Diga di Campolattaro: Provincia e Repower insieme per realizzare una centrale
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Cinque anni. Il tempo che sarà necessario per la realizzazione di una centrale idroelettrica da 550 megawatt che utilizzerà l’acqua della Diga di Campolattaro. Grazie a una convenzione firmata tra Provincia di Benevento e l’azienda Repower, quest’ultima garantirà un investimento di 600 milioni di euro. Alla presentazione del progetto questo pomeriggio sono intervenuti il presidente della Provincia Aniello Cimitile, il consigliere provinciale delegato ai problemi della diga di Campolattaro, Carlo Petriella, il direttore della società Repower Italia, Fabio Bocchiola e l’architetto Italo Rota.
La Diga di Campolattaro, sul fiume Tammaro, è stata realizzata nel corso di circa 20 anni dall’allora Cassa per il Mezzogiorno e affidata nel 1997 alla gestione della Provincia, a due anni dalla chiusura ufficiale del cantiere.
“Quello di oggi – ha esordito Cimitile - è un momento importante che riguarda uno dei progetti messi in piedi intorno alla Diga di Campolattaro. Ciò che è nostra intenzione fare è costruire una green economy, ma realizzarla vuol dire un percorso lungo e ambizioso. L’acqua della Diga potrà divenire il motore per lo sviluppo, il turismo, lo spettacolo e la cultura. Tutto questo richiede una convergenza, un patto tra forze sociali, politiche, economiche e l’università. Presso la Diga di Campolattaro al momento sono in essere quattro linee di intervento: potenziamento dell’Oasi del Wwf; produzione di energia; parco acque; idrico.
Per quanto riguarda l’aspetto ‘Energia’ ieri è stata approvata una convenzione dalla Giunta provinciale con Repower Italia che realizzerà la centrale idroelettrica di cui parliamo oggi”.
L’azienda è stata scelta con una selezione pubblica e garantirò un investimento privato di ben 600 milioni di euro. Ci sarà un modesto impegno della capacità della Diga. I comuni direttamente coinvolti sono: Campolattaro, Morcone e Pontelandolfo. Per la realizzazione della centrale verranno impiegati in media 300 persone all’anno per 4-5 anni.
“Quando si pensa alla Diga non si deve considerare solo l’invaso – ha aggiunto il presidente della Provincia -, ma anche le altre opere e lavorazioni, come l’elettrodotto di allacciamento. Il lavoro messo in campo è stato svolto nel massimo della concentrazione e della trasparenza”.
La convenzione Provincia – Repower prevede la concessione all’Ente sannita di: 380mila euro (contributo annuo fisso) da utilizzare per la manutenzione e per arricchire il progetto con altre iniziative; un contributo variabile da 50 a 150mila euro legato all’andamento produttivo dell’impianto; la stesura di un documento strategico e studio di fattibilità del Parco delle Acque affidato all’architetto Rota; un dottorato di ricerca sulla Diga, in cooperazione con l’Università. Tra gli obblighi della società ci sarà la necessità di produrre ricadute occupazionali sul territorio e attuare il coinvolgimento dell’imprenditoria locale e la realizzazione del sistema viabilistico necessario per la costruzione e la gestione.
“Daremo ai 3 Comuni interessati – ha detto ancora Cimitile – un margine di autonomia e quindi sono in corso la valutazione di iniziative di pubblica utilità e la possibilità di costruzione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente”.
Lo studio preliminare di fattibilità per il Parco della Acque, come detto, è un’idea presentata durante le conferenze di Sannio Sity 2009 e tuttora in corso. E’ previsto l’allestimento di un laboratorio di studio e progettazione che potrebbe trasformarsi in laboratorio permanente e che sarà agganciato al Centro Studi della Provincia che Cimitile ha assicurato entrerà in funzione nelle prossime settimane.
“Ciò che ci ha portato alla convenzione con la Provincia – ha poi affermato Bocchiola - è stato un percorso lungo partito nel 2007. Oggi siamo giunti a una tappa fondamentale. Ci ha armato anche l’entusiasmo verso il progetto, unico nel Sud Italia di questo tipo. Realizzeremo un impianto che servirà a regolare la rete elettrica compensando i limiti delle fonti rinnovabili, come l’eolico. Sarà una sorta di magazzino dell’acqua”.
Il responsabile di Repower ha poi sottolineato il proficuo rapporto con gli Enti locali, con il presidente Cimitile e prima di lui con Carmine Nardone (ex presidente della Provincia).
“L’idea iniziale – ha detto ancora Bocchiola – era di sfruttare il salto a valle dell’acqua, ma il costo non sarebbe stato compensato dal risultato. L’impianto sarà in grado di assorbire l’energia e rilasciarla quando non c’è vento. Abbiamo individuato un bacino naturale, mentre l’invaso di Campolattaro sarà utilizzato come serbatoio a valle. Non vi sarà alcun consumo di acqua. Nonostante l’area sia scarsamente abitata garantiamo una grande attenzione per l’impatto ambientale in quanto siamo abituati a realizzare opere idroelettriche non solo funzionali, ma anche che esteticamente si integrino con il territorio”.
La centrale sarà sotterranea (a 300 metri sotto il suolo) e sarà grande 3mila metri quadrati con impianti di pompaggio e turbinaggio. Per costruirla saranno necessari all’incirca 5 anni.
Bocchioli ha tenuto, poi, a precisare l’aspetto occupazionale: “Non siamo costruttori di dighe – ha affermato – ma siamo un operatore elettrico. Saremo dunque ben contenti di trovare sul territorio operatori locali”.
La Repower è una società svizzera nata nel 1904. Opera in Italia dal 2002 ed quotata per l’8% alla borsa di Zurigo. Si occupa della produzione di energia anche all’estero, in Germania e in Francia.
Rota, infine, parlando del Parco della Acque ha precisato che esso, in sintesi, contemplerà un acquario, un habitat esotico, un’area termale e gli orti di alta collina.
G.P.