La BCE tiene a bada l'inflazione e lascia inalterati i tassi

16:3:18 9262 stampa questo articolo
Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (foto KIEN HOANG LE/LEMRICH CC BY-NC-ND 2.0)Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (foto KIEN HOANG LE/LEMRICH CC BY-NC-ND 2.0)

La Banca centrale europea concede una tregua ai tassi d'interesse: invariati tra il 4 e il 4,75%. La presidente Christine Lagarde si è detta fiduciosa di poter riportare l'inflazione al 2% senza ulteriori rialzi.

La mission della BCE, come ha più volte ricordato la presidente Christine Lagarde, è quella di riportare l'inflazione al tasso fisiologico del 2%. Al momento la fiammata inflazionistica che ha colpito l'area Euro è stata ridimensionata. Come ha rilevato l'ISTAT "Nel mese di settembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi registri un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, da +5,4% del mese precedente".

"La lieve decelerazione del tasso d’inflazione" - chiarisce l'Istituto Nazionale di Statistica, "si deve prevalentemente al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli alimentari lavorati (da +10,0% a +8,9%), dei beni durevoli (da +4,6% a +4,0%) e, in misura minore, dei Beni non durevoli (da +5,2% a +4,7%), dei beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +3,9% a +3,7%)".

Tali effetti sono stati solo in parte compensati da un’accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla flessione che a settembre risulta più contenuta dei prezzi degli energetici regolamentati (da -29,6% a -27,9%) e dall’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,0% registrato ad agosto a +4,8%).

Motivo per cui, alla luce della nuova congiuntura tendenziale, la Banca Centrale Europea può permettersi una fase attendista. Vigila, ma lascia invariati i tassi al fine di non ostacolare ulteriormente una possibile ripresa dell'economia.


La BCE ha chiarito di aver deciso di lasciare invariati i  tassi di interesse di riferimento poiché i passati rialzi stanno già contribuendo al calo dell’inflazione, ma ribadisce che "le decisioni future dipenderanno da come valuteremo l’evoluzione dell’economia e dell’inflazione".

Il Quadro Macroeconomico

L’inflazione ha registrato un netto calo ma resta troppo elevata. I prezzi dei beni e dei servizi non aumentano più così tanto. Nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe scendere ancora. Ma nuovi conflitti e tensioni in alcune parti del mondo hanno accresciuto l’incertezza riguardo al futuro.

L’economia è debole e rimarrà tale sino alla fine dell’anno. La minore domanda dall’esterno dell’area dell’euro e i più elevati tassi di interesse stanno raffreddando l’economia. Ma con l’inflazione più bassa, i redditi più elevati e l’aumento delle esportazioni, l’economia dovrebbe riprendersi.

La disoccupazione è al minimo storico dall’introduzione dell’euro. Diminuisce però il numero dei nuovi posti di lavoro, anche nei servizi.
L’aumento dei tassi di interesse rende più costoso indebitarsi, di conseguenza meno persone stanno progettando di acquistare un’abitazione. Le imprese hanno tagliato i nuovi investimenti e le banche hanno reso più difficile ottenere un prestito.



Articolo di Finanza e Credito / Commenti