"Noi stiamo ben sistemate, non abbiamo avuto nessun disagio particolare, prego per le famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case. Speriamo in una rapida soluzione". Così una delle suore che si trova, assieme alle altre dieci 'sorelle', nell'ala nuova dell'istituto adiacente alla chiesa Madre, S.Maria del Carmelo a poca distanza dal Municipio di Faicchio. Il sisma del 29 dicembre, di magnitudo 4.9, ha reso inagibile, oltre alla chiesa, anche gli alloggi delle suore che sono state costrette a spostarsi nella struttura vicina, negli anni addietro a disposizione del collegio: "Abbiamo tutto, non ci manca niente - ha puntualizzato l'anziana suora - non siamo noi il problema. Certo, ora Faicchio ha tutte le chiese inagibili, speriamo di riavere presto il nostro luogo di culto, ma sono le persone sgomberate il nostro primo pensiero". Si informano le sorelle, cercano di capire, osservando le nostre foto, quali sono le case inagibili. Sono dispiaciute, addolorate per le persone sfollate: "Preghiamo per chi è senza casa ora. Molte di noi sono anziane ed hanno vissuto terremoti molto più temibili, come quello del 1980". Domenica scorsa le suore erano da poco ritornate nei loro alloggi, tranne una: "Ero rimasta in chiesa da sola - ci ha detto - e stavo pregando, quando ho avvertito una scossa di terremoto forte. Giusto il tempo di alzare lo sguardo verso l'alto ed ho visto cadere i calcinacci dalla volta. Paura? Io credo che bisogna sempre avere speranza e fede. Ogni giorno mi affaccio dal portone e scruto questa bella natura. Per me c'è sempre bellezza, anche quando piove, anche quando le nuvole coprono l'orizzonte". Ed anche quando la terra trema: "Sono eventi naturali".
CIRCA DUECENTO RICHIESTE AI VIGILI DEL FUOCO. GLI SFOLLATI RESTANO DAI PARENTI
L'area della chiesa Madre è stata transennata dai Vigili del Fuoco e dagli uomini della Protezione Civile, così come tutte le entrate. Dall'esterno sono visibili le crepe che hanno interessato il campanile della chiesa. Situazione analoga nella chiesa di S.Giovanni Battista, nella parte alta di Faicchio. A poca distanza ci sono le due abitazoni sgomberate: dall'esterno le lesioni alle strutture sono visibili mentre sulle due porte d'ingresso ci sono dei biglietti bianchi dove, chi ha lasciato la casa, ha lasciato anche un messaggio di contatto. Le altre abitazioni sgomberate si trovano a poca distanza dal Municipio, in via Raffaele Delcogliano: si tratta di una palazzina Iacp, parzialmente fuori uso. Serrande chiuse, qualche oggetto lasciato fuori ai balconi, un pupazzo di Babbo Natale intento a scalare la ringhiera del secondo piano. Le persone che hanno dovuto abbandonare la palazzina sono attualmente ospitate dai parenti. Attendevano buone nuove dal vertice con Martusciello, Iannuzzi e Colasanto ed invece dovranno ancora attendere. Il Comune di Faicchio prova ad ovviare al disagio mettendo a disposizione alcune aule della scuola media 'Pascale'. Nella parte bassa dell'edificio scolastico si sentono le martellate ed i trapani degli operai comunali che sono al lavoro per rendere 'vivibili' le aule e liberarle da banchi di scuola, sedie e lavagne. Nel piazzale adiacente alla struttura turistica c'è la postazione mobile dei Vigili del Fuoco di Benevento che sono al lavoro, ininterrottamente, dal pomeriggio di domenica 29 dicembre. I controlli ed i sopralluoghi si addizionano ed i Caschi Rossi, pur lavorando assiduamente, sono troppo pochi per effettuarli con velocità. Ci fanno sapere dalla postazione mobile che sono pervenute ai Vigili del Fuoco ben 193 richieste di intervento nel Comune di Faicchio. Quasi 150 sono state effettuate, ma, proprio da questa mattina, il personale è diminuito: "Il riassorbimento del personale - precisano i Caschi Rossi - ci costringe ad andare al rilento ed a questo bisogna aggiungere che le richieste di sopralluogo continuano. Stamattina, ad esempio, ce ne sono pervenute altre tredici". La gente è preoccupata, si mette in fila e consegna ai Vigili del Fuoco il loro foglio di richiesta: "Abbiamo avuto tanta paura - ci confida una ragazza che abita in centro storico - le nostre case sono vecchie e visto che alcune famiglie sono state sgomberate anche noi vogliamo vederci chiaro e non vogliamo correre rischi". E così basta una piccola crepa o un po' di intonaco caduto a far scattare l'allarme. In paese invece, si cerca di tornare alla normalità: "La scossa di domenica pomeriggio ci ha allarmato, inutile negarlo - ci confida un commerciante - ma, riflettendoci, ad avere danni sono stati gli edifici di culto. Dio mi perdoni ma io dico: meglio piccoli danni alle chiese che alle nostre case". Anche se non proprio tutti la pensano così.
Gaetano Vessichelli
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