tutti che ha permesso di vincere la prima emergenza. Ora per ritrovare l’unità non dobbiamo aspettare un altro disastro. Dobbiamo cercare, ognuno con i propri compiti, di metterci davanti ad un progetto condiviso”.
La Caritas della diocesi di Cerreto Sannita invece, nella prima emergenza è stata in prima linea nei paesi di Ponte, San Lorenzo Maggiore, Telese, Casalduni, Solopaca, Amorosi, Dugenta, Guardia Sanframondi. “Quello abbiamo potuto fare – dice don Alfonso Calvano – è stato aiutare le famiglie. Per fare questo abbiamo imbastito il progetto ‘Alziamoci’ richiesto un fondo 8x1000 alla CEI di 250mila euro e siamo intervenuti sostenendo circa 420 sfollati totali, 150 famigli, 191 abitazioni colpite in modo grave. Abbiamo cerato di educare tutti alla solidarietà, restituendo quello che potevamo”.
Michele Palmieri
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
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