Asi: Focus group per rianimare l’impresa nel Sannio

13:10:20 6027 stampa questo articolo

Si è svolto nella giornata di ieri, presso il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Benevento, un focus group sullo start up di impresa, per raccogliere le opportunità offerte dalla Legge Sviluppo Bis che incoraggia le start up innovative con una serie di agevolazioni sul fronte fiscale, burocratico, e dei contratti di lavoro. I lavori sono stati introdotti dal Presidente dell’Asi, Luigi Diego Perifano che ha fatto il punto sullo stato di attuazione degli accordi stipulati con il Comune di Benevento e Unisannio in materia di promozione imprenditoriale. Al tavolo operativo, oltre a Luigi Glielmo, Delegato del Rettore dell’Università per il settore ICT ed a Franco Terracciano, in rappresentanza del Comune di Benevento, hanno partecipato i tecnici del PRUSST Calidone e lo staff di Sudeconomy, coordinato dal Consigliere Asi Ignazio Catauro. Il tema del focus group è stato poi sviluppato da Sergio Campo Dall’Orto, docente di Economia e Organizzazione Aziendale presso il Politecnico di Milano e Consigliere Delegato del Consorzio Politecnico Innovazione, la struttura dell’Ateneo milanese dedicata ai servizi alle imprese e al trasferimento delle competenze tecnico scientifiche al sistema industriale. Le esperienze di “acceleratori”di impresa illustrate da Campo Dall’Orto sono state considerate esportabili in terra sannita previa creazione delle necessarie condizioni quali le sollecitazione dei soggetti interessati a “fare impresa” e “mettersi in proprio”; le collaborazione con il mondo accademico, fondamentale per la selezione delle idee embrionali ed il tutoraggio delle nuove imprese; l’attivazione di un rapporto virtuoso con il mondo del credito e gli investitori istituzionali. I percorsi delineati da Campo Dall’Orto, anche in considerazione delle criticità presenti sul territorio provinciale, sono stati condivisi dal gruppo di lavoro che si aggiornerà a breve, dopo aver operato un’attenta mappatura degli immobili, abbandonati o sottoutilizzati e che potrebbero essere riattivati e destinati ad incubare imprese innovative o creative, senza trascurarne la localizzazione che dovrà, imprescindibilmente, essere prossima all’Università.



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