Il Conservatorio di Musica di Benevento ospita il pianista Dario Candela

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Il M° Luca Signorini, docente presso il Conservatorio di Musica di Benevento e Primo Violoncello dell’Orchestra del Teatro S. Carlo di Napoli, 
ospita in concerto il pianista  Dario Candela.


Prestigioso appuntamento per il “Nicola Sala”. Venerdì 23 febbraio, alle ore 19.00, presso il Teatro San Vittorino di Benevento, Il M° Luca Signorini, docente presso il Conservatorio di Musica di Benevento e primo violoncello dell’Orchestra del Teatro S. Carlo di Napoli,  ospita il pianista  Dario Candela per il concerto "Parigi e Napoli, tra impressionismo e neoclassicismo.

Luca Signorini e Dario Candela propongono, presso l’Auditorium del Teatro San Vittorino, un programma raffinato di grandi autori francesi e italiani, con la particolarità della Sonata in la minore di Mario Pilati per violoncello e pianoforte, da loro recentemente incisa per la Brilliant Classic.

Il programma prevede in apertura un brano di Gabriel Fauré (Pamiers, 12 maggio 1845 – Parigi, 4 novembre 1924), Elegia in do minore per violoncello e pianoforte, op. 24 del 1880, brano diventato tra i più popolari tra le composizioni del celebre musicista francese.

Il raffinato linguaggio armonico di Fauré prepara e anticipa le innovazioni debussyane e di Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye, 22 agosto 1862 – Parigi, 25 marzo 1918), sarà eseguita la Sonata in re minore (del 1912) in chiusura di programma. La sonata fa parte di un gruppo di composizioni pianistiche e da camera molto significative scritte negli ultimi anni della sua vita: Trois poèmes de Mallarmé (1913), Douze études pour piano (1915), considerati tra le conquiste più preziose dell'arte pianistica debussiana, En blanc et noir per due pianoforti (1915) e le Sonates per piano et violoncello (1915), flùte, alto et harpe (1915) piano et violon (1917), composizioni permeate di ispirazione e tensione classicista.

La Sonata in la minore, del 1929, di Mario Pilati (Napoli 1903-1938) è un brano di grande complessità, ricco di temi e atmosfere che si susseguono in un mutevole caleidoscopio armonico e melodico. Reminiscenze francesi ma anche momenti brahmsiani (pensando Tema con variazioni del secondo movimento) si intercalano ad una cantabilità italiana e ad una ricerca delle possibilità espressive del violoncello in ogni suo registro, con soluzioni talvolta virtuosistiche.

Vi è quindi nei tre brani di questo concerto un panorama culturale che copre un arco storico di circa sessant’anni, tra Italia e Francia, con la musica di Mario Pilati quasi a cucire, a compenetrarsi nei linguaggi a lui precedenti e a fonderli in una poetica italiana ma dai vasti interessi. 



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