Caso Ristorò. La Procura apre un'indagine. Mensa sospesa.
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Tutto era partito lo scorso dicembre, quando Altrabenevento presentò un dossier sulla qualità della mensa scolastica. Un batti e ribatti di accuse, smentite e repliche fino all’inchiesta, di Antonio Crispino, apparsa sul Corriere della Sera nella giornata di mercoledì.
Nella video inchiesta, era possibile notare alcuni residui di zolfo nelle immediate vicinanze dell’ex stabilimento, mentre in una sorta di vasca erano gettate confezioni di pasta e ceci etichettate con tanto data di preparazione.
Un terremoto che ha acceso il dibattito in città, anche sul piano politico. Il primo cittadino Fausto Pepe dopo un incontro con i genitori degli alunni ha interrotto per il momento il servizio mensa (1800 i pasti emessi al giorno, 1.2 milioni di euro il costo annuale) e difeso il comandante Moschella che secondo Pepe: “ha ben operato”, ma al contempo espressamente dichiarato di voler arrivare fino in fondo per accertare ogni verità.
Anche la Procura sannita ha aperto un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Maddalena e affidata al sostituto procuratore Miriam Lapalorcia. La vicenda, abbastanza delicata, oltre a scuotere l’opinione pubblica ha creato anche intensi interrogativi. Nella mattinata di ieri gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato del sostituto procuratore Nicoletta Giammarino, hanno perquisito l’ex stabilimento dell’azienda avvalendosi dell’ausilio dei Vigili del Fuoco. Da questi controlli non sarebbe emerso nulla di rilevante, mentre i Nas mercoledì avrebbero posto sotto sequestro un impianto di depurazione.
Sul piano politico, i grillini chiedono le dimissioni immediate di Moschella (sia per le responsabilità dei controlli che per i toni rivolti al giornalista del Corriere della Sera) e del sindaco Pepe. “Per anni – affermano i grillini in una nota - ci sono stati evidentemente controlli superficiali sulla qualità dei prodotti erogati, quando la cosa è stata denunziata la si è sottovalutata. È inaudito” - continuano i 5stelle - “che l’Amministrazione di questa città abbia prima non visto, poi tollerato che si giocasse sulla salute dei bambini, solo, alla fine, messa alle strette, prendendo blandi provvedimenti che dovevano, cautelativamente, essere presi già diversi mesi fa”.
Fa eco al M5S anche il L@p Asilo 31 che in una nota commenta: “La video inchiesta del Corriere della Sera fa emergere un quadro inquietante e poco edificante per la nostra città. Il dato evidente è che la Ristorò non rispetta gli accordi assunti con il comune di Benevento in relazione alla gestione della mensa”.
Altrabenevento rivendica il merito di aver sollevato il caso da cui sarebbero poi derivate le attuali indagini ai vari livelli.
“Solo il Sindaco e il Comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella” - afferma in una nota Gabriele Corona, presidente dell'associalzione - “,continuano a ripetere che a loro risulta sia tutto a posto, perché nessuno degli enti di controllo ha segnalato anomalie”.
Ed infine Altrabenevento precisa: “Proprio ieri, però, la Asl ha precisato ieri che i controlli sul rispetto del contratto firmato dal Comune (tempi di cottura e consegna dei pasti, somministrazione di prodotti surgelati e precotti, mancata indicazione delle grammature, qualità scadente del pasto) non compete a loro, ma al Comune di Benevento”.
Anche la Federazione Provinciale di SEL non si tira indietro dal dibattito. Prima Elogia lo stop alla mensa pur accusandone il ritardo, poi chiede le dimissioni di Moschella, ringrazia Corona ed infine accusa: “Violazioni contrattuali, inefficienza dei sistemi di controllo, ipotesi di coinvolgimento di vari enti preposti alle certificazioni di agibilità sanitaria e commerciale, atteggiamento arrogante da parte del management aziendale, violazione dei diritti dei lavoratori (uomini e donne colpiti nella loro dignità), sono la scenografia nella quale si svolge, stando al contenuto dei dossier ed alle testimonianze dei dipendenti, un vergognoso attacco alla sicurezza alimentare di migliaia di bambini".
Dura anche l’accusa mossa da Romano dell’associazione ‘La Rete Sociale’: “Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare i pasti della ditta Ristorò: ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM). Il sindaco di Benevento e il commissario della Asl si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla Magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni di “Altrabenevento” – ancora prima dello scandalo scoppiato ieri (mercoledì ndr) grazie al Corriere.it – sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa o ad avviare controlli più puntuali”.
Anche l’Asl però esce allo scoperto sul caso, rendendo noto di aver scritto alla Procura per assicurare la correttezza dei controlli specificando come però scritto nel Capitolato Speciale di Appalto in fase di esecuzione del servizio sia l’Ente firmatario del contratto e dunque il direttore dell'esecuzione del contratto a doverli svolgere.
La Ristorò nel frattempo risponde alle accuse di quello che definisce: “l'ennesimo atto di un progetto criminoso costruito da chi senza scrupoli diffonde false notizie e ciò, non per tutelare gli interessi dei bambini, ma quelli occulti di chi ha interesse a screditare la Ristorò per farla uscire dal mercato”. Inoltre l’azienda beneventana asserisce che: “Tutto quanto è stato riportato da Corona e dal sito on-line del Corriere è frutto di un costrutto criminoso ben organizzato con la complicità di dipendenti infedeli ed assoldati per distruggere l'azienda, presumibilmente a fronte di chissà quali chimere e promesse”. Per poi continuare: “Oggi i NAS hanno nuovamente controllato la Ristorò non riscontrando alcuna anomalia. Questo è un dato reale, è un fatto incontrovertibile, il resto sono illazioni”.
Michele Palmieri
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