Mattarella ricorda Dalla Chiesa “Esemplare servitore della Repubblica”
11:53:35 2459ROMA (ITALPRESS) – “Quarantadue anni fa l’aggressione mafiosa interrompeva tragicamente il percorso umano e professionale di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con lui perdevano la vita la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate.
Quel barbaro agguato contro un esemplare servitore della Repubblica rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aggiunge: “Il vile attentato non riuscì, tuttavia, ad attenuare l’impegno per quei valori di legalità e giustizia propri alla nostra democrazia, per la cui affermazione, nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e da ultimo come Prefetto di Palermo, il Generale Dalla Chiesa aveva combattuto. A distanza di anni, la memoria di quanti, come lui, si sono opposti al terrorismo e alla prepotenza mafiosa, continua a interpellare coloro che rivestono pubbliche responsabilità, la società civile, le giovani generazioni, ciascun cittadino. La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità”.
“Ogni giorno – sottolinea il Capo dello Stato -, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale. Il coinvolgimento della scuola, degli altri ambiti educativi, dei mezzi di comunicazione, è essenziale affinchè sempre più si affermi una cultura diffusa della legalità, che rigetti ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale. Con questi sentimenti, rivolgo un commosso pensiero alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, esprimendo i sentimenti di solidarietà e di vicinanza della Repubblica”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Meloni ricorda Dalla Chiesa “Il suo coraggio guida ed esempio per noi”
ROMA (ITALPRESS) – “Nell’anniversario della strage di Via Carini, ricordiamo con commozione il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Il loro sacrificio ci ricorda l’importanza di non abbassare mai la guardia nella lotta contro la criminalità organizzata e di difendere con fermezza i valori di legalità e giustizia”. Così sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che aggiunge: “Il coraggio e la dedizione del Generale dalla Chiesa, che ha combattuto senza sosta contro il terrorismo e la mafia, sono per noi un esempio e una guida. E’ nostro dovere onorare la sua memoria continuando con determinazione il suo impegno. L’Italia non dimentica”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Palermo ricorda Dalla Chiesa a 42 anni dalla strage, presente Piantedosi
PALERMO (ITALPRESS) – Rappresentanti politici, forze dell’ordine e cittadinanza, tutti insieme per celebrare il ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel luogo in cui, 42 anni fa, Cosa nostra lo uccise insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’autista Domenico Russo, in via Isidoro Carini, a Palermo.
Per onorarlo sono state deposte diverse corone di fiori attorno alla targa che lo commemora: presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, il procuratore generale della Corte d’Appello Lia Sava e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi. Presenti anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale, e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
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SCHEDA
Carlo Alberto Dalla Chiesa: Il Generale che Sfidò la Mafia e il Terrorismo, caduto per lo Stato
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, una delle figure più emblematiche della lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata in Italia, rimane un simbolo di dedizione e coraggio. Prefetto di Palermo, la sua vita si concluse tragicamente il 3 settembre 1982, quando fu assassinato dalla mafia. La sua storia rappresenta uno dei momenti più intensi e drammatici della recente storia italiana.
Dalla Chiesa e la lotta contro il terrorismo
Nato a Saluzzo, in Piemonte, nel 1920, Carlo Alberto Dalla Chiesa entrò giovanissimo nell'Arma dei Carabinieri, una scelta che segnò l'inizio di una carriera straordinaria. Durante gli anni '70, il generale Dalla Chiesa divenne il volto della lotta contro il terrorismo delle Brigate Rosse, un gruppo armato che aveva destabilizzato l’Italia con rapimenti e omicidi politici. Fu proprio grazie alla sua strategia che molti membri delle Brigate Rosse furono arrestati, tra cui figure di spicco come Renato Curcio e Alberto Franceschini. Dalla Chiesa credeva fermamente nella necessità di combattere il terrorismo con fermezza, ma sempre nel rispetto delle leggi democratiche.
Il suo impegno in questo contesto gli valse numerosi riconoscimenti, ma anche molte inimicizie. Le Brigate Rosse, infatti, non avevano mai nascosto la loro intenzione di eliminarlo, percependolo come un ostacolo insormontabile ai loro piani. Tuttavia, il generale continuò imperterrito, dimostrando un'incrollabile determinazione nella difesa dello Stato.
Prefetto di Palermo: una missione impossibile
Nel 1982, dopo anni di successi nella lotta al terrorismo, Dalla Chiesa fu nominato prefetto di Palermo. Il suo incarico fu accolto con grandi speranze, ma anche con una consapevolezza diffusa: la lotta contro la mafia siciliana era una battaglia difficilissima, se non impossibile, soprattutto a causa della pervasività del fenomeno mafioso nella società e nelle istituzioni locali.
Dalla Chiesa arrivò a Palermo con l'obiettivo dichiarato di combattere la mafia con la stessa risolutezza dimostrata contro le Brigate Rosse. Tuttavia, gli mancavano i poteri speciali che aveva richiesto e che riteneva indispensabili per affrontare efficacemente Cosa Nostra. Nonostante le difficoltà, cercò di avviare una strategia che combinasse l'azione repressiva con quella preventiva, puntando anche a colpire i legami tra mafia e politica.
L’assassinio mafioso
La sera del 3 settembre 1982, Carlo Alberto Dalla Chiesa fu assassinato a Palermo in un agguato mafioso insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro, e all’agente di scorta Domenico Russo. L’attacco, avvenuto in Via Carini, scosse profondamente l’Italia, rappresentando un chiaro segnale della forza e dell’arroganza di Cosa Nostra.
L’omicidio di Dalla Chiesa non fu solo un colpo al cuore dello Stato, ma anche un atto di sfida alla società civile. La sua morte suscitò una forte reazione pubblica e portò a un rinnovato impegno nella lotta alla mafia, con l’approvazione di nuove leggi e una maggiore attenzione alle indagini patrimoniali e alla lotta contro il riciclaggio di denaro.
Eredità e memoria
Il generale Dalla Chiesa è ricordato oggi come un eroe civile, un uomo che sacrificò la sua vita per difendere lo Stato italiano da due delle minacce più gravi della sua storia recente: il terrorismo e la mafia. La sua figura continua a essere un punto di riferimento per quanti lottano per la legalità e la giustizia, e la sua vicenda rappresenta un monito costante sulla necessità di combattere con decisione ogni forma di criminalità organizzata.