'Casca la scuola e nessuno più lavora'. La protesta dei precari sbarca a Benevento

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Nostro servizio - Tutti precari. Tutti compatti contro i tagli alla scuola. Hanno dai 35 ai 55 anni e protesteranno a oltranza in Piazza Gramazio, al Rione Libertà di Benevento, all’ingresso della sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Il Comitato Insegnanti Precari, promotore del presidio, ha esibito striscioni e slogan ironici per richiamare l’opinione pubblica dalle 9,30 di questa mattina (Guarda la FOTOGALLERY).

Davanti alla porta degli uffici una lunga fila di docenti in attesa delle immissioni in ruolo: 41 a Benevento, per insegnanti di sostegno e scuola per l’infanzia. C’è anche chi spera in un’eventuale rinuncia da parte di qualcuno che occupa un gradino più in alto nella graduatoria. Il Comitato ha redatto un appello da indirizzare alle autorità locali e nazionali con una richiesta di stabilizzazione lavorativa o quantomeno di poter lavorare.

“I tagli stanno danneggiando la scuola su tanti aspetti - ha esordito la responsabile del Comitato, Daniela Basile - . L’aumento di alunni per classe, la riduzione di orario scolastico, l’utilizzo di professori di ruolo in esubero per altre discipline. A Benevento dal 1° settembre ci saranno 550 famiglie senza un reddito. Dopo tanti anni di lavoro nella scuola, dopo aver vinto concorsi, perché non possiamo svolgere il nostro lavoro? E’ un nostro diritto e questo Governo ci mette in disparte”.

L’anno scorso sono stati 450 gli incarichi annuali ai docenti per tutti gli ordini di grado scolastici. Quest’anno meno di una cinquantina. Il Comitato sta organizzando una raccolta fondi di “resistenza” per sostenere coloro che non hanno uno stipendio e che non possono nemmeno usufruire dell’indennità di disoccupazione scaduta nel febbraio scorso. Oggi pomeriggio e nei prossimi giorni, anche durante la manifestazione “Quattro Notti e più di Luna Piena”, verranno distribuiti volantini per sensibilizzare la cittadinanza sui temi del precariato.

Patrizia Lepore, 45 anni di San Martino Sannita, precaria dal 2000, scrive qualche motto su cartoncino bianco in attesa del cambiamento. Nessun incarico quest’anno e nemmeno una chiamata per sostituire insegnanti. “E’ tutto immobile, nemmeno il 2010 sarà la volta buona. Vivo con una piccola somma che sono riuscita a racimolare in questi anni fino all’indennità. Non posso fare affidamento sui genitori a 50 anni, è vergognoso chiedere alla mamma di fare la spesa. Tutto questo non dovrebbe esistere in uno stato civile”.

Tante persone hanno conseguito il titolo per esercitare l’insegnamento di sostegno. Due anni di corso, come previsto dalla legge 104, con un costo di circa 3.000 euro. Docenti specializzati, quindi, al fianco dei ragazzi disabili. Una circolare ministeriale ha invece dato modo ad altri docenti di esercitare la stessa professione senza un titolo, ma conseguibile in un mese. “ Sono andata a Bucciano dalle 14 alle 20 per due anni – ha dichiarato un’insegnante precaria di economia aziendale - , adesso mi ritrovo una qualifica che non serve a nulla. Per non parlare dell’aumento del numero degli alunni, fino a raggiungere quota 40. Fare lezione con più di 25 ragazzi è davvero impossibile”.

Gli insegnanti protestano armati di pennarello e vernice, con lo stesso fervore dei bambini dediti al gioco. "Un problema che abbraccia la collettività e non l’individuo", ci tiene a precisare un’insegnante di madrelingua: un’emergenza sociale.

Un registro comunicativo semplice con un sapore di infanzia, di banchi di scuola elementare, anche negli slogan. Sulla fontana di Piazza Gramazio uno dei tanti cartelli di protesta. Campeggia la scritta: “Casca il mondo, casca la scuola, nessuno più lavora”.
Lorenzo Palmieri



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