Eugenio Finardi chiude ad Apice il festival Appia in Jazz_Riverberi
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Domani sera ad Apice Vecchia, nella splendida cornice del Castello dell’Ettore, va in scena l’ultimo atto di “Appia in Jazz_Riverberi”:
Il festival itinerante per i più suggestivi borghi del Sannio ideato e diretto da Luca Aquino chiude in grande stile con il concerto “Eugenio Finardi in Jazz” con l’artista milanese che, accompagnato da Raffaele Casarano (sax) e Mirko Signorile (piano), rivisiterà in chiave jazz tutti i suoi brani più celebri. L’appuntamento, è fissato per le ore 21.00. Immediatamente dopo, sempre nel borgo antico della città vecchia, terranno banco le "melodie nomadi in viaggio verso est” della Ziganamama Brass Orkestar. L'organizzazione ricorda che tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, ma in particolare a quello finale, in rispetto della nuove normative in materia di sicurezza dei pubblici eventi, la capienza sarà limitata e non potrà andare oltre le 800 persone con la possibilità di massimo 300 posti a sedere. Al parcheggio antistante il Castello potranno accedere soltanto i mezzi autorizzati, mentre sono previste navette con partenza dal centro di Apice Nuova, e più esattamente di fronte alla Chiesa Madre.
Discografia - Eugenio Finardi inizia la carriera negli anni settanta come musicista rock, in gruppi quali Tiger e Il Pacco con il giovane chitarrista italo-brasiliano Alberto Camerini. Inizia poi a scrivere canzoni con testi in inglese, e nel 1973 la Numero Uno (casa discografica di proprietà di Mogol e Lucio Battisti) pubblica il suo primo 45 giri, con Spacey stacey e Hard rock honey, brani con sonorità vicine all'hard rock, cantati in inglese[1], di cui Finardi scrive le musiche (i testi sono della cantautrice californiana Marva Jan Marrow). Decide quindi di passare all'italiano, con testi diretti ed impegnati, e viene messo sotto contratto dalla Cramps di Gianni Sassi, Sergio Albergoni e Franco Mamone, che pubblica il suo primo album nel 1975: si intitola Non gettate alcun oggetto dai finestrini e contiene anche una cover rock della canzone folk Saluteremo il signor padrone. Il successo arriva l'anno dopo con Sugo che porta in sé due delle sue canzoni più famose, La radio e Musica ribelle.
Segue l'album Diesel del 1977 considerato tra i suoi migliori, che contiene altri brani divenuti famosi come Non è nel cuore, Diesel e Non Diventare Grande Mai. In questi anni la Cramps dedica, per la registrazione degli album di Finardi, i suoi musicisti migliori, come Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Paolo Tofani, membri degli Area. Dalla collaborazione con il gruppo Crisalide, che vede tra i componenti Mauro Spina alla batteria, Ernesto Vitolo alle tastiere e Stefano Cerri (figlio del già famoso chitarrista jazz Franco Cerri) al basso elettrico nasce l'album Blitz del 1978, che contiene tra gli altri i brani Extraterrestre e Cuba, nei testi si nota marcatamente il disagio dovuto al riflusso culturale nell'Italia di quegli anni. Sempre con i Crisalide viene pubblicato Roccando rollando del 1979, che si allontana dalle sonorità rock dei dischi precedenti, accostandosi anche al reggae in Legalizzatela, al calypso in 15 Bambini (con cui partecipa al Festivalbar 1979) e alla ballad acustica in La canzone dell'acqua. Nel 1981 esce l'album omonimo Finardi dove in alcune canzoni collabora con l'autore dei testi dei Pooh Valerio Negrini.
In quest'album domina la canzone Trappole, di cui scriverà anche la versione in inglese. Scrive Laura degli specchi per Alice. Dopo un disco in lingua inglese Secret Streets, dove rivisita anche alcuni brani del disco precedente, nel 1983 è la volta di Dal blu che contiene Le ragazze di Osaka e Amore diverso. L'album è dedicato alla figlia Elettra, nata con la Sindrome di Down. Finardi ha scritto la prefazione al libro Come Pinguini nel Deserto che raccoglie l'esperienze di genitori di bambini down. Seguono Vorrei svegliarti col quale debutta al Sanremo 1985, preludio dell'album Colpi di fulmine, album che si apre verso registri più sincopati e di matrice jazz. Dolce Italia è del 1987, mentre nel 1989 il cantautore pubblica Il vento di Elora con la celebre Vil Coyote dove traccia in modo originale similitudini tra la vita reale e i personaggi dei cartoni animati. Nel 1990 con La forza dell'amore rilegge in chiave moderna alcune sue canzoni, con la partecipazione di Ligabue, Ivano Fossati (in Musica ribelle) e Rossana Casale (ne Le ragazze di Osaka). Dopo Millennio del 1991 esce Acustica con il brano Katia (1993) e Le donne di Atene (traduzione firmata insieme ad Alberto Camerini della celebre canzone di Chico Buarque de Hollanda Mulheres De Atenas).
Nel 1996 incide Uno di noi, versione italiana del successo di Joan Osborne One of Us; la canzone, ricalcando il testo originale affronta temi legati alla fede in Dio. Finardi comincia a dare segni di insofferenza rispetto all'industria discografica che coincide con Amami Lara (sua seconda presenza al Sanremo 1999), mentre Accadueo è l'album del 1998, che l'anno dopo viene ripubblicato con l'aggiunta del brano citato, ispirato al personaggio immaginario di Lara Croft, protagonista dei videogiochi della serie Tomb Raider. Dopo aver adempiuto a questi obblighi contrattuali torna a fare riferimento all'ambiente della musica alternativa e nel nuovo millennio si è dedicato a vari progetti di nicchia. Con Francesco Di Giacomo, cantante del Banco del Mutuo Soccorso, e Marco Poeta dedica un disco al Fado, la musica portoghese. Il silenzio e lo spirito è del 2003 ed è un album d'indubbio fascino, registrato dal vivo, nel quale esplora il rapporto tra la Musica e l'Assoluto con brani come Orleans di David Crosby Hallelujah di Leonard Cohen e Il ritorno di Giuseppe di Fabrizio De André.
Il 2005 è l'anno di Anima Blues in cui Finardi celebra il suo amore per questo genere, un album di inediti in inglese che riceve consensi dalla critica e positive recensioni su riviste internazionali di settore. Nel 2007 esce nei negozi la raccolta antologica Un uomo che ripercorre i diversi momenti della carriera finardiana: i primi tre cd offrono una serie di canzoni, presentate in ordine emotivo e non cronologico, scelte direttamente dall'autore, mentre il quarto è una compilation di inediti, provini e rarità. Il 2008 è l'anno del debutto teatrale di Finardi. Al Teatro dei Filodrammatici di Milano va in scena la prima di Suono prodotto da Francesco Venuto per l'agenzia Raiser da cui viene estratto l'omonimo DVD prodotto da Gianni Salvioni, spettacolo in cui l'artista racconta attraverso monologhi e canzoni oltre trent'anni di carriera. Nello stesso anno Finardi si cimenta con la Classica Contemporanea ne Il cantante al microfono, disco e concerto per voce e sestetto classico. L'album vince la Targa Tenco, per la migliore interpretazione. Con l'ensamble Entr'Acte diretto da Carlo Boccadoro registra La Storia Del Piccolo Sarto del compositore ungherese Tibor Harsany, liberamente tratta dalla favola dei fratelli Grimm con la quale debutta con successo al Teatro alla Scala di Milano il 27 gennaio del 2010. Sempre con Entr'Act e Boccadoro torna nel prestigioso teatro l'anno seguente con I Cavoli a Merenda su musiche dello stesso Boccadoro e testi di Sergio Tofano. Nell'aprile 2009 ha partecipato all'incisione del brano Domani 21/04.2009 di Mauro Pagani, i cui proventi saranno devoluti alle popolazioni colpite dal terremoto dell'Aquila. Nel 2009 ha cantato nell'ultimo album di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Lungo il viaggio, che è il titolo originale della canzone più nota con il titolo In viaggio. A inizio 2011 Il cantante al microfono, diventa un DVD distribuito da Medusa ed edito dalla casa discografica Ermitage. Il 21 gennaio esce il primo libro scritto da Eugenio Finardi a quattro mani con Antonio G. D'Errico: Spostare l'orizzonte - come sopravvivere a 40 anni di Rock, edito Rizzoli, in cui Finardi espone la sua filosofia di vita. Il 28 gennaio inizia Eugenio Finardi Electric Tour 2011, tour che segna il suo ritorno al rock delle origini, riproponendo brani degli esordi tratti da album come Sugo, Diesel, Finardi e Non gettate alcun oggetto dai finestrini. Ad accompagnarlo una nuova band formata da Marco Lamagna al basso, Claudio Arfinengo alla batteria, Paolo Gambino alle tastiere, Paolo Zanetti e Giovanni Maggiore alle chitarre; in seguito si aggiunge Claudio Rossi al violino e ai plettri. Partecipa al 62ª edizione del Festival di Sanremo con il brano E tu lo chiami Dio canzone che porta la firma della cantautrice Roberta Di Lorenzo, arrivando in finale. Memorabili i duetti con Noa e i Solis e con Peppe Servillo degli Avion Travel. Nei giorni del Festival esce Sessanta, triplo album con 5 inediti, tra cui spiccano Passerà, con testo di Zibba e Nuovo Umanesimo scritta insieme a Max Casacci dei Subsonica con il quale inizia una collaborazione che proseguirà nel 2013. Il 1º maggio viene invitato ad aprire il concertone di Roma con l'inno di Mameli in versione taranta/rock, mentre a settembre, al Traffic Festival di Torino e al Palasharp di Milano, parteciperà a un omaggio alla Cramps records, l'etichetta per cui aveva debuttato oltre trent'anni prima. Nella stessa sera, oltre a Finardi, si esibiscono Claudio Rocchi e i riuniti Area (che avevano suonato negli album Sugo e Diesel del cantautore milanese). Oltre al suo set consueto, Finardi ripropone - dopo 30 anni - Diesel, eseguito dalla band di Finardi con Patrizio Fariselli alle tastiere, e sarà ospite del finale del set degli Area, con cui esegue il loro classico Gioia e rivoluzione. Al Concertone del 1º maggio 2012 Mauro Pagani lo invita a interpretare Like a Rolling Stone di Bob Dylan. A gennaio 2014 viene pubblicato il suo ultimo album, prodotto da Max Casacci e registrato a Torino, Fibrillante.
FINARDI IN JAZZ feat. Raffaele Casarano e Mirko Signorile
In una lontana intervista del 1976 alla domanda: “Come definiresti il tuo stile?”, Eugenio Finardi rispose: “Canzoni popolari italiane arrangiate alla Weather Report”. E in effetti il jazz, ed in particolare quello elettrico e sincopato degli anni ’70, fa spesso capolino nella musica del cantautore italoamericano, che ha collaborato negli anni con nomi prestigiosi come Patrizio Fariselli, Gianni Coscia, Ares Tavolazzi, Gianluigi Trovesi e Stefano Cerri. Ma questa con il quintetto di Raffaele Casarano è la prima volta che Eugenio accetta di rielaborare il proprio repertorio in chiave prettamente jazz. I suoi brani più conosciuti si sviluppano così in inaspettate soluzioni timbriche ed armoniche, impreziosite dalle improvvisazioni di Raffaele Casarano e Mirko Signorile, talenti emergenti del jazz italiano dal sicuro avvenire. Nel nuovo millennio Finardi ha ampliato i suoi orizzonti, musicali e non, cimentandosi col Fado portoghese, con la musica sacra, il Blues e persino con la classica contemporanea, fino ad approdare addirittura, per ben due volte al Teatro alla Scala. Con queste molteplici esperienze Eugenio sembra aver raggiunto la piena maturità e la sicurezza interpretativa che gli consente di cimentarsi con leggerezza e rigore nelle più diverse avventure musicali, come questa con il quintetto di Raffaele Casarano. Incontratisi nell’estate 2012 per una splendida serata al Locomotive Jazz Festival in Salento (organizzato proprio da Raffaele Casarano), in soli due giorni di prove sono riusciti a trovare un affiatamento sorprendente, che ha permesso di sviluppare vere e proprie rielaborazioni dei brani di Finardi e di confrontarsi con standard come “Fever”, “Summertime” e “Speak Low” sviluppando un concerto completo, vario e intrigante.
ZIGANAMAMA BRASS ORKESTAR Sabato 26 maggio ore 22.45
Castello dell’Ettore, Borgo Antico APICE VECCHIA
Animazione musicale, etno-folk, musiche popolari itineranti per Ziganamama Brass Orkestar, formazione foggiana con musicisti e danzatori capaci di realizzare uno spettacolo coinvolgente e fuori dal comune. Gli Zingari e gli Ebrei sono fra le popolazioni di cui, nel bene e nel male, si sente parlare maggiormente, eppure quasi nessuno sa veramente qualcosa della loro cultura e, di conseguenza, della loro musica. Gli Ziganamama partono con il loro viaggio musicale proprio da queste due culture secolari, sviluppando progetti che tendono a cercare i punti comuni fra le loro tradizioni musicali ed a svilupparle unendole alla musica balcanica e ad altri elementi tradizionali dell’Europa dell’est, dalla Romania, all’Ungheria e miscelando il tutto molto bene inserendo anche qualche buono spunto jazz. La band nasce con l'intento di far conoscere ad un pubblico più vasto la cultura e le tradizioni dei rom attraverso la loro musica. Gli zingari usano da tempi remoti le stesse scale musicali gelosamente conservate e salvate dalle persecuzioni dei loro oppressori. La musica tzigana da sempre in viaggio alla ricerca di un territorio, sin da quando intorno all'anno Mille furono costretti a lasciare l'India, loro terra d'origine, gli zingari hanno assorbito anch'essi dal folclore dei vari popoli che li hanno "ospitati", testimoni gli strumenti usati nella loro musica appartenenti a diverse aree geografiche.
Gli Ziganamama provengono da formazioni musicali differenti (etnica, classica, rock progressivo), metaforicamente come una "carovana nomade" che unisce mondi apparentemente lontani passando fra diverse etnìe, raccogliendo dalle loro tradizioni e interpretando in base alle proprie esperienze di spettacolo. Lo spirito interpretativo è caratterizzato da una vivacità intensa che ricorda le musiche circensi legate alla figura del clown, sospesa a volte da momenti di triste passione, alternate a danze del ventre arricchite dalla presenza di una danzatrice. Un sound intrecciato di improvvisazioni, aperto alle contaminazioni capace di trasportare in una dimensione che profuma di viaggio e di libertà proprio come la cultura tzigana.
NOMADI IN VIAGGIO VERSO EST
E’ un album completamente strumentale fatto interamente da riletture di brani tradizionali originari delle culture est europee. Un album fatto da ritmiche ballabili ma sempre venato dalle atmosfere malinconiche delle popolazioni nomadi. Ovviamente gli arrangiamenti sono basati su strumenti classici come il clarinetto, il violino, la fisarmonica e le percussioni, ma in diversi brani si inseriscono con ottimi risultati anche chitarre acustiche, basso e batteria. Un altro lavoro interessante prodotto da Sottosuono, etichetta barese specializzata nel dare spazio a gruppi che amano lanciarsi in progetti basati su ricerche culturali etniche che spesso, come in questo caso, possono dare buoni risultati.