Achtung! Assessori

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Il sindaco si è detto “soddisfatto della chiusura positiva di questa vicenda che riporta al servizio attivo una potenzialità come Principe che, in virtù delle deleghe assegnategli, potrà ancora produrre novità di rilievo per l’Amministrazione Comunale e per il futuro della città”: avete letto bene, è l’autentica dichiarazione di Fausto Pepe rilasciata al Mattino, a “chiusura del caso” che ha visto la revoca della delega ai Lavori pubblici all’assessore Claudio Mosè Principe. Questi, quindi, torna al servizio attivo, dopo oltre 100 giorni, per imprecisati motivi personali, ma nel frattempo è rimasto, a tutti gli altri effetti, assessore in carica. Non ha riavuto l’incarico, ancora trattenuto da Pepe, ma altre deleghe agli uffici Stato Civile, Anagrafe, Elettorale, Statistica. Con esse, pure i Rapporti con gli Enti strumentali (Gesesa, Amts, Asia…) e i Rapporti della Giunta con il Consiglio”, quest’ultime così ambiziose e roboanti da essere di ardua immaginazione per noi comuni amministrati. In cosa si potranno sostanziare? In visite periodiche negli enti? O in frequenti e proficui contatti telefonici e telematici con i vari amministratori? Mah… E i rapporti della Giunta col Consiglio: Principe sarà come il ministro per i rapporti con i mille parlamentari di Roma? No, è inutile sforzarci, non possiamo proprio arrivarci, ma solo confidare nel “ritrovato servizio attivo dell’assessore Principe che - giura Pepe - è una potenzialità che potrà ancora produrre novità di rilievo per l’Amministrazione Comunale e per il futuro della città”. Ogni commento pare superfluo.

Gli assessori, in attesa d’esplicare le potenzialità, per ora sono problemi per la collettività sannita, come dice l’ultima performance di uno della Giunta Provinciale Rosario Spatafora. Costui s’è dimesso dalla carica perché il Commissariato Straordinario di Governo per l’emergenza rifiuti in Campania ha individuato, nel vasto territorio di Morcone, un sito per lo stoccaggio di rifiuti per far fronte all’ennesima emergenza. Spatafora non ha competenza in materia, in Giunta s’occupa d’altro ma, e qui si comprende il gesto, è sindaco di quel paese. Morcone è stato uno dei cinque territori proposti al Commissario dal Vicecommissario Straordinario, Carmine Nardone (sì, è lo stesso presidente della Giunta di cui Spatafora fa parte). Fino a quel punto l’assessore è stato al suo posto; quando poi la scelta è caduta proprio sul paese in cui lui vive e prende i voti, ha lasciato la carica, dimettendosi anche dal Partito Democratico, peraltro, in fase di nascita. Non se ne può più di questo modo di fare! Non entriamo nel merito della scelta del sito, delle possibili conseguenze ambientali per lo stoccaggio. Quel che è sicuro è che tutti – tutti! – i siti prescelti per tali destinazioni subiscono un impatto sgradevole, potenzialmente pericoloso e negativo per quel che lì preesiste. Si può comprendere l’emotività e la reazione incontrollata della gente a questi avvenimenti. Ma non in chi svolge funzioni di responsabilità, in chi fa per mestiere l’amministratore della cosa pubblica e deve pensare al bene comune. L’assessore “provinciale” Spatafora non s’è dimesso in passato quando s’è trattato di portare i rifiuti a Fragneto Monforte o a Montesarchio o s’è scelto S. Arcangelo Trimonte come possibile sede. E che gliene importava, andavano altrove! Ora che vanno a toccare il suo naso o a mettere in dubbio il suo consenso s’agita e protesta. Non è un bel vedere, veramente, e fotografa il livello raggiunto dalla politica. E Nardone ha pure pregato Spatafora di ripensarci! Anziché chiedere scusa per aver nominato uno così ad amministrare tutti noi sanniti – tutti! –. Nardone è stato ed è una delle migliori risorse politiche del Sannio, ma proprio nei “suoi” assessori provinciali ha il tallone d’Achille. E’ quasi un anno che non è riuscito ad assegnare la delega all’Agricoltura, dopo averla tolta al suo compagno di partito Alfonso Ciervo autore – da sindaco a S. Agata dei Goti – di un ribaltone assieme ad Alleanza Nazionale e Forza Italia. Un ritardo e un’inazione da far sbiadire al confronto il caso-Principe.

Quanto accade al Comune e alla Provincia di Benevento, più che ai limiti degli assessori coinvolti, è da addebitare a chi li ha nominati, perché non li ha scelti autonomamente, ma ha solo agito per conto della maggioranza politica che li ha imposti. Noi lo scriviamo da anni, da quando sia il centrodestra che il centrosinistra, dopo il positivo avvio nella prima metà degli anni ’90, hanno tradito il senso della legge elettorale, nominando assessori i consiglieri più votati, privandosi della possibilità di scegliere tra persone capaci e competenti nei vari rami. Hanno così scelto gli unici che, per fare gli assessori, dovevano dimettersi da una carica, quella di consigliere appunto, per la quale invece avevano ottenuto il voto popolare. Ma la politica è sorda, hai voglia a ricordarglielo… Va per questi mari e questi pesci piglia. Il guaio è che questi assessori non amministrano i patrimoni dei politici che li propongono e li nominano, ma la cosa pubblica, noi cittadini. Per ciò se li tengono, anche a far nulla, e li rincorrono pure.



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