Nessuna corruzione al Comune di Chianche: assolti gli imprenditori Michele e Marco Pancione

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Si è concluso innanzi alla Corte di appello di Napoli – settima sezione penale - il processo a carico degli imprenditori  Michele e Marco Pancione. L’inchiesta, condotta dal Pubblico Ministero Antonio Clemente, sconvolse il comune di Chianche. Veniva ipotizzato un sistema di corruzione finalizzato alla turbativa d’asta.

“Furono sul punto di essere tratti in arresto imprenditori, tecnici comunali e pubblici ufficiali nei cui confronti la Procura della repubblica presso il Tribunale di Benevento aveva chiesto l'applicazione della custodia cautelare in carcere e/o gli arresti domiciliari. Il Gip, il 03 gennaio 09,  accolse solo parzialmente le richieste della P. M. Vi fu richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di ventisei persone”. 

Così Dario Vannetiello, difensore dei Pancione spiega in una nota tutto l’iter che ha portato alla loro assoluzione.

“All’udienza preliminare i due imprenditori Pancione Michele e Pancione Marco, si differenziarono dagli altri imputati i quali in larga parte vennero rinviati a giudizio. Mentre, i due Pancione, su indicazione del loro difensore, l’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli, chiesero di definire il processo con il giudizio abbreviato. All’esito del giudizio di primo grado, nonostante la richiesta di condanna di anni tre per Pancione Michele e di anni uno per Pancione Marco, in data 01.12.10 il giudice dell’udienza preliminare, dott. Flavio Cusani, assolse i due imprenditori”.

La decisione – prosegue Vannetiello – non fu gradita dalla pubblica accusa che propose appello. Ma anche nel giudizio di secondo grado hanno fatto breccia le argomentazioni della difesa dei Pancione che ha chiesto alla Corte di appello di rigettare l’appello proposto dalla Procura, sostenendo con forza la insussistenza di tutte le ipotesi di reato in capo ai suoi assistiti. E così arrivata la decisione della Corte di appello che ha definitivamente stabilito la estraneità degli imprenditori di Chianche rispetto a tutte le accuse a suo tempo mosse”.



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