Si delinea il quadro della strage compiuta dall’imprenditore di origine sannita Claudio Giardiello stamani al tribunale di Milano. Per gli inquirenti, il tutto era stato premeditato. Secondo il ministro Alfano: “l’uomo era pronto ad uccidere ancora”. Fanno il balzo delle testate le prime parole dette da Giardiello: “Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato”.
Scende anche il numero delle vittime, che in un primo momento sembrava essere di quattro più due feriti. Ad aver perso la vita nel folle gesto sarebbero dunque: il giudice fallimentare Fernando Ciampi – di origini campane come il suo assassino, era nato a Fontanarosa in provincia di Avellino - l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani ex legale di Giardiello ora teste nel processo e Giorgio Erba anche lui imputato. Bruti Liberati nel frattempo ipotizza che l’uomo sarebbe entrato utilizzando un falso tesserino – ipotesi al vaglio - da avvocato. Se così fosse, cadrebbe l’ipotesi paventata in mattinata che voleva non funzionante un metal detector. Sulla questione è intervenuto anche il ministro Orlando che ha detto: “verificheremo se ci sono state falle”.
Intanto Giardiello è stato ricoverato per un malore, mentre Renzi annuncia che “Il Governo è pronto a riferire in Aula sui fatti di Milano”.
E mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede che “sia fatta piena luce” sarà la magistratura bresciana a indagare sull’episodio in quanto una delle vittime è un magistrato milanese.
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