Intervista a Marianna Farese. Dopo il voto il Movimento 5 Stelle guarda al futuro
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Marianna Farese, candidata a sindaco per il Movimento 5Stelle, prova a fare la sua analisi del dopo voto, a valutare quanto fatto in campagna elettorale e porre gli obiettivi futuri.
A cinque giorni dalla chiusura dei seggi ed il voto espresso dai cittadini beneventani che ha portato al ballottaggio Clemente Mastella e Raffaele Del Vecchio, IlQuaderno ha incontrato Marianna Farese candiato sindaco del Movimento 5 Stelle per commentare l’esito elettorale e provare a capire quali saranno i prossimi passi che i grillini intenderanno fare.
Il dato emerso dalle urne per i pentastellati è quanto mai positivo: hanno conquistato 4.763 voti ed il 12,25% secondo solo al Partito Democratico. Positivo anche il risultato acquisito dalla stessa candidata che ha si è vista aggiudicare oltre 8mila voti, 8.219 per essere esatti, ed il 20% dei consensi. Certo è che il Movimento 5 Stelle starà a guardare – scossoni e ripensamenti a parte – chi tra Raffaele Del Vecchio e Clemente Mastella, conquisterà la fascia tricolore dopo il ballottaggio in programma il 19 giugno prossimo.
Nessuna indicazione di voto per il ballottaggio da parte del Movimento 5 Stelle di Benevento, gli elettori sono stati lasciati liberi. Ma in caso di vittoria di Del Vecchio Il M5S aggiungerebbe un altro seggio a quelli già conquistati da Farese, Sguera e Mollica con Sabrina Ricciardi. Stuzzicata sul tema delle possibili indicazioni di voto, e su chi al Movimento 5 Stelle converrebbe votare la Farese risponde, “Abbiamo riflettuto su tutto, ma non si vuole accettare che noi ragioniamo su un programma e su di un obiettivo, non sulla quantità dei seggi. O uno, o tre, o quattro per noi cambia poco. Vinceremo quando sarà tolto dalla politica il doppio pensiero è questo non è un costo ma un investimento. Per quanto riguarda il risultato ancora non abbiamo fatto nessuna analisi di gruppo ma abbiamo accorciato il divario in termini numerici. Il nostro interesse è semplicemente quello di crescere ancora in modo che in futuro a votare alle comunarie non saranno più in 65 ma 500 o 1000. Però è anche giusto ricordare che non si governa solo con i calcoli numerici”.
Vi candidate quindi a fare semplicemnte opposizione o siete disponibili a collaborare con la maggioranza? Che tipo di controllo pensate di esercitare?
“Ovviamente uno dei nostri punti è quello di far funzionare bene questo Consiglio comunale – asserisce la Farese – e fare chiarezza sul bilancio, ma noi alleanze e non ne faremo. Quando in consiglio ci saranno temi che andranno nell’interesse di tutti, noi le voteremo, siamo semplicemente per i cittadini. Faremo proposte per la città a prescindere dalla parte che governerà e di questo ne prenda atto, perché noi agiamo e le cose da fare le sappiamo tutti”.
Al centro di questa campagna elettorale uno temi caldi è stato quello delle contrade, quali i problemi rilevati e quali le vostre proposte?
“Per quanto riguarda le contrade ci sono problemi diversi e non solo infrastrutturali ma anche di alcuni beni primari che mancano – sottolinea la portavoce M5S – tra queste: la toponomastica. Alcune famiglie hanno scelto dei simboli per distinguersi perché molti luoghi non sono identificabili. Pensiamo ad un caso di emergenza, com’è possibile inviare un’ambulanza in una contrada senza un destinazione certa? Ecco, questa è una delle prime cose da fare, così come il nostro progetto di fitodepurazione. Noi – ribadisce – continueremo a portare avanti le nostre istanze, e poi se non sbaglio sembra che molti punti anche degli altri programmi elettorali sono simili al nostro, mi chiedo: perché non attuarli?”.
In molti, ad una settimana dal voto davano i 5 stelle al ballottaggio. Poi, per usare una metafora di gergo marinaresco, il vento è cambiato. Perchè?
“Giungere al ballottaggio – risponde la Farese – non era improbabile, ma in realtà questo risultato oggi non c’è. Ci siamo dati diverse ipotesi: forse perché siamo ancora il partito della protesta, perché innovare costa e mettere una persona di fronte al fatto che non potrà più avere i suoi punti di riferimento, chi non è avvezzo al rischio e voleva essere rassicurato ha votato Mastella, perchè cambiare non ti permette di mantenere il tuo orticello e questo crea sconvolgimenti. Mastella qui è vista come la persona dei miracoli e gli italiani hanno sempre cercato un ‘Masaniello’ quello che chiedevamo noi era coscienza critica, informarsi per prendere poi decisioni. Non abbiamo mai chiesto voti”.
In coscienza, ritiene che avesse potuto fare di più?
“Non mi sono risparmiata e nel Movimento non ci sono personalismi. Mi sono sempre posta come sintesi di un gruppo, il mio volto e le mie parole hanno solo fatto da cassa di risonanza ed ho messo sempre me stessa dietro al progetto. Certo ora occorrerà che il Movimento sia più aperto e più presente, ma è un lavoro che si farà con il tempo. Forse se ci fossimo battuti contro un solo Golia avremmo ottenuto qualcosa in più? Ma ad essere sincera nell’ultima settimana avevo percepito che qualcosa non sarebbe andato come da noi sperato. Ma ripeto, non ho ambizioni, prendo atto del risultato e sulla base del risultato lavorerò e lavoreremo per tutti coloro che ci hanno o no votati. Potevo rimanerci male se la mia figura non avesse portato nulla in più in termini di voti e poi da economista credo nel ‘second best’ (la seconda miglior soluzione quando l’ottimo paretiano non può può essere raggiunto, ndr)".
Michele Palmieri