Crisi idrica. Italia, il Paese più "idroesigente" d'Europa. In Molise, Abruzzo e Basilicata si perde il 70% dell'acqua immessa in rete

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La crisi idrica nel Mezzogiorno: tra temperature record e dispersioni preoccupanti, il rischio di un'emergenza senza precedenti.

L’Italia si conferma il Paese europeo più “idroesigente”, cioè quello che richiede la maggior quantità di acqua per soddisfare i bisogni della popolazione e delle attività produttive. E' quanto emerge da un recente studio della CGIA di Mestre. Questa situazione, già critica, si aggrava ulteriormente se si considera la gravità delle perdite idriche lungo la rete di distribuzione, con punte allarmanti nelle province del Mezzogiorno. In alcune aree, come Potenza, Chieti e L’Aquila, circa il 70% dell’acqua immessa in rete non arriva ai rubinetti dei cittadini, causando non solo uno spreco immane ma anche un rischio concreto per la sicurezza idrica in un periodo di siccità sempre più grave.

Un Paese assetato e inefficiente

Secondo i dati più recenti, l’Italia consuma annualmente circa 33 miliardi di metri cubi di acqua, il volume più alto tra i Paesi dell'Unione Europea. Questo dato, già di per sé significativo, si scontra con una realtà infrastrutturale che mostra preoccupanti segni di inefficienza. La rete idrica nazionale, infatti, soffre di perdite diffuse, con una dispersione media che si attesta intorno al 42%, una delle peggiori performance a livello europeo.

Tabella: Consumi e perdite idriche in Europa

Paese
 
Consumo annuo
(miliardi m³)
Perdite idriche
(%)
Italia 33 42
Spagna 25 30
Francia 22 20
Germania 16 10


Questa situazione risulta particolarmente drammatica nel Mezzogiorno, dove la combinazione di infrastrutture obsolete, una gestione inefficiente delle risorse e condizioni climatiche avverse sta portando a una vera e propria emergenza idrica.

Mezzogiorno: tra caldo record e perdite idriche inaccettabili

Nell'ultimo anno, il Mezzogiorno ha visto le temperature raggiungere livelli record, con lunghi periodi di siccità che hanno messo a dura prova le riserve idriche. La situazione è resa ancor più critica da perdite idriche che in alcune province superano il 50%, con picchi del 70% a Potenza, Chieti e L'Aquila. In queste aree, su 100 litri d'acqua immessa nella rete idrica, solo 30 litri arrivano effettivamente ai cittadini.

Nella Tabella 1 a fine articolo, sono riportati i dati dati completi dei 109 comuni capoluogo (anno 2022) delle perdite idriche per provincia dell'acqua immessa in rete

Queste perdite sono un problema particolarmente grave in un periodo in cui l’acqua è più necessaria che mai. La dispersione idrica non solo priva i cittadini di un bene fondamentale, ma rappresenta anche uno spreco di risorse ed energia, aggravando ulteriormente la crisi ambientale.

Le province più colpite: Potenza, Chieti e L'Aquila

Le province di Potenza, Chieti e L'Aquila sono tra le più colpite da questo fenomeno, con livelli di dispersione che si attestano intorno al 70%. Queste aree, già svantaggiate da un punto di vista infrastrutturale, soffrono di una gestione inefficiente delle risorse idriche che le pone in una situazione di grande vulnerabilità.

In particolare, a Potenza, il 72% dell'acqua immessa in rete viene perso prima di arrivare ai rubinetti. Questa percentuale scende di poco a Chieti, dove il 68% dell'acqua va dispersa. A L'Aquila, la situazione è altrettanto critica, con perdite che si aggirano intorno al 66%.

In Campania troviamo, nell'ordine, Caserta e Salerno con perdite superiori al 61%, Benevento con perdite prossime al 56% ed Avellino a 54%. Su tutte le province campane fa meglio Napoli che limita le perdine al 33,7%.

L'impatto della crisi climatica

La situazione è ulteriormente aggravata dai cambiamenti climatici in corso. Le alte temperature e la prolungata assenza di piogge stanno mettendo sotto pressione le già fragili infrastrutture idriche del Paese. Nel Mezzogiorno, in particolare, la scarsità d’acqua è diventata una questione sempre più urgente. Con l'assenza di precipitazioni significative dallo scorso inverno, la domanda di acqua è aumentata drasticamente, mentre le riserve disponibili sono al minimo storico.

Le soluzioni possibili: dalla manutenzione delle reti alla sensibilizzazione

Di fronte a questa situazione, è fondamentale intervenire con urgenza su più fronti. Innanzitutto, è necessario un piano straordinario di manutenzione e modernizzazione delle reti idriche, con investimenti mirati nelle aree più critiche. Questo non solo ridurrebbe le perdite, ma permetterebbe anche di migliorare l'efficienza complessiva del sistema.

In parallelo, è indispensabile una maggiore sensibilizzazione della popolazione sull'importanza del risparmio idrico. Campagne educative potrebbero aiutare a ridurre gli sprechi domestici, che rappresentano una parte non trascurabile del consumo totale di acqua.

Infine, è cruciale promuovere politiche di gestione sostenibile delle risorse idriche, incentivando l'uso di tecnologie innovative per il riciclo e il riutilizzo dell'acqua.

L'Italia è di fronte a una sfida senza precedenti. Le perdite idriche, particolarmente gravi nel Mezzogiorno, rappresentano un problema non solo infrastrutturale ma anche ambientale e sociale. In un contesto di cambiamenti climatici e di crescente siccità, è imperativo intervenire con decisione per garantire a tutti i cittadini l'accesso a una risorsa così vitale come l'acqua.

Con investimenti mirati e una gestione più efficiente delle risorse, l'Italia può ridurre il suo impatto idrico e garantire un futuro più sostenibile. Tuttavia, il tempo stringe, e ogni ritardo rischia di trasformare la crisi idrica in un’emergenza ancora più grave.



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