L'Opera di Cagli, l'arte a portata di tutti
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Il Quaderno.it è stato a Palazzo Paolo V, lungo il Corso Garibaldi, per visitare la mostra dedicata a Corrado Cagli inaugurata il 28 aprile ed in scena fino al 15 luglio. In quell’occasione avevamo avuto modo di notare, opere a parte, la carenza di sistemi di sicurezza. Siamo tornati per chiedere chiarimenti in merito.
Abbiamo incontrato Rosanna De Cicco, curatrice dell’evento, che ci accolto nel suo studio sito al primo piano di Palazzo Paolo V. A lei abbiamo chiesto innanzitutto di fare una panoramica sulla vita dell’artista.
“Questa mostra – ha dichiarato la De Cicco - nasce dall’esigenza di cominciare ad avere a Benevento dei grandi artisti. Cagli è stato uno dei più grandi, anche se non famoso come gli altri. Era ricco di famiglia, non aveva grande interesse alla vendita delle sue opere. Ha invece aiutato tanti altri artisti, suoi amici, ad emergere. Era un altruista. Ha abbracciato tutto quello che è l’arte: pittura, scenografia, balletto, musica, poesia, disegno di costumi…ha sperimentato tutto ciò che si poteva sperimentare. Fu costretto a fuggire a New York durante il periodo nazista per le sue origini ebraiche. Lì apprese nuove tecniche. Tornò in Italia arruolato nell’esercito americano, da liberatore. Provò la drammatica esperienza del lager di Buchenwald: i disegni che abbiamo a piano terra sono proprio le fotografie di quei momenti. Era un classicista. L’eroe era per Cagli un rivoluzionario. La tavola che abbiamo sopra, “Vedute di Roma”, gli fu commissionata dal periodo fascista. Erano 28 metri di tavolato che gli fu censurato e sottrasse miracolosamente al rogo. All’ultimo piano dell’esposizione si può ammirare una riproduzione della Fontana dei segni zodiacali, situata a Terni, una delle opere più note dell’artista. Si tratta dell’unica copia, tutti gli altri capolavori esposti sono autentici”.
Collegata alla mostra, una serie di attività didattiche collaterali che coinvolgono il Conservatorio di musica “Nicola Sala”, il Liceo artistico di Benevento e l’Istituto d’arte di Cerreto Sannita. “Per me – ha affermato la De Cicco - è essenziale il coinvolgimento dei giovani nel mondo dell’arte. La mostra deve avere una continuazione. All’ingresso si può ammirare una scultura realizzata da un ragazzo del liceo; alcune sale all’interno della mostra sono state assegnate ai giovani dell’Istituto d’Arte di Cerreto che hanno omaggiato il maestro; i percorsi che si vedono sono stati realizzati dal liceo artistico. Il Conservatorio partecipa offrendo ai visitatori una serie di spettacoli, ogni domenica sera. Abbiamo voluto un connubio tra arte e tutto ciò che la circonda e l’abbiamo intitolato “In Cagli”, ovvero un incaglio perfetto”.
Dunque un evento di grande risonanza e di grande importanza. Proprio per questo non si può non notare, all’interno delle sale, l’assenza di telecamere. Ne abbiamo chiesto il perché alla curatrice.
“Abbiamo un sistema di sorveglianza non di telecamere ma a circuito interno. Abbiamo dovuto utilizzare il sistema di allarme che già c’era a Palazzo Paolo V, che è stato da noi ripristinato poiché c’era un guasto. Se si cercasse di portare via qualche tela l’antifurto comincerebbe a suonare”.
Ma un dubbio rimane. Alcuni quadri non sono provvisti del vetro protettivo, sarebbe semplice per chiunque graffiarli o lacerarli. Il sistema di sicurezza eccelle contro il furto, ma la mostra si svolge su quattro livelli e diviene difficile per le hostess controllare ogni spazio espositivo. Ne è consapevole Rosanna De Cicco.
“Lo so – afferma stringendosi nelle spalle -, è difficile per noi seguirla. Devo ringraziare al riguardo le hostess che fanno salti mortali per accompagnare i visitatori. Una resta sempre all’ingresso, l’altra segue gli ospiti durante il tour”.
Ad oggi la mostra è stata visitata da circa 4000 persone. I dati di affluenza premiano i giovani e gli stranieri, pur non mancando visitatori locali. E’ accessibile a tutti. Ci sono percorsi tattili e audio per i non vedenti, e visite guidate che si prestano ad altre disabilità. Al termine dell’esposizione uno dei quadri di Cagli, “L’elogio della pazzia”, sarà donato dalla Fondazione Cagli di Roma al Comune di Benevento che ha partecipato all’organizzazione con un congruo sostegno economico. Al riguardo, i toni della De Cicco si accendono. “Sono rammaricata del fatto che questa mostra non sia stata visitata da molti giornalisti. Qualcuno che non è entrato, si è limitato a parlare solo del fattore economico, ma non l’ha guardata. Chi dovrebbe diffondere la cultura non lo fa. E’ stata sindacata la scelta dei critici, della casa editrice. A me piace fare le cose bene e l’Amministrazione Comunale si è fidata delle mie scelte. Questa spesa – parliamo di 100.000 euro – a Benevento forse può suscitare scalpore, ma non è affatto così. Se si guardano tutte le cose realizzate, le spese superano di gran lunga questa cifra”.
Rosanna De Cicco ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti. Ha lavorato con la Fondazione Cagli di Roma, varie direzioni museali e con il critico Angelo Calabrese conosciuto durante il periodo universitario. Da tre anni organizza le mostre durante la manifestazione di “Quattro notti è più di luna piena”.
A. L.