Vincenzo Riccio: il percorso artistico del trombettista campano
18:14:20 8134Il racconto di un percorso di formazione musicale è quasi sempre un viaggio nella memoria dei suoni e delle immagini di un musicista, un mosaico di tasselli di vita che, a distanza, prendono forma e consistenza ed assumono di volta in volta una percezione diversa a seconda del vetro attraverso il quale si guarda.
Per il trombettista campano Vincenzo Riccio tutto comincia nel 1989 a Sant’Angelo d’Alife, piccolo paese della provincia di Caserta, con un incontro che cambia definitivamente il suo percorso. “Un giorno - racconta il musicista - un signore anziano del paese, conosciuto da noi bimbi come zio Achille (Achille De Cristofano, maestro di musica e solista di flicorno soprano nelle varie bande del comprensorio), si presenta nella mia classe di quinta elementare e inizia a darci qualche lezione nell’ambito di un interessante progetto scolastico, facendoci suonare il flauto dolce e fornendoci le prime nozioni di teoria e solfeggio.
Al termine delle ore di musica stabilite, però, il maestro De Cristofano chiede ad ognuno di noi se volevamo imparare a suonare uno strumento a fiato e io, desideroso anche di trascorrere qualche ora in più della giornata con i miei amichetti, subito mi propongo. Il maestro, quando mi sente dire che voglio imparare, rimane soddisfatto, sottolineando che ho una bella musicalità che va sfruttata”. E così prende corpo l’avventura musicale di Vincenzo Riccio, sotto la guida di “quell’uomo dal viso calmo e pieno di pazienza, ma severo ed imparziale allo stesso tempo che insegnava a tutti con lo stesso metodo”. “Prima di prendere uno strumento in mano devi sapere cosa è la musica! - diceva a noi e ai nostri genitori”, ricorda Vincenzo.
“Quindi, io, per un anno e mezzo ho studiato solo teoria e solfeggio, secondo un approccio didattico che ho saputo comprendere ed apprezzare soprattutto in seguito, dopo aver raggiunto una certa maturità musicale”. La scelta dello strumento arriva, dunque, solo in un secondo momento e, dopo una passione dichiarata per il sassofono – che però il maestro De Cristofano ritiene non adatto per il giovane – entrambi optano per la tromba.
“A quell’uomo devo tutto quello che sono oggi – ricorda Riccio non senza un po’ di commozione. E’ stato capace di darmi insegnamenti preziosissimi e inaspettatamente all’avanguardia, molti dei quali si sono rivelati didatticamente corretti ed efficaci nel corso del mio iter di formazione e perfezionamento”. Primo fra tutti, l’esercitazione con il bocchino “che aiuta tantissimo a sviluppare la vibrazione delle labbra che vanno a formare il suono di un trombettista e che in Italia è arrivato dalla scuola americana del grande tubista della Chicago Symphony Orchestra, Arnold Jacobs”.
Dopo tre anni di studio con il Maestro De Cristofano, comincia per Vincenzo Riccio lo studio presso il Conservatorio di Benevento, sotto la guida del maestro Vincenzo D’Arcangelo, “il cui sostegno didattico è stato per me fondamentale per approcciarmi all’ampio e variegato repertorio trombettistico”, ci spiega. E’ poi la volta degli studi di perfezionamento con Giuseppe Cascone (Prima tromba del Teatro San Carlo di Napoli), “grazie al quale ho raggiunto la maturità interpretativa ed espressiva nei vari contesti musicali e ho risolto anche alcuni miei difetti tecnici”, con Andrea Dell’Ira (Prima tromba del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino), “il quale ha saputo darmi una notevole consapevolezza musicale” e Davide Simoncini (Prima tromba del Teatro dell’Opera di Roma), “che ha fatto in modo che tutte le esperienze di studio passate si stabilizzassero per sempre in me”.
Conscio che non si finisca mai di imparare e migliorare, ma consapevole anche del lungo e ricco percorso di studi che lo ha visto protagonista, il trombettista Vincenzo Riccio ricorda – fra le esperienze artistiche più importanti nel suo iter musicale – la prima volta che ha suonato al Teatro San Carlo di Napoli (realizzando, così, “il mio sogno di sempre”), e l’esibizione per l’importante “Verdi Gala” sotto la direzione di Antonio Pappano nel 2009, eseguendo la marcia trionfale dell’Aida (da Youtube: www.youtube.com/watch?v=TvkQWqjJSBM) e vari altri brani.
“Suonare con direttori importanti quali il già citato Pappano, ma anche Louis Bacalov, Julian Kovatchev, Dmitry Sitkovetsky, Pinchas Steinberg, Asher Fisch, Donato Renzetti è stata per me un’esperienza unica - racconta il trombettista - così come esibirmi con la Nes Chaber Orchestra, in cui per la prima volta mi sono trovato a collaborare con musicisti per lo più stranieri e di una bravura spaventosa. Suonerei tutta una vita in un’orchestra così! L’ambiente era sano, professionale e di altissimo livello”.
Varie e molteplici, dunque, le esperienze artistiche di Vincenzo (fra cui anche una fruttuosa scritturazione da parte di un teatro di prosa), nonché le passioni extra-musicali, prima fra tutte la grafica ed il webmastering. “Sono proprietario di un sito per trombettisti a carattere nazionale, il network Trombettisti.net (www.trombettisti.net), con forum annesso (forum.trombettisti.net) di cui sono ideatore e curatore”.
E infine? Progetti, sogni? “Di sicuro avere una famiglia con la donna che amo, riuscire a fare il musicista a vita e magari vincere un concorso in qualche orchestra prestigiosa!”. Ma il sogno più grande di Vincenzo è vivere in Germania, suonare in qualche orchestra tedesca e vivere quell’atmosfera musicale che lì si respira quotidianamente e che, sottolinea il musicista, nel nostro paese sembra ormai essersi spenta. Purtroppo.
Link: www.vincenzoriccio.altervista.org
Carlotta Nobile