Modifiche al Codice della Strada. Spina in audizione alla Camera come referente Anpci

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“I Comuni sono sempre più impossibilitati a predisporre interventi di ripristino e di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale, le cui condizioni risultano essere, a dir poco, compromesse”.

Si è svolta ieri l'audizione innanzi alla IX Commissione permanente della Camera dei Deputati (Trasporti) per l'esame delle proposte di legge recanti “modifiche al Codice della Strada”. In sede di Commissione è stato presente il referente ANPCI Campania, Zaccaria Spina, che ha riferito il saluto e ringraziamento da parte della presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, Franca Biglio, «per l’attenzione che viene dimostrata nei confronti di questi Enti, riconoscendo e rivalutando l’importante ruolo che quotidianamente ognuno di loro svolge sull’intero territorio nazionale».

«Dopo gli interventi di altre associazioni totalmente appiattite sulle problematiche delle città metropolitane, a nome di ANPCI – dichiara Spina a margine dell'audizione –, abbiamo introdotto le argomentazioni dal punto di vista anche di un'altra parte dell'Italia, quella dei quasi 5600 comuni su poco meno di 8000 che rientrano nella categoria degli “Enti locali con minore densità demografica” per usare le parole del presidente della Repubblica, Mattarella; questi enti rappresentano il 72% dei Comuni Italiani ed occupano il 62% del territorio nazionale di cui hanno cura, presidio e manutenzione. Abbiamo posto l'accento sulla necessità che la riforma del Codice della Strada vada affiancata anche da un serio piano di finanziamento delle infrastrutture stradali provinciali, comunali ed intercomunali, individuando i Comuni quali soggetti beneficiari ed attuatori degli interventi in quanto proprio questi Enti hanno dimostrato nel tempo la reale conoscenza delle vulnerabilità e la capacità di predisporre ed attuare progetti seri e risolutivi».

«I Comuni oggi, in seguito ai tanti tagli delle risorse negli ultimi 10 anni – continua il Referente ANPCI Campania –, sono sempre più impossibilitati a predisporre interventi di ripristino e di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale, le cui condizioni risultano essere, a dir poco, compromesse. In particolare, le strade provinciali, comunali ed intercomunali versano in condizioni disastrose e spesso presentano fattori di rischio e vulnerabilità gravissimi. In alcuni casi risulta addirittura a rischio la tenuta psicologica e fisica di pendolari ed autisti che quotidianamente le percorrono. Si è anche auspicato che venga al più presto preso in considerazione un piano di affiancamento ai Comuni per formare ed aggiornare il proprio personale addetto (vigili urbani e uffici tecnici); per individuare e reintegrare le piante organiche attualmente asfittiche con nuovo personale. Si è poi posto l’accento, tra le altre cose, sulle previsioni in tema di miglioramento ed ottimizzazione della fruibilità degli spazi pubblici; sulla sicurezza degli utenti deboli della strada (pedoni, disabili in carrozzella, ciclisti e tutti coloro i quali meritano una tutela particolare dai veicoli derivanti dalla circolazione sulle strade o dalla presenza degli ostacoli fissi sulle strade); sul tema della sicurezza e trasporto su strada di materiali pericolosi; sulla disciplina dei veicoli eccezionali e trasporti in condizioni di eccezionalità allorquando il transito avviene sulle rete viaria già precaria dei nostri comuni sempre più impoveriti a causa dei tagli ai contributi ed alle erogazioni economiche finanziarie subiti. È risultato sicuramente valido il tentativo di normare la gestione dei così detti “Parcheggi Rosa” riservati alle donne in stato di gravidanza e per i genitori che trasportano bambini piccoli».

«Parimenti valido – afferma Spina – risulta la volontà di introdurre segnalazioni acustiche o tattili degli attraversamenti stradali per agevolare i soggetti portatori di handicap. In considerazione dei numerosi e gravissimi incidenti di cui quotidianamente si riempie la cronaca, sono risultate altresì valide le scelte per aumentare le condizioni di sicurezza dei ciclisti e/o conducenti e passeggeri di ciclomotori e motoveicoli, disciplinando l’obbligo dell’uso del casco protettivo e/o abbigliamento tecnico protettivo. Si ritiene tuttavia che il tutto non debba, poi, trasformarsi in motivo di vessazione per i destinatari di tali previsioni legislative con la previsione di obblighi particolarmente invasivi».



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