Janua Major e percorso Ipogeo: La Cattedrale ora è tutta dei beneventani

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La riapertura è completata. Dopo la riconsegna al culto avvenuta lo scorso 11 ottobre, con sette anni di lavori di restauro, questo pomeriggio Benevento ed i beneventani si sono finalmente riappropriati della Cattedrale cittadina. Mancavano le tre porte di bronzo esterne, mancava sopratutto la Janua Major, o meglio, la sua riproduzione. Formata da 72 formelle bronzee disposte sulle nove file orizzontali, l'opera è stata collocata per motivi di sicurezza e di conservazione, proprio all'inizio dell'aula liturgica. L'arcivescovo di Benevento, Andrea Mugione, nell'umido pomeriggio beneventano ha benedetto solennemente la porta. Ma non è tutto, visto che, dopo la cerimonia, lo stesso Mugione, accompagnato dalle autorità civili e militari, ha provveduto al taglio del nastro ed all'inaugurazione del percorso archeologico che si trova nella pancia della Cattedrale. La visita oggi doveva essere riservata solo ad autorità e stampa, ma, Mugione ha voluto accontentare e ripagare l'affetto dei fedeli e degli amanti dell'arte, che hanno atteso la fine della cerimonia con la speranza di poter scendere a visitare gli scavi. Attesa premiata per una cinquantina di cittadini, ora bisognerà attendere l'8 gennaio, ultima attesa per tutti i beneventani che potranno poi visitare l'Ipogeo gratuitamente.
Stavolta però non c'è stata una grossa presenza tra i fedeli, poco più di un centinaio le persone presenti, complice il gran freddo presente anche all'interno della Cattedrale, ed all'orario proibitivo e nel pieno della giornata lavorativa: non è un caso che molti beneventani si sono presentati a cerimonia ampiamente finita giusto per curiosare. Assenti o no, l'arcivescovo è stato puntualissimo dando l'avvio alla cerimonia solenne: subito dopo aver assistito alla scopritura della porta di bronzo, Mugione, accompagnato dai vescovi Francesco Zerrillo, Serafino Sprovieri ed Orazio Soricelli (tutti e tre nati o storicamente legati alla città di Benevento) ha ricordato l'importanza di questo momento per tutta la comunità beneventana e non solo: "I fedeli che varcheranno questa soglia - ha detto Mugione - saranno accolti dal Padre". Poi le celebrazioni si sono spostate all'interno del Duomo dove l'arcivescovo, assieme a monsignor Mario Iadanza, al sindaco di Benevento, Fausto Pepe ("Una giornata felice per Benevento, sono stati fatti enormi passi in avanti dal quel drammatico 1943", al presidente provinciale Aniello Cimitile ("Uno dei momenti più importanti della mia carriera è essere qui oggi, in un giorno storico per Benevento"), al vice prefetto Rita Cirielli, al rappresentante della Cei per i Beni Culturali, Ernesto Rascato e con l'intervento di Adele Campanelli e Vega De Martini della Sopraintendenza, ha continuato le celebrazioni. C'era un'altra novità, quella del risistemato organo di oltre tremila canne che verrà utilizzato per la prima volta dopo il restauro e la sua collocazione nel transetto della Chiesa cattedrale. C'ha pensato il coro Santa Cecilia della Cattedrale di Benevento, diretto dal maestro, monsignor Lupo Ciaglia, ad eseguire intermezzi musicali accompagnati dal suono dell'organo, c'è stato anche spazio per il canto beneventano e per le solenni note di Carmen D'Ambrosio ed Alessandro Fusco. Per oltre venti minuti suor Agar Loche, della "Domus Dei", la società che ha meticolosamente lavorato e ricostruito anche storicamente le formelle bronzee, ha spiegato ai presenti il lavoro svolto.
Poi spazio alla seconda inaugurazione, quella forse ancora più attesa, quella del percorso archeologico. Poco meno di un terzo dello spazio della cattedrale, un percoso con tre punti d'osservazione, visitabile in piccoli gruppi composti da non più di una dozzina di persone: all'interno si possono ammirare antichi vasi, l'ambiente di cucina repubblicana o il macellum, il tutto contornato da tabelle descrittive. Un avvertimento doveroso: potreste pure restare delusi, i "sotterranei" puntano più sull'emozione scenica. Qualche "faretto" non a dovere e quelle teche stonano un pò. Un vero peccato, ma si può sempre rimediare.

Gaetano Vessichelli



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