Divieto di vendita del libro "Riina Family Life". La "Libreria del Castello" presenta esposto al prefetto
12:9:2 3653
Torna d’attualità la questione del divieto di vendita del libro “Riina Family Life” ordinato dal primo cittadino di Benevento, Fausto Pepe. Infatti la “Libreria del Castello” di Solopaca ha presentato un esposto al Prefetto.
Una richiesta di intervento contro l’ordinanza del sindaco di Benevento che vieta la vendita del libro “Riina Family Life”. Questo quanto richiesto da Giuseppina Casillo della “Libreria del Castello” a Solopaca al Prefetto di Benevento, Paola Galeone.
“Il provvedimento – si legge – ha avuto un forte impatto mediatico e ha suscitato reazioni e polemiche. L’ordinanza di fatto costituisce un atto di censura, in palese violazione delle leggi sulla libertà di stampa e dei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Il sindaco Pepe, come riportato dagli organi di stampa (cfr. “Il Mattino” e “Il Sannio quotidiano” del 14 aprile u.s.) ha dichiarato che il suo provvedimento avrebbe un «valore morale» e sarebbe «un atto di rispetto verso chi ha perso la vita, in questi anni, per combattere le mafie»”.
Secondo la Casillo, “l’ordinanza sindacale non può essere considerata alla stregua di un atto soggettivo di coscienza. E’ un atto amministrativo produttivo di effetti giuridici, emesso dal sindaco nella sua funzione di Ufficiale di Governo.L’ordinanza in oggetto, se applicata, produce effetti giuridici contrari alle leggi vigenti sulla libertà di pensiero, di informazione e di stampa, in violazione dell’art. 21 della Costituzione: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Il dibattito sulla questione si era molto acceso tanto che IlQuaderno.it aveva provato subito dopo l’ordinanza promulgata da Pepe a carpire gli umori di chi i libri li vende.
“La città di Benevento – scrive ancora Casillo – ha impiegato oltre un secolo per affrancarsi dall’oscuro retaggio dei processi inquisitoriali del regime pontificio. Il divieto di vendita di ‘Riina Family Life’ di fatto ci porta indietro nel tempo e ci proietta nella Benevento dell’ancien regime, quando la censura ecclesiastica permetteva la pubblicazione dei libri previa ‘licenza de’ Superiori’. I dettagliati regolamenti sulla stampa, emanati dal Governo pontificio, in caso di pubblicazione senza licenza preventiva, stabilivano una multa per l’editore (sanzione peraltro spesso disapplicata). Il libro non autorizzato veniva ritirato dal commercio solo dopo che fossero stati effettivamente riscontrati motivi di offesa alla religione, al buon costume, alle istituzioni o alle persone. La ‘censura’ del sindaco Pepe è andata ben oltre ponendo il divieto senza una effettiva disamina del contenuto del libro ma sulla base del clamore mediatico suscitato dall’intervista di Salvatore Riina a Porta a Porta”.
Insomma, nell’esposto presentato si legge che “questo provvedimento, se non sarà revocato, costituirà un grave precedente. Potremmo d’ora innanzi derogare ai principi dell’ordinamento giuridico sulla base di una valutazione morale? Se così facessimo alle regole dello stato di diritto sostituiremmo la prassi dei regimi autoritari”.
Prima di concludere la Casillo paventa anche la possibilità che il Comune di Benevento debba “risarcire” l’editore libro che ha presentato una diffida. “Contro l’ordinanza del Sindaco Pepe è stata presentata diffida stragiudiziale dall’editore di ‘Riina Family Life’, Mario Tricarico, notificata al Comune di Benevento dagli avvocati Giovanni Sofia e Antonio Rizzo. Contro ogni ragionevolezza, di fronte al pericolo di una eventuale richiesta di risarcimento, che andrebbe a gravare sulle precarie finanze del Comune di Benevento, il sindaco Pepe, non solo non ha revocato l’atto, ma ha continuato a dichiarare di essere pienamente consapevole che «l’atto non ha fondamento giuridico» ma ha «un alto significato morale». Il Comune rimane esposto ad un notevole danno economico che potrebbe derivare per il risarcimento all’editore del libro ma di gran lunga più grave è il danno all’immagine della città, un vero macigno che il sindaco uscente lascerà iure successionis a Benevento, ai suoi abitanti e alle sue istituzioni culturali e sociali”.