Il nuovo vescovo mons. Accrocca e' giunto in citta'. Ad accoglierlo tanti giovani

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Monsignor Felice Accrocca, vescovo metropolita di BeneventoMonsignor Felice Accrocca, vescovo metropolita di Benevento

Ha fatto il suo ingresso il nuovo vescovo metropolita mons. Felice Accrocca. Ad accoglierlo in Piazza Santa Sofia tanti giovani.

È arrivato in città questo pomeriggio il nuovo arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca. L’accoglienza del nuovo presule, originario della diocesi di Latina – Terracina – Sezze – Priverno è avvenuta in piazza Santa Sofia. La nomina di Papa Francesco era stata resa pubblica il 18 febbraio scorso dall’amministratore apostolico, da domani arcivescovo emerito, mons. Andrea Mugione. L’ordinazione episcopale invece era avvenuta nel pomeriggio di domenica 15 maggio a Latina nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù.

Dopo l’accoglienza mons. Accrocca in corteo ha raggiunto la Basilica di San Bartolomeo dove ha incontrato il sindaco, il prefetto ed i primi cittadini dell’arcidiocesi, ha pregato sulla tomba dell’Apostolo e poi ancora in corteo verso la Cattedrale.

Dopo il saluto ai sacerdoti e la consegna del pastorale da parte di mons. Mugione è iniziata la celebrazione eucaristica con la presa di possesso della cattedra episcopale.

Questo il saluto di mons. Andrea Mugione al nuovo arcivescovo di Benevento S. E. mons. Felice Accrocca
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“Eccellenza carissima, dopo quattro mesi di attesa, la Diocesi di Benevento, con me, Amministratore apostolico, con il Clero secolare e religioso, con le consacrate, con i diaconi, con i seminaristi, con le autorità civili e militari, con la rappresentanza delle comunità parrocchiali, con le associazioni e i movimenti ecclesiali, oggi, Vi accoglie! Accoglie il suo nuovo pastore nella persona di Mons. Felice Accrocca. E’ stata preparata questa solenne e sempre commovente liturgia per l’inizio del suo servizio pastorale. Noi accogliamo un padre, un pastore, un apostolo, una guida, un vicario di Cristo. Accogliamo il maestro, il liturgo, ministro di Grazia, fonte della sacramentalità della Chiesa, mediatore del suo popolo. Tocca anche a me, in qualità di Amministratore apostolico rivolgere il benvenuto e consegnarle il pastorale del governo.

Vogliamo ricordarci che essere vescovo non è un onore ma un servizio al Signore, al Vangelo, alla Chiesa, alla carità, ai fratelli. Il Card. Carlo Maria Martini affermava: ‘il Vescovo deve essere l’uomo della misericordia, un uomo umile, che vince la durezza con la propria dolcezza, che sa essere discreto, che sa ridere di sé e delle proprie fragilità. Che sa rimettersi in discussione, che sa riconoscere i propri errori, senza troppe autogiustificazioni. Dunque, anzitutto, un uomo vero’.

In questi mesi di attesa per la sua venuta, è cresciuto il desiderio di conoscere la sua persona ma anche di sapere delle linee programmatiche che ci darà. Come lei auspicava nel primo messaggio, noi oggi le diciamo: vogliamo con lei lavorare, costruire e servire una Chiesa dinamica e creativa, dal volto missionario e misericordioso, che viva la spiritualità di comunione. Vogliamo crescere nella dimensione comunionale e fraterna, nella scelta profetica capace di interrogarsi e formarsi in modo permanente, capace di progettare seriamente il proprio futuro con una pastorale unitaria, soprattutto, in questo tempo di individualismo e di personalismo esasperato, che vanifica tante opere ed attività di apostolato di per sé buone.

Come altrove, anche qui, troverà una realtà sociale complessa, in certi ambiti degradata. Sono tante le istanza, soprattutto sociali che le giungeranno dal basso. Dai giovani agli adulti, dalle famiglie agli operatori sociali, cercheranno nella Chiesa e nel suo Pastore il punto di riferimento, l’ancora di salvezza. E’ nel versante della comunione che si sente forte il bisogno di una guida, di un sostegno, con l’attenzione alla sempre nuova evangelizzazione per offrire la salvezza a questa umanità. Incontrerà una Chiesa che si è impegnata ad annunziare il Vangelo dell’amore per l’uomo d’oggi. Una Chiesa che, pur nella difficoltà, cammina. L’anno giubilare della Misericordia è un evento gioioso da vivere e celebrare, un’occasione propizia per ritrovare se stessi, per recuperare l’essenziale, per rinnovare la fede, per rinvigorirsi nella carità operosa, nella speranza che non delude. E’ l’anno della contemplazione gioiosa e nostra illimitata gratitudine per la Trinità santissima, comunione di vita e d’amore delle tre divine persone che ci hanno partecipato l’essere e la grazia divina.

Eccellenza, il Signore l’ha scelta e l’ha chiamata nel collegio degli Apostoli per il servizio a questo popolo di Dio. Lei ha detto il suo “sì” e continuerà a dirlo quotidianamente perché si compia il disegno di Dio. Il Signore non solo l’ha inviata ma l’ha riempito del suo Santo Spirto, l’ha accresciuto con la pienezza del Sacerdozio e le ha concesso gli stessi poteri del suo Figlio. Le assicura la sua presenza fecondando la sua paternità spirituale. Inizia, oggi, per Lei il servizio d’amore, il ministero episcopale con la benedizione di Maria, Madre della Misericordia. Noi l’accompagniamo con la preghiera e ci mettiamo in cammino con Lei. Le affido questi figli, che sono stati i miei, sia per loro padre premuroso, pastore coraggioso, Maestro nello spirito, guida forte e sicura”.

Questo invece il saluto alla città ed alle autorità del nuovo presule.

“Ringrazio le Autorità qui presenti e in particolare il Signor Prefetto e il Signor Sindaco per le loro parole. Questo nostro incontro segna, nella semplicità, un momento importante, nel quale convengono insieme Istituzioni diverse, poste, ognuna con la propria autonomia e con un proprio fine, a servizio del bene comune. La Chiesa, infatti, non è e non vuole essere estranea alla società in cui vive: vorrebbe anzi costituirne la coscienza critica, ciò che comporta, da parte sua, conoscenza e rispetto delle leggi un’attenzione vigile a che vengano perseguite legalità e giustizia e siano salvaguardati i valori autentici della persona umana, con un’azione volta a servizio di ogni uomo, a partire dai più deboli, la consapevolezza della necessità di rimanere fuori da ogni interesse di parte, il distacco da quanto esula dalle proprie competenze e finalità.
Quanto a me stesso, chiamato da Dio a un compito che sento superiore alle mie capacità, non ho ora che ‘un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere’, quello ‘di poter servire’ non soltanto la Chiesa di Dio che è in Benevento, ma la città tutta e l’intero territorio diocesano ‘con disinteresse, con umiltà e amore’ (Paolo VI, discorso all’ONU), nel rispetto delle legittime autonomie e dei fini e compiti propri di ciascuna istituzione. Avverto il vostro servizio tanto prezioso per me e per il mio ministero, mentre sento e faccio mie le parole ispirate dei padri conciliari, quando affermarono che ‘promuovere l’unità corrisponde all’intima natura della Chiesa’ (Gaudium et Spes, n. 42). A questo vorrei dedicarmi con tutte le mie forze: possano Iddio e la nostra Chiesa sostenermi in questo proposito”.



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