Benevento. L'attacco alla famiglia e le 'lobby gay'. Wand: 'Basta convegni unilaterali, confrontiamoci'

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un momento della protesta di Wand ed Exit Strategy ai cancelli del seminario arcivescovile di Beneventoun momento della protesta di Wand ed Exit Strategy ai cancelli del seminario arcivescovile di Benevento

Un dibattito contestato quello che si è tenuto ieri sera al Seminario Arcivescovile di Benevento ed organizzato dall'Isf (Istituto Santa Famiglia) e dal titolo emblematico: "Attacco concentrico alla famiglia e al suo compito educativo".
Da una parte la rappresentanza cattolica, dall'altra i ragazzi del collettivo Wand di Benevento e l'associazione Exit Strategy, in totale dissenso di posizione con l'Isf. Oltre due ore di dibattito che, è bene ribadirlo subito, si è svolto in totale serenità senza momenti di tensione. Ospite dell'Isf è stato Gianfranco Amato, presidente dei 'Giuristi per la Vita', che ha tenuto un "appassionato" intervento al riguardo. All'esterno del Seminario Arcivescovile un presidio di ragazzi del Wand, hanno montato striscioni di dissenso rivendicando i diritti omosessuali e rigettando le accuse di attacco concentrico alla famiglia: "E' l'amore che fa la famiglia" e "L'amore non è una minaccia". Messaggi emblematici. Oltre ai ragazzi del Wand era presente anche l'associazione Exit Strategy che ha diffuso un volantino: "Nel loro comunicato - si legge - troviamo scritto che la dittatura omosessuale avanza a tappe forzate per conquistare la scuola e spazi su mass media per inculcare nei giovani la follia menzognera dell'ideologia gender. Si tratta di un pensiero discriminatorio, frutto di un'idea intollerabile che è ancora convinta di poter 'curare' l'omosessualità per tutelare la famiglia tradizionale. Convinta che la incombente "dittatura omosessualista" e la "lobby gay" possano essere una minaccia per la società. Noi quotidianamente- conclude il comunicato di Exit Strategy - ci impegnamo a contrastare la discriminazione di genere, attraverso nuove pratiche e nuovi linguaggi e oggi, simbolicamente, siamo qui a mostrare la nostra disapprovazione a determinate discussioni".

LA PROTESTA DEL COLLETTIVO WAND: 'CONVEGNO ASSURDO E NON VERITIERO'
"Un convegno assurdo, manipolatore e non veritiero, il cui unico scopo era "informare ed educare" i presenti facendo un vero e proprio bombardamento ideologico e senza fondamenta". Posizione netta, quella del Collettivo Wand di Benevento. Una delegazione del gruppo ha seguito tutto il convegno all'interno della sala conferenze della struttura di viale Atlantici e, al termine dello stesso, ha posto alcune domande agli organizzatori: "Abbiamo preso la parola come Collettivo Wand ma purtroppo il discorso è stato sviato e nn ci hanno risposto alle domande fatte. Non abbiamo avuto modo di replicare e, come d'aspettarselo, le nostre idee non erano ben accette". Quattro domande 'informative', quelle poste dal Collettivo Wand, al fine di 'incoraggiare' il dibattito: dalle terapie di conversione disconosciute, ai circa 100mila bimbi in Italia nati da genitori omosessuali o bisessuali con queste realtà familiari che non hanno diritto o tutela. Ed ancora "l’omosessualità è stata riconosciuta come variente naturale del comportamento sessuale e sia stata depennata dalla lista delle malattie mentali il 17 maggio 1990", poi il caso di Leelah Alcorn, la ragazza trans figlia di due genitori fortemente credenti, che si è ammazzata perchè ripetutamente offesa dai suoi genitori, isolata e spedita da psicologi.

LA REPLICA: 'DIBATTITO TRANQUILLO, OPINIONI DIVERSE'
Nessuna voglia di accendere polemiche e una precisazione: "E' chiaro che le posizioni sono diverse, ognuno è libero di esternare il suo pensiero". Gli organizzatori dell'Isf tagliano corto: "I ragazzi del collettivo Wand sono entrati all'interno della sala, hanno partecipato tranquillamente a tutto il convegno, lo hanno ascoltato e, infine hanno detto la loro. Niente di particolarmente strano. E' chiaro che si tratta di due visioni diametralmente opposte, però ci preme dire a loro che quello di ieri era un convegno chiuso e rivolto al laicato cattolico anche per questo motivo non abbiamo fatto nessun comunicato stampa ma solo qualche invito sui social network". Sulle risposte 'arronzate' da Amato, la replica: "Il convegno è iniziato alle 19 ed è terminato dopo due ore e mezzo. Il tempo a disposizone era poco, il moderatore ha chiesto ai presenti in sala di porre tre domande. Il primo ad avere la parola è stato un rappresentante del Wand che ha posto ad Amato più di una domanda. Il presidente dei Giuristi per la Vita ha dato un'unica risposta solo per questioni di tempo, facendo una sintesi. Secondo noi ha risposto in maniera esaustiva, secondo loro non è così". Punti di vista, insomma, sulle domande parzialmente esaudite: "Ripetiamo, non si trattava di un convegno dove era previsto il confronto tra associazioni - hanno sostenuto gli organizzatori - in futuro , se lo si vorrà, ci sarà sicuramente occasione per farlo. Una cosa è certa: i ragazzi del Wand sono entrati, hanno preso la parola per primi ed hanno avuto una risposta". La controreplica del Wand: "Vero, si tratta di due visioni diametralmente opposte ma il convegno non può essere chiuso solo ad alcuni soggetti della società (laicato cattolico) e noi del collettivo abbiamo scardinato questa cosa. Un'unica "risposta" su quattro domande, per motivi di tempo è una risposta esaustiva? Amato non ha colto la domanda sviando la risposta altrove senza darci la possibilità di controbattere. Nel convegno si è parlato spesso di educare e formare: bene, iniziamolo a fare correttamente, anche ascoltando chi ha idee diametralmente opposte creando un vero dibattito non unilaterale per dar modo a chi è in sala di pesare le parole di uno e dell'altro. Siamo quindi disposti ad un confronto".
Gaetano Vessichelli



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