In una nota l’appello di Mariana Corbo sulla consegna delle schede da compilare per la conta dei danni subiti dall’alluvione. L’avvocato sannita, spiega alcune differenze e chiede che la data di consegna delle stesse sia unica, e vengano integrati anche i beni mobili e mobili registrati, per tutti i comuni in modo da riuscire a tutelare tutti.
“La popolazione sannita coinvolta nelle calamità degli ultimi giorni attende delle risposte, immediate e concrete. Oramai sembra assumere i contorni di un vero giallo la compilazione delle schede da presentare. Quali compilare e quali danni si vedranno risarciti i cittadini dei comuni coinvolti nell’alluvione dello scorso 15 ottobre? Sembra, come risulta dai siti internet delle diverse case comunali sannite, che ciascuna di loro stia distribuendo schede differenti con altrettanti differenti tempi e termini di presentazione”.
Così Marianna Corbo, avvocato del Foro sannita, in una nota, prova a fare chiarezza sulla compilazione delle schede che serviranno a quantificare e risarcire i comuni colpiti dall’alluvione.
“I Comuni di Paduli, Fragneto Monforte, San Lupo, San Marco Dei Cavoti, Castelpoto, per citarne alcuni – scrive Corbo – stanno distribuendo anche la scheda D ) per la ricognizione dei danni subiti dalle ‘attività agricole ed agroalimentari’ mentre in altri Comuni vengono adottate solo le schede A) e B), quest’ultima in particolare, priva della previsione dei beni mobili e beni mobili registrati. Oltretutto i termini di consegna delle suddette schede variano da Comune a Comune.
In ogni caso trattasi di termini troppo brevi che non consentono ai cittadini obbligati alla loro presentazione, una corretta compilazione nonché una completa allegazione del materiale fotografico, tecnico/peritale e quant’altro necessario alla esatta quantificazione del danno subito. Si è in attesa pertanto, che le Istituzioni vogliano integrare la scheda B) con la previsione dei ‘beni mobili’ (es. elettrodomestici) e dei ‘beni mobili registrati’ (es. autovetture); di prevedere un’apposita scheda D) affinché vengano risarciti anche i ‘terreni agricoli dei privati’ e le ‘attività agricole ed agroindustriali’.
È opportuno – conclude – fissare un termine unico per i comuni di tutta la provincia per il deposito della richiesta di indennizzo e che il detto termine sia prorogato di almeno un mese per consentire a chi, purtroppo, ancora oggi è costretto a fare i conti con il fango, di adempiere a quanto richiesto. Il tutto con la speranza di una celere risposta dalle Autorità competenti per evitare di creare ulteriori disagi a coloro che già versano in condizioni disperate”.
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