Comune di Benevento, De Nigris: 'Cominciato il viaggio della speranza per il Salva Enti'

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"Il viaggio della speranza è cominciato. Ad attendere il piano di riequilibrio pluriennale votato lo scorso 6 febbraio dal Consiglio comunale, ci saranno la competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali". Ad affermarlo, Luigi De Nigris, consigliere comunale del capoluogo per Sud Innovazione e Legalità.
"Abbiamo cercato in tutti i modi di far comprendere che il documento proposto al Consiglio, così come è stato impostato, non è altro che un minestrone preparato in modo superficiale, approssimativo e vago.
Le richieste dell’opposizione, sul documento che vincola la città ad enormi sacrifici per i prossimi dieci anni, sono state interpretate come ostruzionistiche e strumentali.
Ma - chiede De Nigris - è ostruzionistico evidenziare che i pareri resi dai Dirigenti non sono conformi alle nuove disposizioni (art. 147 e 147 bis del Tuel) perché, oltre all’attestazione della regolarità tecnica, deve anche essere attestata la correttezza dell'azione amministrativa? Inoltre, significa intralciare l’attività del Consiglio far rilevare una difformità nei prospetti indicati in delibera che non distinguono i debiti fuori bilancio dalle (cosiddette) passività potenziali?
Ed ancora: è ostruzionistico ricordare che l’art. 243 bis, comma 8 lettera f) del salva enti, prevede, come presupposto indefettibile, per la positiva valutazione dei piani di rientro, la riduzione della spesa delle società partecipate, ed invece, nella delibera approvata, non vi è alcun riferimento a relazioni previsionali e/o programmatiche volte al contenimento dei costi tramite la revisione dei modelli operativi e gestionali?
Infine, è strumentale ricordare che la Corte dei Conti, con un provvedimento del 13.12.2012, ha chiesto di privilegiare un maggior peso delle misure nei primi anni del piano, preferibilmente negli anni residui di attività della consiliatura e la delibera, al contrario, scarica sulle future consiliature la maggior parte degli oneri?
Un pizzico di attenzione in più, un minimo di curiosità, avrebbero consentito ai consiglieri di maggioranza di comprendere che il piano adottato è così raffazzonato che la stessa Giunta comunale, contrariamente a quanto accaduto in altre importanti realtà, si guardata bene dall’assumersi la paternità e responsabilità dell’atto. A Napoli, ad esempio, la Giunta de Magistris, correttamente, ha prima approvato il piano di riequilibrio e poi lo ha proposto al Consiglio comunale. Una correttezza che ha consentito ai consiglieri partenopei di votare un provvedimento che distingue: a) i debiti fuori bilancio riconosciuti; b) i debiti fuori bilancio segnalati ma non riconosciuti dal Consiglio comunale perché non si è riconosciuta la legittimità della spesa; c) i debiti fuori bilancio segnalati e non ancora sottoposti al Consiglio comunale.
Nessuna separazione è stata invece proposta nel minestrone contabile locale. Tutti i debiti - sottolinea De Nigris - risultano inseriti senza alcuna distinzione, compresi quelli per i quali i dirigenti hanno attestato la “mancanza di atti formali”. Indispensabile è ora capire se il Consiglio, con l’approvazione del piano, si è assunto la responsabilità di legittimare tutti i debiti, oppure, “eroicamente”, ha deciso di rinviarla ad altri, in altra data.
Sono tuttavia sicuro che un primo chiarimento ci sarà quando, in sede istruttoria, gli organi preposti alla valutazione saranno costretti a chiedere all’ente comunale la distinzione dei 34 milioni di debiti. La scheda prevista a pagina 13 dello schema istruttorio, prevede, infatti, la classificazione dei debiti secondo l’art. 194, lettere a) b) c) d) e). E’ a questo punto - conclude - che il minestrone risulterà completamente indigesto".



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