Eva Henger ricorda il defunto primo marito: "Schicchi non era viscido"
10:2:47 2103L'ex attrice a luci rosse ungherese ripercorre la sua storia con il produttore italiano, scomparso nel 2012.
Eva Henger ha voluto ricordare con affetto il suo primo marito, Riccardo Schicchi, scomparso nel 2012 a causa di un tumore, in un'intervista televisiva rilasciata a "Storie di donne al bivio".
"Riccardo non era un uomo viscido - ha dichiarato la Henger - era un vero signore. Certo, avevamo le nostre discussioni come tutte le coppie, ma non c'è mai stata violenza o mancanza di rispetto".
L'attrice ungherese e il produttore italiano sono stati sposati dal 1994 al 2012 e hanno avuto due figli insieme, Mercedes e Riccardino. Nonostante la loro relazione sia poi terminata, i due sono sempre rimasti in buoni rapporti e Henger è stata vicina a Schicchi durante la sua malattia. Nonostante Éva Henger e Riccardo Schicchi conducessero vite separate da alcuni anni, non vi fu mai la separazione legale; Éva è rimasta al fianco di Riccardo Schicchi fino alla fine.
Un amore tormentato ma vero. Nel corso dell'intervista, Henger ha ripercorso anche i momenti più difficili della sua relazione con Schicchi, come il tradimento che lui le ha confessato nel 2006. "Ci sono rimasta molto male - ha ammesso - ma poi ho deciso di perdonarlo perché sapevo che mi amava".
L'attrice ha concluso l'intervista definendo Schicchi "un uomo buono e generoso" e sottolineando che le mancherà molto. "So che mi guarda da lassù e so che è felice per me - ha detto - porterò sempre nel cuore il ricordo del nostro amore".
Eva Henger ha voluto lanciare un messaggio di speranza a tutte le persone che stanno vivendo un lutto. "Il dolore per la perdita di una persona cara è immenso - ha affermato - ma con il tempo si impara a conviverci e a portare avanti il ricordo di chi non c'è più".
L'attrice ha anche invitato tutti a non aver paura di chiedere aiuto se ne hanno bisogno. "Ci sono tante persone che possono supportare chi sta soffrendo - ha concluso - non bisogna affrontare un dolore simile da soli".