I cittadini padulesi hanno scelto il logo che rappresenterà la lista civica Paduli Nuova nella corsa alle amministrative 2015. Ieri, il primo gruppo di lavoro finalizzato ad approfondire gli argomenti del programma elettorale
Domenica 12 Aprile c’è stato uno scambio di idee al Punto d’incontro n.1 organizzato da Paduli Nuova, un appuntamento domenicale nato per informare, raccogliere adesioni e favorire uno scambio informale di idee, opinioni e sogni sul proprio paese. Questa volta i cittadini sono stati invitati a partecipare ad un sondaggio per la scelta del logo che rappresenterà la lista civica alle elezioni del 31 maggio. Anche i padulesi lontani dalla propria terra d’origine hanno potuto seguire l’iniziativa e partecipare alla scelta tramite sondaggio online sul gruppo facebook di Paduli Nuova, che al momento registra 1007 membri. Sia al sondaggio online che a quello cartaceo è risultato vincente il simbolo della testa, il logo concepito e disegnato dall'architetto Marialuigia Petroccia.
Ieri 15 aprile 2015 ha avuto luogo in Contrada Saglieta il primo di una serie di gruppi di lavoro il cui obiettivo principale è coinvolgere il paese nella stesura del programma elettorale, ascoltando direttamente dai cittadini, che vivono il territorio in prima persona, quali sono le problematiche più urgenti da affrontare. Il tema dell’incontro è stato: ‘Piano urbanistico comunale e sviluppo del territorio’. Dopo una breve introduzione da parte di Concetta Ranaldo, segretario di Paduli Nuova, la parola è passata ad uno dei rappresentanti del gruppo, Antonio Sarno, il quale ha presentato le linee guida di questa nuova realtà nascente sul territorio, spiegando le motivazioni che hanno spinto un gruppo di cittadini, per lo più giovani, a dare vita ad un movimento di cambiamento e gli obiettivi che quest’ultimo si prefigge.
Successivamente Sarno è passato a parlare dei temi all’ordine del giorno, evidenziando le dinamiche di approvazione del progetto urbanistico locale e le incoerenze dell’attuale commissariamento, che ha deciso di procedere senza la previa consultazione dei diretti interessati, i cittadini. “Le cose purtroppo da tempo – ha affermato – non si fanno alla luce del sole”. Inoltre numerosi sono stati i riferimenti alle potenzialità di una contrada come Saglieta, un territorio davvero importante e ricco di punti di forza che, se ben gestiti, porterebbero un enorme beneficio all’intero paese.
Da questa riflessione ha preso spunto l’intervento successivo proposto da Gerardo Ranaldo il quale ha elencato alcune delle risorse della contrada: l’essere una zona di collegamento tra Benevento e i paesi del Fortore, caratteristica che potrebbe essere sfruttata da diverse attività commerciali presenti sul territorio; la prossimità della zona industriale con quella di Benevento che potrebbe offrire numerose opportunità di collaborazione con realtà forti sul territorio sannita; infine l’agricoltura che deve essere rivalutata per far ripartire l’economia locale facendo proprio il concetto di “glocal”.
E’ stato evidenziato, inoltre, che in questi incontri non si cerca di dare risposte o soluzioni a problematiche che da anni caratterizzano il territorio, ma solo incentivare la discussione per essere produttivi insieme. Nell’intervento successivo, Michelino Luongo, ha toccato aspetti leggermente più tecnici, evidenziando quelle dinamiche che spesso antepongono agli interessi dei cittadini gli interessi amministrativi. Le scelte che riguardano il territorio dovrebbero discutersi con i cittadini appartenenti al territorio e lo sviluppo del paese dovrebbe essere proiettato al bene comune e non agli interessi di pochi. Ha introdotto infine il tema caldo degli espropri, i quali spesso non vengono gestiti in maniera trasparente ed equa.
In seguito ha preso piede il dibattito fra i presenti con interventi che da un lato hanno manifestato l’interesse per aspetti tecnici, come l’incoerenza del piano urbanistico in determinate zone del paese, tra cui la stessa Saglieta, e le conseguenze fiscali legate a queste decisioni, e dall’altro interventi che hanno manifestato un malcontento generale per le politiche attuate sul territorio relativamente ad infrastrutture come fognature e acquedotti, le quali spesso si sono rivelate insufficienti e che hanno generato nella cittadinanza un sentimento di abbandono.
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