Nuovo Triage al Pronto Soccorso. L'Unione Lavoratori Sanità chiede certezze sugli organici

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"Esprimiamo preoccupazione sulla mancanza di criteri e dati certi riguardo le dotazioni organiche di Infermieri e Personale di supporto nella riforma del Triage/OBI nei Pronto Soccorso italiani", dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS.

Nello schema di accordo presentato dal Ministero della Salute in Conferenza Stato Regioni il sindacato rileva ancora che per quanto riguarda i requisiti organizzativi presenti nel documento, "si vorrebbe gestire il cambiamento epocale e necessario, visto il sempre più elevato bisogno di cure della popolazione italiana, del sistema Emergenza Urgenza intraospedaliero con standard organizzativi ancora non decifrabili".

Purtroppo nelle linee guida nazionali dei documenti presentati – osservano Amato e Gentile - si continua a far riferimento a “dotazioni minime nelle 24H” con semplici raccomandazioni o previsioni che potrebbero far ipotizzare adeguamenti di risorse umane solo su eventuali scelte strategiche delle Direzioni Ospedaliere, volte il più delle volte al contenimento della spesa legata al personale. "Dopo 18 anni dal primo Atto d’Intesa Stato Regioni sul sistema emergenza e Triage - aggiungono - questo cambiamento era atteso e necessario, risultando peraltro apprezzabile lo sforzo sostenuto per aggiornare il modello di risposta sanitaria ai bisogni dei cittadini. Questi ultimi però, consapevoli delle nuove tempistiche di accesso alle cure presenti nel documento, pretenderanno che il minutaggio previsto venga rispettato. Gli Infermieri di Triage potrebbero essere bersaglio di proteste e insofferenze legate ad attese troppo lunghe, come accade tutt’oggi nei nosocomi italiani. Lo stesso si potrebbe ipotizzare per i Medici che avrebbero, tra le tante, anche la spada di Damocle del tempo centellinato da dedicare al paziente".

"Riteniamo pertanto che si debba intervenire prontamente sia con un massiccio piano assunzionale che con modifiche sull’atto di indirizzo nazionale – concludono i due sindacalisti -, affinché si attui quanto prefissato nell’Accordo in merito alla sicurezza e qualità delle cure e che si definiscano in maniera chiara, netta e non interpretabile da successivi singoli Decreti Regionali i rapporti numerici di Infermieri e Personale di supporto in tutti i Pronto Soccorso italiani".



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