S. Agata de’ Goti: Inaugurata la cellula archeologica e la mostra ‘Sulle tracce di Saticula’
9:48:28 4962Un mix di Sant’Agata e Saticula: i paesaggi naturali e le vedute mozzafiato miscelate ai campanili ed alle chiese, oltre che alle tombe ed ai reperti dell’antica Saticula. Immagini ben mischiate che hanno dato un taglio inusuale alla cittadina caudina nel video di apertura proiettato nel giorno della celebrazione del suo passato e dell’affermazione della sua identità più antica. “Sulle tracce di Saticula” è il nome del progetto nato dalla collaborazione dell’Amministrazione di S. Agata con la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta finanziato dalla Regione Campania attraverso l’Assessorato all'Agricoltura, Fondo Europeo agricolo per lo sviluppo rurale e PSR Campania 2007/2012 misura 3.13. Rappresentante per la Regione Campania è stato Francesco Massaro che è intervenuto alla discussione. Non poteva mancare poi, Claudio Lubrano, presidente della ProLoco locale. Il culmine del progetto ha portato alla creazione a S. Agata della prima cellula archeologica, punto di unione di quanto la terra e la storia del paese ci ha lasciato in eredità. La Chiesa di San Francesco sarà la location della cellula archeologica, luogo che il paese attendeva da tempo. “E’ un giorno di festa questo per il nostro paese – ha sottolineato il padrone di casa, Carmine Valentino – perché siamo riusciti a riportare la storia di S. Agata tra le sue mura. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra gli enti e le istituzioni, sottolineando come l’amore per l’archeologia rappresenta in primis l’amore per la cultura e la storia del nostro passato”. Moderatore della serata l’assessore al centro storico, Marco Razzano, che ha sottolineato come la cellula archeologica potrà rappresentare una nuova freccia all’arco del centro storico caudino, come input per aumentare il flusso turistico. “Le bellezze di cui S. Agata si fregia devono poter essere fruite liberamente dai turisti, ma prima ancora dai suoi cittadini. Questo per dire – ha sottolineato in modo critico Razzano – che sarebbe opportuno eliminare ogni forma di monopolio sulla fruizione delle bellezze santagatesi ed in questo forse la cellula archeologica potrà essere di aiuto”. Parole appassionate sono state pronunciate anche dal Presidente della Provincia, Aniello Cimitile, che si è dichiarato innamorato di S. Agata “che oggi risulta ancora più bella e vera. Ogni reperto di S. Agata è pezzo del suo tempo e sarà la base per creare la Città del futuro. È per questo che tombaroli e furti rappresentano espropri del passato della città caudina. Sarebbe opportuno – ha concluso Cimitile – sostenere un patto tra le istituzioni per supportare il patrimonio culturale che ci è stato donato dal passato e questo è ancora più importante in un momento di cambiamento come quello in cui ci troviamo a vivere”. Sui frequenti furti è intervenuta anche Luigina Tomay, funzionario archeologo e responsabile degli uffici archeologici di Benevento e Montesarchio. “Un dato su tutti: due terzi delle tombe ritrovate a S. Agata sono state violate e questo per un archeologo è il dolore più grande. Lavoro su S. Agata dal 2009 ed all’inizio ho riscontrato una certa superficialità da pare dei santagatesi sulle violazioni ed i furti del loro passato”. Nel progetto ‘Sulle tracce di Saticula’ la Tomay si è occupata dell’allestimento della cellula archeologica composta da alcune tombe della necropoli di Saticula, oltre a vasi, anfore e gioielli. Una sezione è poi stata dedicata al periodo Longobardo con la Lapide di Madelgrima, nobildonna moglie di Rodoaldo, Conte di Benevento. La Lapide, è da poche settimane ritornata a S. Agata, dopo essere stata custodita nel Museo Archeologico di Napoli. Si tratta di una lastra marmorea lunga 74,5 centimetri, alta 47,5 e spessa 3,5 ed è ritenuto il documento di età longobarda più importante per la storia di Sant’Agata riferita a quel periodo. Parole accorate e commosse quelle di Adele Campanelli, Soprintendente dei Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta che hanno concluso la serata. “La sordità iniziale dei santagatesi che vivono nel centro sui furti che nel corso del tempo sono avvenuti in periferia, mi avevano particolarmente colpito, perché significava che non avevano compreso i beni di inestimabile valore che avevano perso. La cosa più triste – ha concluso la Campanelli – è che la maggior parte dei reperti di Saticula sono nel resto del mondo, nelle capitali europee come Parigi, Londra, Copenaghen, ma non a S. Agata. La cellula archeologica che si inaugura oggi può rappresentare una sorta di risarcimento morale per quello che le è stato tolto indebitamente e il volano per cercare di riportare a casa qualcosa che appartiene al territorio”. Da oggi e per un anno, dunque, sarà possibile visitare la cellula archeologica nella Chiesa di San Francesco che ieri sera pullulava di persone: non solo di istituzioni, ma soprattutto di gente comune, incuriosita di vedere la lapide di Madelgrima, ma anche le tombe ed i resti di Saticula. “E’ una giornata storica per Sant’Agata” – ha chiosato a margine della manifestazione Angelo Montella, assessore alla cultura ed al recupero della memoria storica locale. - Alla ricchezza del patrimonio artistico - monumentale, al suo fermento culturale, la nostra Città oggi aggiunge l’inedito elemento della valorizzazione delle sue risorse archeologiche: un’altra fondamentale specificità del territorio. Si apre, così, un’ulteriore occasione di crescita per l’intera comunità. Non è quello di oggi un punto d’arrivo, ma un punto di partenza: da qui, partirà un percorso che, abbinando sapientemente arte ed archeologia, saprà raccontare, ai tanti visitatori, la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura”. La cosa più bella di tutta la serata, è stata l’emozione palpabile non solo dei politici e degli archeologi che hanno preso parte ai lavori, ma anche della gente comune che in un vaso o in un frammento di tufo è riuscita a trovare un pezzo della propria identità.
Nella Melenzio
Guarda la Fotogallery