La strage dell'Italicus e il monito di Mattarella: "Attentato neofascista"

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Il presidente della Repubblica Sergio MattarellaIl presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il dramma che sconvolse l’Italia e segnò una pagina buia nella storia della Repubblica, è oggetto di tentativi di sviamento delle responsabilità della matrice neofascista che ne fu l'artefice. Il presidente Mattarella nel giorno dell'anniversario, ha ricordato l'inoppugnabile verità.

Cinquant’anni fa, il 4 agosto 1974, un atto terroristico scosse profondamente l’Italia, segnando una delle pagine più buie della sua storia recente. Un ordigno esplosivo, piazzato sul treno Espresso 1486 Italicus diretto in Germania, detonò nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, causando un incendio devastante che portò alla morte di dodici persone e al ferimento di altre 48. Questo tragico evento è rimasto impresso nella memoria collettiva del paese come uno degli episodi più cruenti della strategia della tensione messa in atto dall’estrema destra neofascista con l’obiettivo di destabilizzare la Repubblica.

Il treno Italicus era affollato di viaggiatori, molti dei quali erano migranti che rientravano al lavoro in Germania dopo aver trascorso le vacanze in Italia. Era un viaggio come tanti altri, ma quella notte, la tranquillità dei passeggeri fu spezzata da un’esplosione che trasformò il convoglio in un inferno di fuoco e fumo. Tra le vittime, vi fu il ferroviere Silver Sirotti, insignito della medaglia d’oro al valor civile per aver sacrificato la propria vita nel tentativo di salvare altri passeggeri.

La matrice neofascista

L'attentato all'Italicus non fu un atto isolato, ma si inserisce in una lunga catena di attentati terroristici che caratterizzarono la cosiddetta "stagione delle stragi" in Italia, tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '80. Questo periodo fu segnato da una serie di attacchi violenti orchestrati da gruppi estremisti di destra, con l’intento di seminare il terrore e destabilizzare l’ordine democratico.

Le indagini sull'attentato all'Italicus hanno portato alla luce una chiara matrice neofascista. Sebbene i procedimenti giudiziari non abbiano mai portato alla condanna definitiva dei responsabili, le sentenze della Corte di Cassazione e le conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 hanno evidenziato il coinvolgimento di ambienti neofascisti nell’attentato. L'obiettivo era chiaro: scardinare la convivenza civile e minare le fondamenta democratiche della Repubblica Italiana.

Le parole del presidente della Repubblica

Nel cinquantesimo anniversario della strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare le vittime e sottolineare l’importanza di mantenere viva la memoria di quegli eventi tragici per evitare che simili atrocità possano ripetersi. Nel suo discorso, Mattarella ha dichiarato:

«Cinquant’anni fa la strategia terroristica che mirava a destabilizzare la Repubblica colpì il treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, seminando morte e dolore. Era un convoglio diretto in Germania, affollato di viaggiatori, molti dei quali migranti che tornavano al lavoro. Undici passeggeri morirono nell’incendio che seguì l’esplosione. La dodicesima vittima fu un ferroviere, Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile per il suo eroismo: perse la vita salvandone molte altre.

La sua generosità, unita a un grande coraggio, costituisce una testimonianza imperitura di quei valori di umanità e solidarietà, che gli assassini e i loro complici volevano sradicare. Nel giorno dell’anniversario rinnoviamo i sentimenti di vicinanza e condivisione della Repubblica ai familiari delle vittime e ai tanti feriti. Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell’Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili.

La società italiana e le sue Istituzioni seppero respingere quell’attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione dell’unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione».

Un monito per il futuro e la coesione democratica

Il ricordo della strage dell’Italicus rimane un monito per le generazioni presenti e future. La memoria di quei tragici eventi deve servire a rafforzare i valori democratici e a vigilare contro qualsiasi forma di estremismo che minacci la libertà e la sicurezza della nostra società. È solo attraverso la coesione e l'unità nazionale, fondate sui principi della Costituzione, che l’Italia ha potuto e potrà continuare a respingere ogni tentativo di destabilizzazione e violenza.

Cinquant’anni dopo, il dolore per le vittime dell’Italicus è ancora vivo, ma altrettanto forte è la determinazione del popolo italiano a non dimenticare e a mantenere saldi i valori della democrazia e della convivenza civile, non dimenticando innanzitutto quale estremismo fu l'artefice di quel tragico attentato dinamitardo.

DOCUMENTARIO

Gli attentati degli anni '80 e la strategia della tensione: l'attentato alla Stazione di Bologna

ilQuaderno.it, nel ricordare i gravi attentati neofascisti generati dalla "strategia della tensione" - per non dimenticare - pubblica il link del documentario di Carlo Lucarelli e Alessandro Nidi, mandato in onda in questi giorni da La7.

Il 2 agosto 1980, nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, un ordigno venne fatto esplodere e causò numerose vittime innocenti. Carlo Lucarelli ci accompagna in un viaggio nella Bologna degli anni Ottanta.

Documentario La7 >> "2 Agosto 1980 - Un giorno nella vita"



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