Sanità e liste d'attesa, sei italiani su dieci hanno dovuto rinunciare almeno a un esame

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Sanità e liste d'attesa, sei italiani su dieci hanno dovuto rinunciare almeno a un esameSanità e liste d'attesa, sei italiani su dieci hanno dovuto rinunciare almeno a un esame

(Adnkronos) - Gli italiani e la sanità pubblica, un rapporto di fiducia che resiste, anche se incrinato da difficoltà di accesso come quelle legate alle lunghe liste d'attesa. Difficoltà che portano una quota significativa a rivolgersi, pur non volendo, alla sanità privata. E' il quadro che emerge da un sondaggio su campione non statistico, lanciato da Adnkronos sul suo portale.  

La survey ha coinvolto oltre 6mila utenti dal 25 febbraio al 3 marzo, in vista del dibattito che si è tenuto ieri - 'Salute e Sanità, il doppio binario' - alla presenza di istituzioni e rappresentanti del settore, e le risposte degli utenti mostrano che a 6 persone su 10 (62%) è capitato di dover rinunciare a un esame per una lunga lista d'attesa. Il 44% di chi ha risposto al sondaggio dice anche di essersi rivolto alla sanità privata nell'ultimo anno perché costretto dalla situazione, un altro 25% ha proprio scelta la sanità privata e il restante 31% non ne ha usufruito negli ultimi 12 mesi. Nonostante eventuali difficoltà, però, il 65% non ha dubbi: si fida ancora della sanità pubblica. La stessa percentuale di utenti si dichiara abbastanza informato sulla differenza tra cure pubbliche e private (un 6% per nulla e il 29% poco). E soltanto il 24% dice di avere un'assicurazione sanitaria, mentre il 76% no.  

Il quadro generale che viene confermato anche dal sondaggio mette in luce le criticità che vanno affrontate per far sì, visto anche l'aumento dell'aspettativa di vita e le esigenze sanitarie che stanno cambiando, che i sistemi sanitari siano in grado di rispondere a sfide attuali e future, gestendo le malattie croniche e le necessità di assistenza a lungo termine. Sullo sfondo, resta una delle emergenze più urgenti da affrontare a livello globale: l'antibiotico-resistenza che, in assenza di un'inversione di rotta, nel 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte nel mondo. Un tema che non lascia indifferenti neanche i cittadini. Sempre dal sondaggio emerge infatti che l'85% degli utenti ha sentito parlare di questo tema, sul quale sono in corso diverse iniziative di sensibilizzazione.  



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