Il Tar Campania annulla delibera regionale sull'eolico. Il punto di Ruggiero

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Parco eolico (foto di archivio)Parco eolico (foto di archivio)

"Norme come quelle contestate dal Comune di Foiano di Val Fortore vanno totalmente in controtendenza alle legittime richieste per un mondo più pulito e sostenibile". 

"Con sentenza n° 7152 del 13 dicembre 2018, il Tar Campania ha annullato la delibera di Giunta Regionale n° 533/2016 con cui erano stati individuati i criteri per la determinazione delle aree idonee e non per la realizzazione degli impianti eolici. A questo atto si erano opposti, oltre alle aziende, anche l'Amministrazione del Comune di Foiano di Val Fortore, lamentando il fatto che non solo il proprio territorio era interdetto alla realizzazione di nuove istallazioni, quanto non era possibile nemmeno effettuare il rifacimento dei vecchi impianti. Una posizione radicale della Regione Campania inspiegabile per gli amministratori dei territori Fortorini".

Così, in una nota stampa, Giuseppe Antonio Ruggiero consgliere provinciale di Benevento ed esponente del Partito Democratico intervenuto in merito alla delibera su possibili nuovi impianti eolici nel Fortore.

"Dissensi a questa delibera - spiega Ruggiero - erano stati manifestati anche dal Comune di Ginestra degli Schiavoni e da quello di Molinara, mentre negli ultimi mesi anche i Comuni di Reino, San Marco dei Cavoti e Baselice avevano chiesto ed ottenuto incontri presso la Regione Campania, sempre per evidenziare come queste norme stessero fortemente ledendo l'economia della valle del Fortore. Infatti l'eolico in quest'area vale circa 200 posti di lavoro, tre milioni e mezzo di royalties per i Comuni e circa due milioni di euro in compensi per i proprietari dei suoli occupati delle torri eoliche. Ma è soprattutto il livello occupazionale a preoccupare maggiormente gli amministratori, evidenziando come una massiccia operazione di rifacimenti degli impianti, spesso risalenti a 25 anni fa, potrebbe portare a ulteriori nuove assunzioni nel Fortore. Nel Sannio infatti hanno sede società importanti quali IVPC, Erg e Enercom e tantissimi altri piccoli operatori dell'indotto che garantiscono lavoro in una delle aree meno sviluppate della Regione Campania, dove l'eolico rappresenta ormai da anni un fenomeno fondamentale della locale economia. In questi giorni le stesse amministrazioni sono state chiamate anche ad esprimersi sull'eventualità di avviare sui propri territori ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi, e tutte hanno messo in evidenza questo enorme paradosso per un territorio vocato alle rinnovabili e che adesso viene invece chiamato a verificare le proprie potenzialità sullo sfruttamento eventuale di energie convenzionali. Questa moratoria determinata dalle norme regionali non è stata dettata da un dissenso proveniente dalle Amministrazioni, bensì da piccoli e sparuti comitati che spesso ragionano su logiche localistiche e di contrapposizione, appartenenti anche a territori molto distanti dal Fortore, quali i Comuni dell'Alta Irpinia. Oggi a seguire il Fortore sulla strada dell'eolico ci sono anche i Comuni del Tammaro, come Colle Sannita, Circello, Castelpagano, Pontelandolfo e San Lupo. Queste norme paradossali hanno infatti scontentato tutti nella realtà, considerando che nel Tammaro, in cui si erano mossi i comitati, queste regolamentazioni non hanno impedito la realizzazione degli impianti, mentre nel Fortore dove le popolazioni non hanno mai manifestato avversità verso queste istallazioni tutto è stato bloccato con evidenti ricadute negative per la locale economia. In un epoca in cui si chiede un intervento decisivo per scongiurare il riscaldamento globale, dove tantissimi giovani si riuniscono a Katovice alla Cop24 per protestare verso l'immobilismo dei governi e delle amministrazioni, evidenziano che norme come quelle contestate dal Comune di Foiano di Val Fortore vanno totalmente in controtendenza alle legittime richieste per un mondo più pulito e sostenibile, proprio quello che non si è verificato per la Regione Campania, territorio bellissimo ma deturpato ambientalmente da anni di malaffare e delinquenza che hanno portato all'avvelenato di terreni e falde. 



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